Wolfs – Lupi solitari di Jon Watts

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È un’operazione di divertente inconsistenza quella messa in piedi dal regista e sceneggiatore (parliamone!) Jon Watts che risponde al titolo super-tarantiniano di Wolfs che malgrado l’aggiunta nel titolo italiano -“Lupi solitari” non significa affatto “Lupi”, dato che il plurale di Wolf è notoriamente irregolare e suona “Wolves”. Wolfs vuol dire infatti “Wolf” al plurale e lo Wolf (in realtà Winston Wolfe, ma tutti lo chiamano Wolf) più famoso è il personaggio interpretato da Harvey Keitel in Pulp Fiction, talmente famoso da aver dato luogo quasi subito al merchandising di t-shirt  e felpe con su scritto “My name is Wolf, I solve problems”.

Sceneggiare notoriamente vuol dire costruire un plot e saper scrivere dialoghi; se su quest’ultima cosa, anche grazie alla perfetta interazione fra i due protagonisti George Clooney e Brad Pitt e a un certo tarantinismo di risulta, non sempre ma spesso ci siamo, sulla costruzione del plot il film è davvero scadente, ripetitivo, con delle lungaggini e con un rapidissimo spiegone finale che vorrebbe tanto ricordare The Usual Suspects ma che non convince neanche un po’; del resto, forse, non sarà del tutto un caso che Jon Watts ha scritto sceneggiato e diretto  Spider-Man: Homecoming (2017) ma dei due film successivi si è limitato a curare la regia perché con tutta evidenza la sceneggiatura gliel’hanno tolta di mano.

E allora veniamo al motivo per cui gli spettatori, se in possesso di un abbonamento con AppleTV+ dovrebbero restare 108 minuti incollati al teleschermo o al computer e al maxischermo di uno home cinema. Il motivo è semplice e risponde al nome delle già menzionate due star George Clooney e Brad Pitt (sui cui cachet sono circolate voci a dir poco strabilianti) che gigioneggiano in stile vecchia e nuova Hollywood (Jack Lemmon/Walter Matthau o, dato l’argomento, anche Paul Newman/Robert Redford) con un timing perfetto, un espressività corporea dei gesti, dei volti, degli occhi, dei sorrisi che, per quanto uno si senta un po’ preso per i fondelli, non può non finire per conquistare. I due notoriamente si conoscono a menadito dai tempi della serie di Ocean’s ma anche da Burn After Reading.  Agli echi tarantiniani si aggiungono qua e là anche risonanze coeniane: in una certa ambientazione darkeggiante e anche per la presenza/assenza di Frances McDormand nel personaggio solo sonoro di Pam, la padrona dell’albergo dove si svolge gran parte della vicenda.  Se poi vogliamo dirla tutta, con la New York notturna e col terzo personaggio del plot, che nei credits risponde al nome di “Kid”(interpretato dall’ottimo Austin Abrams) viene anche da pensare ad After Hours di Martin Scorsese e alla figura interpretata da Griffin Dunne.

A proposito dei nomi: non è dato conoscere invece il nome dei due protagonisti, solo a un passo dalla fine si promettono che, se supereranno la sfida finale che non svelerò, finalmente se lo diranno. D’altra parte, mai come in questo film, il nome dei protagonisti non conta affatto, si potrebbe anzi dire che i personaggi non esistono, sopraffatti come sono dagli attori che li interpretano, i quali, rispetto al passato, giocano anche in modo consapevole e ammiccante con l’ageing (occhiali, mal di schiena etc.), a differenza, tanto per restare alla generazione dei sessantenni, di un attore come Tom Cruise, con tutta evidenza interessato a mantenere il mito dell’eterna giovinezza, anche solo nel rifiuto di qualsivoglia stunt.

Fatto salvo il fatto che, come dicevo all’inizio, i protagonisti sono al pari di Wolf, due cleaner, due fixer chiamati a ripulire una (apparente) scena del crimine non ha molto senso mettersi, per le ragioni suddette, a raccontare la trama, vista la sua non infrequente astrusità. Quel che invece va detto fin da adesso è che la conclusione del film e le dichiarazioni dei protagonisti lasciano pensare che ci sarà un sequel. Nella speranza che si trovi un nuovo sceneggiatore.

Fuori concorso all’81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia 2024
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Wolfs- Lupi solitari (Wolfs) – regia, sceneggiatura: Jon Watts; fotografia: Larkin Seiple; montaggio: Andrew Weisblum; interpreti: George Clooney (Margaret’s Man), Brad Pitt (Pam’s Man), Amy Ryan (Margaret), Austin Abrams (Kid), Frances McDormand (voce di Pam); produzione: Apple Studios, Plan B Entertainment, Smokehouse Pictures; origine: USA 2024; durata: 108′; distribuzione: AppleTV+

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