Unicorni di Michaela Andreozzi

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Si chiama Unicorni perché il candido animale fantastico, nella cultura transgender di derivazione californiana, è diventato un po’ il simbolo della cosiddetta diversità di genere, a dire l’orgoglio di «persone che sanno di essere speciali e non hanno paura di mostrarlo». Dopo l’anteprima al 55° Festival di Giffoni (17-26 luglio 2025), arriva ora nelle sale con Vision Distribution e Paco Cinematografica il nuovo film della regista e attrice Michela Andreozzi. Il tema, avrete capito, è delicato, investe sensibilità diverse, ma certo sarebbe servito un piglio meno rassicurante e addolcito, più realistico e audace, un po’ alla maniera di quel Tomboy della francese Céline Sciamma che fece parecchio discutere nel 2011. Solo che lì era una ragazzina che sentiva dentro di sé una natura di maschietto, mentre qui c’è un bambino di nove anni, battezzato Blu, che si sente femmina, s’è fatta crescere i capelli fino ai fianchi e non vede l’ora di incarnare la “Sirenetta” nella recita di fine anno presso la scuola elementare “Sergio Endrigo” di Roma.

Daniele Scardini e Edoardo Pesce

Incongruenza o disforia di genere che sia, Blu, con quelle sue grandi orecchie che lo fanno assomigliare a un elfo asessuato, ha fatto già la sua scelta, nonostante manchi qualche anno alla pubertà. «A me, papà, non importa di essere maschio. Io voglio essere io» scandisce a Lucio, il premuroso genitore di sinistra che conduce una trasmissione in una radio privata a un passo dalla chiusura.

Lucio s’è risposato con la dolce antiquaria Elena, con la quale ha avuto Blu (chissà perché gli hanno dato quel nome asessuato?), ma conserva buoni rapporti con la prima moglie Marta che gli diede una figlia oggi adolescente, Diletta. Insieme sono una famiglia “allargata”, come s’usa dire, certo progressista, dai valori di rispetto e solidarietà, a differenza di quell’amico danaroso e meloniano, separato dalla moglie e con figlio spaventato dal buio, che vorrebbe ogni tanto «un’adunata di testosteroni».
Insomma avete capito: benché preoccupati per il futuro, Lucio ed Elena provano ad assecondare la natura femminile del figlio, anche se poi si rivolgono ad una terapeuta esperta del ramo che ha raccolto un gruppo genitori con gli stessi problemi. «I vostri figli non possono fare a meno di essere quello che sono. Ma a voi sta di decidere se accompagnarli o no» teorizza la psicologa, provando a calmare le inquietudini e a spiegare quanto succederà. E intanto Blu, sfottuto dagli amichetti alle feste per come si abbiglia, a scuola ha cominciato a frequentare il bagno delle femmine, con scandalo crescente (neanche la preside sa come comportarsi, vorrebbe solo andare in pensione).
La cultura “woke” esecrata dal personaggio più meschino, appunto l’amico Stefano per la quale «la famiglia è in via d’estinzione», purtroppo torna schematizzata nell’intrecciarsi degli eventi, in un crescendo di tensioni e incidenti, specie quando Lucio, ormai confuso, porta lo smarrito Blu in un campeggio per maschietti avventurosi. Ma tranquilli: tutto alla fine s’aggiusta, vince il buon senso e le note di La vasca di Alex Britti siglano la recita scolastica con Blu finalmente sorridente.
Al centro Micaela Andreozzi
Andreozzi è regista abituata a raccontare, in chiave di commedia lieve, la nuova realtà italiana, l’ha fatto anche di recente, nel 2021, con il suo Genitori vs. Influencer; ma qui appare intimorita dall’argomento, quindi opta per una regia un po’ anodina, con dialoghi didascalici, dove il travaglio coniugale dei due genitori sensibili è opposto alla grettezza di un certo mondo borghese rozzo e venale. I toni sono un po’ da fiction televisiva: colori, drammaturgia, recitazione, raccordi e dialettica.
Edoardo Pesce, Valentina Lodovini e il debuttante Daniele Scardini incarnano i tre protagonisti, lasciando che i patemi umanissimi degli adulti lentamente siano sbriciolati dalla calma quasi zen del bambino (a occhio non è così facile gestire la cosa); mentre gli altri interpreti coinvolti, da Lino Musella a Thony, da Donatella Finocchiaro a Paola Tiziana Cruciani, s’adeguano al registro scelto da Michela Andreozzi, che si ritaglia per sé il ruolo della psicologa.
In anteprima il 17 luglio al 55° Giffoni Film Festival.
In sala dal 18 luglio 2025.

Unicorni – Regia: Michela Andreozzi; sceneggiatura: Michela Andreozzi, Alessia Crocini, Tommaso Triolo; fotografia: Stefano Salemme; montaggio: Luciana Pandolfelli; musica: Andrea Guerra; scenografia: Mauro Vanzati; interpreti: Edoardo Pesce, Valentina Lodovini, Daniele Scardini, Federica Victoria Caiozzo (Thony), Donatella Finocchiaro, Lino Musella, Paola Tiziana Cruciani, Michela Andreozzi; produzione: Arturo Paglia, Isabella Cocuzza, Antonia Nava per Paco Cinematografica, Vision Distribution, Neo Art Producciones; origine: Italia/Spagna, 2025; durata: 105 minuti; distribuzione: Vision Distribution.

 

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