Three Minutes – A Lengthening

  • Voto
3.5

È di grandissimo interesse il documentario dal titolo programmatico Three Minutes – A Lengthening (Tre minuti – un allungamento) che la giornalista, critica, cineasta olandese Bianca Stigter ha girato e presentato a Venezia fuori concorso alle “Giornate degli Autori”. Molto famosa nei Paesi Bassi, Stigter era nota fin qui per essere figurata fra i produttori esecutivi di 12 anni schiavo e girato da Steve McQueen di cui è la moglie. Il titolo è programmatico perché il film parte da un breve documentario amatoriale in bianco/nero e a colori di tre minuti, girato nel 1938 da un cittadino americano di origine ebrea e polacca che compiendo un lungo viaggio in Europa torna, armato di una cinepresa Kodak, a visitare fra gli altri luoghi anche la sua cittadina di origine, Nasielsk, nel Voivodato della Masovia, a una cinquantina di chilometri da Varsavia, una località con una componente ebraica notevolissima – una cittadinanza che di lì a poco più di anno, quando le truppe hitleriane invaderanno la Polonia, verrà in larga parte rastrellata, in parte uccisa subito, per lo più condotta nel Ghetto della capitale e da lì successivamente deportata e mandata al gas. Si può dunque partire dal tragico presupposto che molte delle persone che accorrono entusiaste dinanzi alla cinepresa per farsi inquadrare sono di origine ebraica (una delle sequenze più importanti è l’uscita da una sinagoga, e la sinagoga è anche l’edificio che permette di riconoscere il luogo in cui la breve sequenza è stata girata) e che di costoro siano in pochi ad essere sopravvissuti. Ciò rende questi tre minuti un documento a un tempo sensazionale e straziante. A Bianca Stigter il documento visivo e familiare (importantissimo come tutti i pochi documenti visivi e familiari nella memoria della Shoah) è pervenuto grazie a Glenn Kurtz, il nipote di David Kurtz, che appunto nel 1938 lo aveva girato. Sarà il nome, ma viene spontaneo pensare a un documento che precede l’orrore, “the horror” anzi.  E il tentativo, va detto purtroppo non del tutto riuscito di Stigter consiste appunto in quella operazione di allungamento (la macchina da presa non si stacca mai da quei fotogrammi) che è al tempo stesso fermo immagine, rallentamento, ingrandimento, movimento all’indietro, close-up – insomma tutte le tecniche cinematografiche possibili e immaginabili per trarre da quelle immagini che, seppur restaurate, sono e restano di qualità mediocre, sostanzialmente sgranate, la più alta quantità di informazioni possibile. In realtà, con qualche preziosa eccezione, questo lavoro di archeologia della memoria, quest’analisi congetturale produce, purtroppo, pochissimi frutti, malgrado la regista passi e ripassi questi fotogrammi sperando che qualcosa o qualcuno arrivi a parlare, riveli con un gesto quasi magico la propria identità, i propri connotati, con un’acribia che talora sfiora un’ossessione a tratti feticistica, come quando s’intestardisce a cercare il nome, senza alla fine riuscirci, riprodotto sull’insegna di un negozio di drogheria. Solo quello che allora era un ragazzino e circa settant’anni di distanza un ottantenne che risponde al nome di Maurice Chandler, anch’egli come l’autore del documentario, seppur in un’epoca successiva, emigrato negli USA, è stato possibile rintracciare e far parlare. Di tutti gli altri si sono invece perse tragicamente le tracce. Negli ultimi minuti la cinepresa si ferma a inquadrare la piazza, anch’essa sgranata e quasi divenuta astratta, dove avverrà il rastrellamento e le poche informazioni ricavate dalle immagini viste e riviste, passate e ripassate vengono ad essere integrate da testimonianze giornalistiche dell’epoca e da informazioni derivanti dalle ricerche storiche. È un film importante (la voce fuori campo, diciamo la voce della regista è affidata peraltro a Helena Bonham Carter), quello di Bianca Stigter, importante nella sua cocciutaggine e nell’etica inanità di uno sforzo comunque meritorio.


Cast & Credits

Three Minutes – A LengtheningRegia: Bianca Stigter; sceneggiatura: Bianca Stigter; fotografia: David Kurtz; montaggio: Katharina Wartena; voce: Helena Bonham Carter; produzione: Family Affair Films, Lamma Park; origine: 2021 Paesi Bassi; durata: 69′.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *