Torino Film Festival (Concorso): La Chica nueva di Micaela Gonzalo

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Opera prima argentina diretta da Micaela Gonzalo, una giovane ragazza arrivata al Torino Film Festival dall’America Latina a presentare il suo film: un film duro, aspro che non concede mai nessun sollievo allo spettatore. Un film su fratelli di madre e non di padre che, a stento, si conoscono, su un sottobosco di criminalità legata a oggetti di commercio a basso prezzo, sulle ingiustizie sociali di una fabbrica di materiali elettronici.

Inquadrature strette in primo piano di Jimena, la protagonista interpretata da Mora Arenillas, una ragazza dai capelli rossi, le labbra carnose e denti sporgenti, che nella prima scena viene scoperta in un negozio di parrucchiere dove ha passato la notte senza permesso: la macchina da presa la segue nel lungo percorso con mezzi di fortuna verso Rio Grande, sull’isola della Terra Del Fuoco, dove sa, dai social su internet, si trova Mariano, suo mezzo fratello (interpretato da Rafael Federman). Non ha soldi, rubacchia in giro, rivende per arrivare ai soldi di un biglietto di sola andata. L’ultimo tratto del viaggio, come un migrante che tenta la fortuna, lo percorre nascosta nel portabagagli di un pullman. Raggiunge finalmente il fratellastro che l’accoglie freddamente: non le chiede nulla, come stia, perché sia arrivata. La porta con sé nei suoi giri, un losco tipo a cui Mariano dà della merce presa in Cile, gli chiede chi sia la ragazza seduta al posto vicino a quello del guidatore, scopre che è la sorella, afferma che suo padre non gliene ha mai parlato, certo, perché non era figlia sua: “ah, è la figlia della pazza”. La ragazza fa finta di niente.

Non vengono fornite spiegazioni allo spettatore, solo piccoli accenni tra malumori, smorfie offese o confuse, brevi scambi sul cibo al supermercato. Mariano, visto che Jimena non accenna a ripartire, la porta a colloquio nella fabbrica dove lavora e la ragazza viene presa a testare apparecchi telefonici in costruzione. Introdotta nel gruppo delle operaie, conosce una donna libera che ama altre donne, instaurano un rapporto, prima di amicizia, poi forse di altro.

Dopo una iniziale conoscenza tra fratelli, presto viene fuori l’aspetto più torbido dell’uomo, motivato solo a fare soldi per aprire una sua attività commerciale: anche Jimena vorrebbe aprire un salone di parrucchiera, sa tagliare bene i capelli, al fratello come prova di ciò che ha dichiarato come sua abilità, taglia la barba con un trimmer comprato da rivendere al contrabbando.

Le battaglie sindacali contro i licenziamenti, le paghe basse, lo sfruttamento orario diventano luogo in cui le persone si esprimono per quello che sono, quello che hanno nell’animo: la divisione tra i fratelli è sempre più aspra, lui ambizioso e avido, crumiro contro gli scioperi, lei con un senso della comunità e di giustizia più alto. Il paesaggio ventoso, freddo e grigio aumenta l’ostilità riservata a un paese in grande crisi economica e a chi ci vive. Debole la denuncia sociale mischiata a doppio filo con la vicenda personale della protagonista, vero centro della pellicola.

Film di poche parole e molti sguardi, angosciante e disperato come le vite narrate, tragico e senza speranza come la notte di occupazione della fabbrica, brutalmente interrotta dall’avvento della polizia coi lacrimogeni mentre il fratello ha da compiere l’ultima consegna altrimenti verrà ammazzato dai contrabbandieri. Pathos raggelato, dramma senza sbavature, tristi esistenze ai margini a cui restano poche illusioni e molti debiti da saldare. Deprimente, dunque efficace.


Cast & Credits

La Chica nueva  Regia: Micaela Gonzalo; sceneggiatura: Micaela Gonzalo, Lucía Tebaldi;  fotografia: Federico Lastra; montaggio: Valeria Racioppi; interpreti: Mora Arenillas (Jimena), Rafael Federman (Mariano) ; produzione: Eva Lauria per El Ojo Extraviado (Buenos Aires)    ; origine: Argentina, 2021; durata: 70′.

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