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Voto
Anna Kendrick come attrice ha partecipato, giovane, con successo, alla saga di Twilight, con Tra le nuvole (Jason Reitman, 2009) ha avuto una nomination all’Oscar come migliore attrice non protagonista, poi tante commedie per il cinema e altri lavori per la tv come Love life (Sam Boyd, 2020-2021). Tanti lavori come attrice quindi e alcuni anche come produttrice (Dummy, 2020), e è del 2023 il suo inaspettato, almeno per me ma forse non per i suoi collaboratori, esordio alla regia con Woman of the Hour, ora disponibile su Netflix.
Ed è stato sicuramente un tentativo riuscito di fare un film su un serial killer, Rodney (interpretato da Daniel Zovatto) disgustoso, che coinvolge le sue vittime con citazioni colte, in verità languide e ridicole, per poi ucciderle con consapevole e, sinceramente, inspiegabile odio. Interessante è come la protagonista, Sheryl, interpretata, bene, dalla stessa Kendrick, entri in contatto con l’assassino, partecipando entrambi al popolare programma televisivo The Dating Game, dove la stessa Sheryl deve scegliere tra tre pretendenti, senza vederli, dopo avergli fatto varie domande su come conquistare una donna. Rodney è uno di loro, il più sensibile, il più intelligente, la sua perversione è anche narcisistica e si espone sfacciatamente di fronte alle telecamere per un delirio di onnipotenza e di efferatezza intellettuale. È un seduttore capace di ingannare la sua vittima all’interno di un programma che è già falso di suo.

Il tutto è una storia vera, che la regista racconta con intelligenza e sobrietà, capendo che la storia parla da sé. La violenza si manifesta nell’odio del serial killer più che nel comune, per tanti film, indulgere nelle ferite fisiche e psicologiche delle ragazze e delle donne catturate. In ciò sta il valore aggiunto dell’esordio alla regia di Anna Kendrick, il porre in evidenza il comportamento compiaciuto di un uomo senza passato né un futuro, e con un presente di sospensione diabolica. Molto interessante anche il contrasto fra le scene all’interno dello studio televisivo e quelle nel deserto, bellissime, ma che alludono, forse, al vuoto del serial killer, freddissimo e spaventoso nel suo immotivato senso di superiorità nei confronti del mondo e delle sue vittime – un uomo capace nella realtà, secondo i sospetti della polizia una volta catturato, di uccidere centotrenta donne. Sheryl da parte sua abbandona i suoi sogni di diventare attrice, di cui la partecipazione al gioco televisivo ne era un aiuto in termini di visibilità, per dedicarsi alla sua famiglia. Alla fine, il gioco si è rivelato un esporsi alla vanità più stupida da parte di tutti e alla violenza di uno squilibrato che ci interroga sulla nostra virtù, sul nostro rispetto e sul nostro amore per le donne.
Su Netflix
Woman of the Hour – Regia: Anna Kendrick; sceneggiatura: Ian McDonald; fotografia: Zac Kuperstein; montaggio: Andy Canny; musica: Dan Romer, Mike Tuccillo; interpreti: Anna Kendrick, Daniel Zovatto; produzione: AGC Studios, Vertigo Entertainment, BoulderLight Pictures; origine: USA, 2023; durata: 94 minuti; distribuzione: Netflix.
