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Voto
Prime inquadrature su macchinari tessili: ganci che filano, ruote che compongono il filato, ingranaggi che sbattono, bagnano, asciugano, stirano un tessuto bianco candido. Siamo in una fabbrica a gestione familiare, da poco il padre ha lasciato il posto di direzione al figlio maggiore, quello minore lavora assieme a loro. È un giorno di pressione: un’azienda estera gli ha commissionato per la mattina successiva (“between two dawns”, ovvero tra due albe) un grosso carico, se non adempiranno al quale non verranno pagati per quella commissione ma neppure per la precedente. Un imprevisto: un macchinario si rompe. Sarà difficile adempire all’ordine. I tecnici non hanno tempo di intervenire.
C’è tensione. Kadir, il fratello minore, ha in programma una serata importante: andare a conoscere il padre della sua ragazza, un uomo molto severo che fino a quel momento non ha nemmeno mai visto in carne e ossa. La ragazza ha un negozio di stoffe, Kadir si reca da lei perché ha voglia di vederla, di farle una sorpresa, conosce già la madre con cui la ragazza gestisce il locale. Per cena Kadir deve portare dei dolci al pistacchio a doppia tostatura, per fare bella figura. Si baciano, sono sinceramente legati, pianificano un matrimonio a breve. Quando Kadir torna in ufficio la situazione precipita: il fratello ha chiesto a un operaio di aggiustare il macchinario guasto ma una esalazione di vapore lo ha ustionato.
I tre capi, piuttosto che attendere a lungo un’ambulanza, caricano il corpo dell’uomo ustionato e lo portano in ospedale: Kadir lo tiene addosso sui sedili posteriori dell’auto, coperto da un lenzuolo bianco che si macchia di sangue, come la camicia chiara del ragazzo. È emergenza, i dottori portano l’incidentato in sala operatoria immediatamente. Il padre cerca il primario, lo conosce, ci parla, manda via i figli, ci sono altre cose da fare. Kadir finisce dall’avvocato che minimizza l’incidente, ne addossa la colpa all’operaio, che non indossava le misure di sicurezza, scarpe, elmetto, giubbotto. Dalla segretaria fa portare una camicia pulita per Kadir, per sostituire quella macchiata di sangue sul taschino.
Kadir assume la responsabilità emotiva della disgrazia, è preoccupato, si reca dalla moglie dell’uomo, la signora Serpil, che vive in una casa modesta con Akif, il figlioletto di quattro cinque anni. L’avvocato ha preparato una dichiarazione che la donna dovrebbe firmare ma non è il momento. La portano in ospedale dove però l’uomo è ancora sotto i ferri. La famiglia numerosa dell’uomo raggiunge moglie e bambino e tutti insieme rimangono in attesa di notizie. Kadir prova a far firmare la donna, un uomo più maturo, forse uno zio, interviene e chiede che Kadir legga la dichiarazione ad alta voce. La cosa provoca solo scompiglio. Il crescendo, con picchi di tensione e suspense continui, prende lo spettatore al cuore e allo stomaco. I dilemmi morali del giovane Kadir sono umani, mossi da pietà e carità, dimostrano l’onestà assoluta del ragazzo. Tutto intorno però, velocissimamente, la famiglia dei capi – i dirigenti – pianificano come si debba svolgere il tutto a loro favore, senza rimetterci di un centesimo, anche a discapito di vite umane.
Una storia sul potere, sul privilegio, sui dilemmi morali che si incontrano nella vita e come tutto, in un attimo, possa cambiare. Una denuncia forte dei sistemi di potere, Selman Nacar, giovane regista turco, realizza un’opera prima che – nella scia di tanto cinema mediorientale, da Asghar Farhadi a Bahia Jalivand (Il dubbio – un caso di coscienza, premio Orizzonti per la regia a Venezia 2017, cfr. https://www.closeup-archivio.it/venezia-74-no-date-no-signature) – si confronta con un mondo in cui infrangere le regole è diventato più normale che rispettarle.
Emozionante.
Ultima scena come la prima: gli ingranaggi tornano a girare, la produzione ha ripreso il suo ciclo in barba a quello che è accaduto, il capitalismo ha trionfato.
Cast & Credits
Between two Dawns – Regia e sceneggiatura: Selman Nacar; fotografia: Tudor Panduru; montaggio: Buğra Dedeoğlu, Melik Kuru, Selman Nacar; scenografia: Alceste Tosca Wegner; interpreti: Mücahit Koçak, Nezaket Erden, Burcu Gölgedar, Ünal Silver, Bedir Bedir, Erdem Şenocak.; produzione: Kuyu Film, Fol Film, Karma Films, Arizona Productions, Libra Film Productions, Nephilim Producciones. TRT; origine: Turchia/Francia/Romania/Spagna, 2021; durata: 91′.
