Torino Film Festival (Fuori Concorso/incanto del reale): Sotto lo stesso tempo degli Allievi del CSC di Palermo

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Frammenti di lockdown. Un tempo sospeso che scandisce un nuovo senso alle nostre vite e un nuovo modo di ri-considerare la nostra esistenza.
La necessità di isolamento, ci ha confinati nell’angusto spazio delle nostre case, ha ridisegnato i confini delle nostre esistenze, e qui, in questo spazio temporale sospeso tra una pausa insopportabile- perché imposta e non scelta- e l’attesa del nuovo, ci siamo rinchiusi, ritrovati, forse rigenerati, disperati, e siamo in ogni caso ripartiti, cerando di trovare, ciascuno a suo modo, un senso sopportabile a questo strano momento di stop apocalittico vissuto a livello globale.
Questa poco sopportabile sospensione è stata vissuta con maggiore intensità dai più giovani, abituati a giocare con il tempo e con la libertà senza limiti e senza il pensiero costante e ossessivo dell’ attimo futuro.
Sotto lo stesso tempo, diretto e interpretato da dieci studenti del Centro Sperimentale di Cinematografia di Palermo (diretto da Costanza Quatriglio) segue le vicende di questi dieci giovani filmmaker, che si interrogano su cosa significhi raccontare e filmare, tra momenti di sconforto, riflessioni sull’esistenza e attimi di ritrovata leggerezza, in bilico sempre tra emozioni private, sconvolgimenti tipici del mondo adolescenziale e lenti cambiamenti che attraversano, trasversalmente,  il mondo.
Il film è un lento percorso che a piccoli passi racconta le loro vite dai primi momenti del lockdown (marzo 2020) fino a una lenta ripresa di ritorno ad una quasi normalità, vivendo la quale rimane in testa il dubbio costante “Cosa e come ricorderemo questo momento di pausa. Quando saremo pronti a raccontarlo“?
Lo sguardo del film è collettivo e gli attimi rubati sono momenti di vita reale: chiamate Skype con i parenti, lente e piene, in ogni caso, di affettività, la strade di Palermo completamente deserte e  osservate attraverso la finestra, nuovo filtro di una vita altrimenti non vissuta e  infine lo stimolo di filmare e raccontare questo momento, che diventa, forse, un nuovo obiettivo in attesa della ripresa di una vita piena.
E poi, finalmente, quasi sul finale, la gioia del ritrovarsi tutti assieme, Marta, Giuliana Crociata, Matteo,  Mario Alberto, Naomi , Alice, Mariafrancesca,  Gianfranco, Tito  e Calogero, ancora incerti ma desiderosi di ripartire e soprattutto, di vivere finalmente quella socialità rimasta troppo a lungo in silenzio.
Sono diversi i film che hanno tentato di raccontare questo momento. Un anno è forse un frammento di tempo troppo limitato per riflettere sulle conseguenze psicologiche, sociali, umane che il lockdown ha generato. in Isolation, ad esempio, presentato in questa edizione del Festival del Cinema di Venezia, cinque autori europei hanno firmato un cortometraggio ciascuno, della durata di 15 minuti l’uno e  ognuno ha raccontato l’epidemia  soffermandosi, in particolare, sulle conseguenze umane, sociali e psicologiche del Covid.
Dal racconto europeo documentato da Isolation e filmato da 5 autori ( Michele Placido per l’Italia; Julia Von Heinz per la Germania; Olivier Guerpillon per la Svezia; per il Regno Unito Michael Winterbottom  e, infine Jaco Van Dormae per il Belgio) all’analisi di una situazione particolare come in Rebibbia Lockdown, diretto da Fabio Cavalli. In questo documentario,  ci mostra l’esperienza vissuta da quattro studenti universitari della Luiss con un gruppo di detenuti del reparto di Alta Sicurezza del carcere di Rebibbia ed è capace di dare anima alle paure, al senso di insicurezza  e alle inquietudini generate dalla pandemia all’interno dell’universo carcerario e all’impatto di questa sui detenuti stessi.
Sotto lo stesso tempo, focalizzato sull’universo dei giovani, analizza lo stesso momento storico, soffermandosi in particolare sulla lentezza dei momenti di sospensione e sulla realtà, effettiva, vissuta da dieci ragazzi. Lo sguardo del collettivo è pulito, spontaneo, senza troppi tecnicismi ma diretto e a suo modo efficace.

 Il tempo sospeso del confinamento nelle nostre case è diventato, nel corso dei mesi, il nostro tempo “interessante”. Ci ha uniti l’obiettivo comune di provare a raccontarci in un quotidiano fatto di poco o nulla, cercando un dialogo con la Storia di cui, per la prima volta, ciascuno di noi si è sentito parte. Poi, d’un tratto, la necessità di uscire da noi stessi: alla ricerca di altre storie, altri sé, altri film da immaginare per liberarci da questo film in cui noi stessi ci siamo imprigionati.


Sotto le stesso tempo – Regia, sceneggiatura e montaggio: Alice Malingri di Bagnolo, Naomi Kikuchi, Maria Francesca Monsù Scolaro, Matteo Di Giandomenico, Mario Estrada Sanchez, Tito Puglielli, Gianfranco Piazza, Marta Basso, Giuliana Crociata, Calogero Venza.  musica: Matteo Di Giandomenico, Ayax Andoni e gli allievi del Conservatorio di Musica di Palermo Alessandro Scarlatti Luca Rizzo e Alessandro De Rosalia, Gianni Gebbia; produzione: Scuola Nazionale di Cinema – Centro sperimentale di cinematografia, Sede Sicilia; origine: Italia, 2021; durata: 72’.

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