Festival di Locarno 2024 (Piazza Grande, 10 agosto): Shah Rukh Khan e i film Mexico 86 di César Díaz, Sew Torn di Freddy Macdonald

Sabato sera 10 agosto, il celebre attore, produttore cinematografico e personaggio televisivo indiano Shah Rukh Khan, chiamato King Khan o Baadshah (Imperatore) di Bolliwwod ha ricevuto il Pardo alla carriera Ascona Locarno Tourism.

Kingh Kahan ha subito colpito il pubblico con qualche parola in italiano e la battuta che oltre alla lingua è migliorato anche nella cucina italiana, per poi continuare i discorsi più seri in inglese: “Grazie a tutti per avermi accolto nella bellissima città artistica di Locarno, soprattutto a Giona Nazzaro e a Raphaël Brunschwig. Il cinema per me è un atto profano, è il viaggio del cuore, un pezzo di vibrazione. Non è intelletualizzare e moralizzare, l’arte e il cinema, servono solo a mostrare cosa fluisce dal cuore, ad esprimere la propria verità. È la lingua universale che comprende tutto il mondo, e trasmette sensibilità, amore, e gioia. Per me non c’è eccellenza senza passione, io amo intensamente ogni ruolo. È incredibile, che una persona sola possa vivere così tante vite, ed è diffcile esprimere tutti i ruoli in una sola vita, ma sono molto resiliente.

Ha ringraziato per il premio  che lui considera il più importante al mondo, per concludere con un incoraggiamento a continuare a provarci sempre e a non mollare: “Girate una scena in più, fate un film in più, e alla fine vedrete quello che io ho visto stanotte, Dio vi benedica, grazie mille.”

Mexico 86

È poi seguita in piazza una doppia proiezione con la prima mondiale di Mexico 86 di César Díaz al suo secondo lungometraggio. Il regista molto commosso ha dichiarato: Volevo ritrarre l’ambivalenza di una madre, confrontata a scegliere tra l’attivismo per il suo Paese e suo figlio. Una scelta impossibile. Non c’è modo di scegliere, e quando lo si fa è sempre per il meglio del proprio figlio. È davvero difficile. Un grande schock vedere così tanta gente, grazie mille. Questo titolo l’ho scelto, perché in quegli anni tutto il Sud America parlava del Mondiale Mexico 86, e nessuno della sanguinosa dittatura in Guatemala, una storia per me importante.

Bérénice Béjo

La protagonista, l’attrice franco-argentina Bérénice Béjo, che interpreta Maria, una madre militante nella resistenza in Guatemala, ha aggiunto: mi sono fatta attrarre dalla sceneggiatura di César su questa famiglia, e sono molto fiera di aver partecipato a questo film. Accettare i problemi della vita, o rendersi conto che al mondo non è sempre possibile scegliere, oppure che la scelta è più grande di te, sono solo alcune delle tematiche trattate nel film.

La storia inizia nel 1976, dieci anni prima rispetto al titolo. A causa delle minacce di morte, Maria, un’attivista rivoluzionaria guatemalteca che si batte contro la corrotta dittatura militare del suo paese, deve abbandonare il figlio piccolo, lasciandolo alla nonna, e fuggire in esilio in Messico. Nel 1986, quando il figlio la raggiunge, si trova a dover compiere una scelta impossibile fra il ruolo di attivista e quello di madre, perché la nonna, causa una grave malattia, non può più occuparsi del ragazzo. Inizialmente decide, nonostante il parere contrario dei suoi compagni di lotta, di fare la madre continuando ad essere una militante, con la conseguenza di mettere anche suo figlio in pericolo. Infine, il figlio ormai undicenne è cresciuto, e fa lui la scelta per la madre, decidendo di tornare dalla nonna e lasciare alla donna il continuare nel suo ruolo di militante.

Il regista ha raccontato come il film abbia una matrice autobiografica, perché con esso si è confrontato con la ribellione armata di sua madre, che al pari di Maria non aveva tempo di essere anche una genitrice. Ricco di scene coinvolgenti a partire da fatti realmente accaduti Mexico 86 è un’opera importante che ci fa confrontare con lotta sociale, spesso irrisolta, conto le ingiustizie e i diritti civili e politici violati.

Freddy Macdonald

Il secondo film della serata è stato Sew Torn opera di debutto di un giovanissimo (classe 2000) lo svizzero-americano Freddy Macdonald  che già nel 2019 aveva girato un cortometraggio di sei minuti dallo stesso titolo che era stato acquistato dalla Searchlight Pictures e scelto per partecipare agli Oscar. Alla domanda perché girare il suo lungometraggio in Svizzera e se pensava di poter portare il suo lavoro in Piazza Grande, ha risposto: no, non mi aspettavo potesse accadere di finire in Piazza Grande. La decisione di girarlo a Bad Ragaz è perché mi sembrava il paesaggio giusto, inoltre ho fatto il liceo in Svizzera, e volevo girare con quello spirito.

La storia parla di una donna, Barbara Duggen (Eva Connolly), la cosiddetta Sarta Mobile, che lotta per mantenere in vita la sua attività. Il nome le deriva da un altro “personaggio” molto importante per il film, la sua fedele piccola automobile azzurra, che ha sul retro un enorme rotolo di filo con un ago, altrettanto grande, infilato dentro. Un incarico da parte di una sposa molto aggressiva (Caroline Goodall) la porta a mettersi in viaggio per sostituire il bottone dell’abito della cliente, ma ad un certo punto si imbatte in un affare di droga andato male. Di fronte a due motociclisti a terra, pistole e una valigetta, Barbara è costretta a scegliere: commettere il crimine perfetto, chiamare la polizia o scappare. Tutte le possibili opzioni porteranno a un susseguirsi di eventi thriller ma faranno vedere anche come le nostre scelte e le nostre azioni determinano e plasmano il nostro percorso.

 

 

 

 

 

 

Freddy Macdonald voleva una protagonista dalle risposte inaspettate: “Abbiamo creato un film terrificante e mantenuto la promessa di esplorare le varie opzioni a disposizione. È stata sempre una questione di scelta. Abbiamo provato e riprovato, per vedere cosa non funzionava, se la protagonista compiva una decisione sbagliata. Guardando il film, sembra che quasi ognuna sarà nefasta per la protagonista.

Oltre alla bellissima fotografia dei paesaggi, il viaggio di Barbara è ritratto con grande abilità. La vediamo bloccata, l’auto è la sua capsula del tempo, che la tiene ancorata al passato, e con le sue scelte cerca una via di fuga. Sew Torn ha un ottimo ritmo, e una suspence non indifferente, ad ogni scelta fatta ci si chiede, se la protagonista stia finalmente seguendo la strada giusta.

Foto della serata Stéphanie-Linda Maserin

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