Wicked – Parte 2 di Jon Murray Chu


Dopo il grande successo del primo capitolo, che ha incassato in tutto il mondo oltre 750 Milioni di dollari, divenendo uno dei musical più redditizi di sempre, giunge nelle sale Wicked – Parte 2, per il quale, giustamente, si nutriva grande e trepidante attesa.

Sono passate dodici maree, da quando Elphaba (Cynthia Erivo) ha abbracciato il ruolo, da altri attribuitogli, di “perfida strega”, di nemica giurata del Regno di Oz e del suo grande e potente Mago (Jeff Goldblum, cialtrone e sinistro). Nel regno fervono i lavori di costruzione della monumentale strada di mattoni gialla: “tutte le strade portano a Oz” afferma fiero il Mago, e tutto andrebbe per il meglio se non fosse per la perfida strega che, in sella alla sua scopa, oltre a compiere spericolate acrobazie, mette in atto vere e proprie azioni di sabotaggio, disfacendo in un sol colpo quello che gli abitanti del regno, con tanta fatica, tentano di costruire. Solo una piccola parte di essi in realtà, i più reietti tra loro, rappresentati dagli stessi animali cui, nello scorso capitolo, era stata tolta la libertà di circolare liberamente e di vivere una vita integrata assieme al resto della popolazione.  Ora, invece, se non sono rinchiusi nelle gabbie, vengono trattati come schiavi per rendere ancor più glorioso il regno fatato, a maggior gloria dei suoi cittadini e dei suoi governanti.

Ma di questo lato oscuro, i cittadini del ridente regno sembrano felicemente ignari; a parte i fastidiosi contrattempi di cui incolpare la strega, tutto sembra andare a gonfie vele: hanno un nemico di cui aver paura, ma possono contare sulla protezione di “Glinda la buona” (Ariana Grande), che incarna i più alti valori di Oz, simbolo di perfezione, grazia e bontà d’animo, a cui, non a caso, tocca in sorte, per marito, il principe azzurro   Fiyero  (Jonathan Bailey), tanto bello quanto coraggioso. Come potrebbero, dunque, andare male le cose, se, come sappiamo, Glinda è destinata alla gloria e a una vita di amore con Fiyero, mentre Elphaba, è cacciata dall’esercito comandato proprio da Fiyero? A complicare le cose, per la povera strega dalla pelle di smeraldo, ci si mettono anche il rapporto non più idilliaco con la sorella Nessarose (Marissa Bode) e la comparsa all’orizzonte di Dorothy e dei suoi tre compagni di viaggio (lo Spaventapasseri, l’Uomo di Latta, e il Leone Codardo).

                      Jeff GoldblumCynthia Erivo

Che la pellicola diretta da Jon M. Chu così come il musical di Holzman e Schwartz  e, ancor prima, il libro di Gregory Maguire, attui numerosi ribaltamenti rispetto al canone cinematografico e letterario, è un fatto, più o meno, noto a tutti e di cui abbiamo scritto per il precedente capitolo di Wicked. Stavolta, tuttavia, viene aggiunto un altro tassello a questa narrazione sghemba, poiché, a essere portata sotto i riflettori è la figura di Glinda, non meno dolente di quella incarnata da Elphaba. Se la seconda è condannata a divenire il capro espiatorio di tutti i mali che affliggono la sua famiglia prima e il Regno di Oz poi, a Glinda, sin dalla più tenera età, a pesare come un macigno è lo stigma della perfezione, la schiavitù dell’immagine da promuovere e preservare a scapito dei propri sentimenti più profondi e della propria vera natura, tutt’altro che perfetta e sicura di se: “tu sollevi il morale a tutti loro, lasciaglielo credere! […] la bacchetta lo rende credibile” le suggerisce Madame Morrible (Michelle Yeoh).

Prosegue, naturalmente, fino alle ineluttabili conseguenze, il confronto tra le protagoniste e i nodi cruciali rappresentati dal rapporto tra potere, giustizia e la rappresentazione della verità in quello che, più che un regno magico, si configura sinistramente come un regime: “la verità è solo ciò su cui tutti sono d’accordo”, dirà a un certo punto qualcuno.

E in effetti, le (tre) donne sembrano incarnare diverse tipologie di umanità, ma soprattutto differenti posture rispetto ai temi di cui si è poc’anzi scritto e, in definitiva, di fronte al potere manipolatorio incarnato dal terrestre e ciarliero Mago di Oz. Se Glinda rappresenta il lato materno, fragile, conciliante, ed Elphaba quello testardo, combattivo e idealista, è proprio il personaggio interpretato da Michelle Yeoh (a suo agio nel dare corpo al vero antagonista femminile), colei che cinicamente sceglie di divenire complice di quel potere, scendendo a patti con esso.

                                   Arianna Grande

E il popolo di Oz, possibile non si accorga di nulla, che la gente sia “così sciocca da credere a tutto”, come afferma il Mago? La sua ingenuità, o il desiderio di una vita tranquilla, lo rende forse meno complice?  Sono queste le domande destinate (tragicamente) a rimanere senza risposta, in questa pellicola che, tirando le somme, non può tradire la propria natura di film per famiglie dalla confezione spettacolare notevole.

Se, tuttavia, una pecca deve essere trovata in questa seconda parte, questa risiede, forse, nel non riuscire a reggere bene il confronto con il primo capitolo, dovendo in qualche modo trovare una sintesi tra la profondità delle sue riflessioni e l’attitudine da blockbuster che fieramente esibisce.

Andrebbero aggiunte, inoltre, alcune perplessità su un finale insistentemente differito (sul finire si ha la sensazione che questo capitolo sia più lungo del precedente, quando non è così) e di una fotografia non proprio all’altezza.

Ma si tratta di quisquiglie: il film è tra quelli hollywoodiani che vanno assolutamente visti e, come accaduto per la prima parte, farà faville al botteghino.

In sala dal 19 novembre 2025.


Wicked – Parte 2   – (Wicked: For Good – Regia: Jon Murray Chu; sceneggiatura: Winnie Holzman, Dana Fox (dal musical Wicked di Winnie Holzman e Stephen Schwartz, dal romanzo Strega – Cronache dal regno di OZ in rivolta di Gregory Maguire); fotografia: Alice Brooks; montaggio: Myron Kerstein; musica: John Powell, Stephen Schwartz; interpreti: Cynthia Erivo, Ariana Grande, Jonathan Bailey, Michelle Yeoh, Jeff Goldblum, Andy Nyman,  Ethan Slater,  Bowen Yang, Keala Settle, Courtney-Mae Briggs, Peter Dinklage; produzione: Marc Platt, David Stone; origine: USA, 2025; durata: 138 minuti; distribuzione: Universal Pictures.

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