
Non saprei dire se fu davvero una delle “muse” di Woody Allen, ma certo Diane Keaton, al secolo Diane Hall, ebbe una relazione speciale con il grande regista newyorkese: professionale e sentimentale. Del resto il suo unico Oscar lo vinse proprio recitando in Io e Annie, 1977. Californiana di nascita ma ben piantata artisticamente nella Grande Mela, l’attrice è morta l’11 ottobre a 79 anni. Era bella, slanciata, duttile, elegante, sofisticata, politicamente progressista; fu capace di inventare anche uno speciale stile d’abbigliamento, come tanti decenni prima di lei la tosta e indipendente Katharine Hepburn.
I suoi pantaloni larghi a vita alta, i suoi gilet, le sue camicie chiare, i suoi cappelli estrosi ben calzati in testa, i suoi occhialoni, le sue cravatte lente sul collo, quelle scarpe sempre perfette, accordate alle tinte: la riconoscevi al volo e forse finì un po’ vittima di quel “personaggio” eternato in decine di storie, con l’eccezione forse del durissimo In cerca di Mr. Goodbar di Richard Brooks, accanto a Richard Gere, sempre del 1977.
Eppure il suo primo ruolo importante era stato nel film di Francis Ford Coppola Il Padrino, nel lontano 1972, dove aveva dato corpo alla tribolata esistenza di Kay Adams, la seconda moglie di Michael Corleone, incarnato da Al Pacino. E proprio con l’attore italo-americano avrebbe avuto una travolgente storia d’amore, nella vita vera, sul finire degli anni Novanta.
Anche con Warren Beatty fu amore a prima vista. Di lei il divo bellissimo disse ai tempi di Reds: «Diane si avvicina al copione quasi come per un’opera teatrale in cui memorizza l’intera sceneggiatura già prima delle riprese; non conosco nessun altro attore che lavora così».
Non si contano i film nei quali ha recitato, anche dopo i sessant’anni, quando seppe adeguare la propria bellezza, così cittadina, urbana, metropolitana, all’età portata con serenità, senza ritocchi vistosi e facendo ingrigire i capelli. Me la ricordo, per dire, in un curioso e sfortunato film del 2017, da noi intitolato Appuntamento al parco, dove rivaleggia con un monumentale Brendan Gleeson nei panni di un barbone che vive in un parco londinese e non vuole sloggiare da lì.
Per tanti anni è stata doppiata da Livia Giampalmo, che le diede una voce potente e leggermente arrochita, a suo modo sexy: le stava bene addosso, ma non era la sua, più morbida, veloce, meno caratterizzata.
