Una vita da sogno – L’abbaglio di Alessandra Cardone

  • Voto


Meno male che è solo il sottotitolo, altrimenti ci sarebbe stato il rischio di confondersi con il film di Roberto Andò, L’abbaglio, appunto, uscito poco più di due mesi fa; d’altra parte, di recente, nelle sale italiane era possibile vedere due film intitolati allo stesso modo, ossia Dreams uno quello norvegese che ha vinto al Festival di Berlino, l’altro, un italiano di Elena Rotari, usciti a brevissima distanza l’uno dall’altro (e ancora deve arrivare in sala quello di Michael Franco, intitolato, viva la fantasia, Dreams, anch’esso presentato alla Berlinale). Il film di oggi è opera di Alessandra Cardone quasi cinquantenne regista milanese che esordisce con Una vita da sogno (ah, di nuovo sogno/sogni) dopo aver diretto e prodotto diversi cortometraggi (vedendo il film lo si capisce) e documentari (e, in parte, anche questa provenienza si intuisce).

Ché  il film appartiene di diritto a quella specie di sottogenere che si è soliti chiamare placetelling, ovvero “una particolare tipologia di storytelling applicato ai luoghi. L’obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo territoriale e di contribuire al consolidamento del senso di identità e di appartenenza tra i membri di una comunità”. Nella fattispecie qui si tratta del Salento. Dall’altro lato, però, il film racconta la storia di uno sviluppo, di una emancipazione sostanzialmente fallimentari.

Ne è protagonista Andrea Simonetti che interpreta Nicola (come altro potrebbe chiamarsi un uomo originario della Puglia?) un ristoratore vedovo (ha perso la moglie giovanissima e la va a trovare al cimitero quasi ogni giorno) che vive tutto il giorno al ristorante, fatta salva la relazione molto intensa con la figlia che risponde al nome di Acqua (Denise Tantucci). Tutto segue le più normali consuetudini, con le amiche del paesello per lei e le relazioni al ristorante per lui, tutte sequenze in cui la sceneggiatura non pare affatto fantasiosa. Né, va detto, la sceneggiatura s’impenna al momento in cui arriva il personaggio che mette totalmente in subbuglio queste vite segnate dalla più rituale consuetudine. Costui è un attore americano che risponde al nome di Johnny Light (Light come luce o come leggero? Mah! Il nome fa ridere perché sembra una via di mezzo fra un whisky e una Coca Cola; ,n ogni caso: interpretato da Christopher Backus). Johnny è un tenebroso e all’apparenza fragile belloccio che è venuto a girare uno spot superkitsch sulle spiagge del Salento e che le ragazzine-groupies (Acqua compresa) vanno ad adorare nei pressi del set e con cui sognano di farsi un selfie. Questa storia, già al solo raccontarla, di una certa inconsistenza, subisce una potenziale impennata al momento in cui Johnny decide di andare a cenare nel ristorante di Nicola, denominato La rosa nera, scatenando in Nicola, com’è ovvio, la voglia di dare il meglio di sé, quando non di stupire l’illustre ospite.

Ciò da vita a un’amicizia fra i due non priva di venature queer, che produce un istinto emulativo in Nicola che all’improvviso comincia a vestirsi come l’americano, a farsi tatuaggi, a bistrarsi gli occhi etc., una trasformazione che sarebbe molto arduo definire plausibile. Il tutto culminante con la promessa di Johnny di sponsorizzare la sua trasvolata oceanica e l’importazione dell’originaria, originale cucina pugliese in quel di LA, anzi direttamente nei pressi di Hollywood.

Non riveliamo il finale, per chi volesse andare a vedere questo film che – nell’impianto generale, nella sceneggiatura, nell’uso smodato di musica a coprire dialoghi che non si possono scrivere perché neanche si possono immaginare, in una recitazione a tutti gli effetti piuttosto modesta – non ci è parso per nulla convincente, dando nei ruoli minori ampio spazio anche a un certo macchiettismo.

In sala dal 10 aprile 2025.


Una vita da sogno – L’abbaglio  – Regia e sceneggiatura: Alessandra Cardone; fotografia: Stefano Tramacere; montaggio: Mattia Soranzo; interpreti: Andrea Simonetti (Nicola), Denise Tantucci (Acqua), Christopher Backus (Johnny Light); produzione: Scirocco Films; origine: Italia 2025; durata: 90 minuti; distribuzione: Unicorn,102 Distribution.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *