Under Paris di Xavier Gens

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3


Under Paris, ovvero la biologa marina Sophia (Berenice Béjo) che, con alcuni colleghi scienziati, studia l’impatto dell’inquinamento e del riscaldamento globale sulla fauna marina, grazie soprattutto a uno squalo femmina di nome Lilith. Durante una immersione il team di ricercatori scopre che le dimensioni dello squalo sono triplicate e che il suo atteggiamento è diventato ostile e aggressivo. Le cose vanno male, Lilith fa una strage e Sophia, traumatizzata, abbandona il progetto.  

Dopo qualche tempo, Mika (Léa Léviant), una giovane attivista ambientale la contatta per informarla di aver registrato la presenza, assieme al suo gruppo di ecologisti, di un enorme squalo femmina nelle acque della Senna, e le chiede aiuto per aiutare l’animale a tornare nel mare prima di morire soffocato dalle acque dolci. Un importante evento sportivo internazionale deve svolgersi sulla Senna e i politici locali non vogliono rimandarlo o impedirlo, pretendendo l’abbattimento dello squalo prima dell’inizio dei giochi. Sophia fa squadra con Adil (Nassim Lyes), coraggioso comandante della polizia fluviale, per evitare una carneficina.

Il film del regista Xavier Gens non deve niente a Lo squalo (1975) di Steven Spielberg, ma tutto invece a Godzilla (1998) di Roland Emmerich, per la confezione ricca e per il contenuto a volte ridicolo di un film alla fine godibile, come lo sono tutti o quasi i film del regista tedesco-hollywoodiano. L’analogia non può qui essere approfondita per non rivelare dettagli gustosi della storia francese, un action-movie più che horror. Come si può intuire, la fotografia, la scenografia, gli effetti digitali sono ottimi e rendono accettabili alcune situazioni risibili, che, ammettiamo, non sappiamo se siano così previste da una sapiente sceneggiatura o se siano, viceversa, frutto involontario di una sceneggiatura molto ingenua.

Comunque sia, il film è e resta Berenice Béjo – alla sua interpretazione, sempre credibile e intensa, si affida il regista per sostenere il racconto dall’inizio alla fine, sia quando è determinata, fragile oppure, viceversa, combattiva.

Parigi nell’estate 2024, questa che sta iniziando, ospiterà le Olimpiadi, così Under Paris potrebbe essere uno spot pubblicitario per l’evento oppure anche una critica ai “giochi” di potere di politici che organizzano “giochi” di sport per ripulire la loro immagine, e per il profitto, eludendo in ogni modo la responsabilità verso l’ambiente e la società – ma forse, nell’uno o nell’altro caso, potremmo essere considerati troppo maliziosi.

 In ogni caso, un film, che, nel bene e nel male, sorprende.

 Su Netflix dal 5 giugno


Under Paris (Sous la Seine) -Regia:  Xavier Gens; sceneggiatura: Xavier Gens, Yannick Dahan, Sebastien Auscher; fotografia: Nicolas Massart; montaggio: Riwanon Le Beller; musica: Alexandre Poncet; interpreti: Berenice Béjo, Nassim Lyes, Léa Lèviant; produzione: Sebastien Auscher per Let Me Be; origine: Francia, 2024; durata: 101 minuti; distribuzione: Netflix.

 

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