Vita da Gatto di Guillaume Maidatchevsky

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Focalizzato su una bella amicizia tra una bambina e un gattino tigrato, in Vita da Gatto, si racconta la storia della crescita e dell’evoluzione umana, quando sono in gioco l’abbandono e il distacco affettivo. Forte del premio ottenuto come Miglior film al Giffoni Film Festival 2023 nella categoria Elements +6, l’opera ci immerge in un rapporto quasi simbiotico tra una bambina, Clemence, in un momento difficile della sua vita e un simpatico amico a quattro zampe, con il quale la piccola instaura da subito un legame profondo.

L’ispirazione della nuova opera del regista Guillaume Maidatchevsky, già autore di Ailo – Un’avventura tra i ghiacci (2018) e Kina & Yuk alla scoperta del mondo (2023) arriva dal romanzo Rroû, scritto nel 1931 da Maurice Genevoix (1890-1980).  Dal romanzo il regista attinge, portando la storia in un contesto contemporaneo, il punto di vista dell’animale e il modo in cui l’animale percepisce la natura perché “il felino è al confine tra due mondi: quello domestico e quello esterno. Ha un lato indomabile, irrefrenabile”.

Questo suo lato selvaggio lo spingerà ad avventurarsi fuori casa, lontano da lei. E la bambina sarà costretta ad accettare il suo distacco, per il suo bene e per il rispetto della stessa natura animale.

L’intreccio è essenziale e adatto, per la storia che racconta, a un pubblico di giovanissimi: l’aspetto interessante di Vita da Gatto è il modo in cui il regista vuole dipingere il rapporto tra Clemence e il gatto Rroû, e il bisogno di avventura e di libertà del felino che si intreccia con un percorso di necessaria crescita che vivono entrambi.

Clémence (Capucine Sainson-Fabresse), una bimba di quasi dieci anni trova in soffitta un gattino tigrato, chiamato Rroû per via delle fusa affettuose che emette e tra i due scatta subito una grande empatia, anche perché il felino arriva, quasi come un dono, in un momento complicato per la famiglia di Clémence, dovuto alla separazione dei due genitori.

La natura indomabile del gattino viene fuori già quando lei accompagna i genitori nella casa di montagna: nonostante provino a contenerne lo spirito intraprendente, lui vive un’avventura piuttosto pericolosa nel bosco. Più avanti e durante un ultimo giro alla casa, in procinto di essere venduta, Rroû non farà ritorno e lei sarà costretta a crescere grazie all’incontro con la scontrosa vicina montanara Madeleine (Corinne Masiero), accompagnata dal fedele mastino napoletano Rambo. Spesso le lezioni di vita più importanti arrivano da persone inaspettate, proprio come nel caso di Madeleine, una donna rude, spinosa, ma capace, a suo modo, di aprire gli occhi a Clémence sulla natura del suo amato felino.

Guillaume Maidatchevsky, pur soffermandosi sull’aspetto simbiotico e giocoso del rapporto tra la ragazza e il suo nuovo amico, non enfatizza l’aspetto romantico ed esasperato della storia e si focalizza, invece, con naturalezza e in modo quasi documentaristico, sulla necessità di comprendere la libertà dell’altro, aspetto che diventa una tappa importante nel percorso di crescita di Clémence e di tutti noi. Adatto ai bambini e a un pubblico di adulti.

In sala dal 18 aprile


Vita da gatto (Mon chat et moi, la grande aventure de Rroû) – Regia:  Guillaume Maidatchevsky; sceneggiatura: Guillaume Maidatchevsky, Michaël Souhaité; fotografia: Daniel Meyer; montaggio: Jeanne Kef; musica: Julien Jaouen; interpreti: Capucine Sainson-Fabresse, Corinne Masiero, Lucie Laurent, Nicolas Umbdenstock; produzione: MC4, Orange Studio; origine: Francia/Svizzera, 2023; durata: 83 minuti; distribuzione: Plaion Pictures.

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