Telluride Film Festival (29 agosto – 1 settembre 2025): Tuner di Daniel Roher

Il regista Daniel Roher

Nel suo lungometraggio d’esordio, Daniel Roher, il regista premio Oscar per il documentario Navalny, ha realizzato una fiction elegante, intelligente e divertente su un accordatore di pianoforti dal talento raro. Tuner è, al tempo stesso, un thriller poliziesco, una commedia romantica e un dramma. Per un po’ di tempo, la miscela di generi funziona bene, mantenendo la storia intrigante, leggera e dal ritmo serrato, ma a partire dalla seconda metà, fatica non poco a trovare la nota giusta. Ciò, nonostante un cast di attori eccellenti, una colonna sonora straordinaria e una trama ricca di colpi di scena lo rendono un film notevolmente interessante e pongono Roher nella lista dei registi da tenere d’occhio in futuro anche per la fiction.

La storia segue un giovane accordatore di pianoforti, ex prodigio musicale, di nome Niki (Leo Woodall) che soffre di iperacusia, un disturbo dell’udito che rende i suoni normali intollerabilmente forti. Dotato di un orecchio ‘assoluto’, ha iniziato a guadagnarsi la vita accordando pianoforti, alle dipendenze del sempre più sordo Harry Horowitz (Dustin Hoffman), che funge anche da padre putativo. I due formano una bella coppia, che si occupa di pianoforti fantastici e in gran parte inutilizzati, appartenenti a ricchi newyorkesi, questi ultimi ritratti con grande precisione non scevra da sarcasmo. Per puro caso – improbabile, ma almeno presentato in modo abbastanza credibile – Niki scopre che la sua condizione uditiva lo rende adatto a scassinare casseforti, un talento notato e apprezzato da un gruppo di criminali (guidati da un affascinante e subdolo Lior Raz) che stanno giusto rapinando una casa mentre lui sta accordando il pianoforte. A causa di un’improvvisa crisi finanziaria dovuta a spese impreviste, il ragazzo, si ritrova a vendere i suoi servizi di scassinatore al  gruppo di  cui sopra, in cambio di denaro extra e di bottini occasionali. Nello stesso tempo, Harry favorisce una storia d’amore tra Niki e la talentuosa studentessa di musica Ruthie (Havana Rose Liu) dopo un incontro romantico fra i due al pianoforte. Alla base della trama di Tuner c’è quindi la lotta di Niki contro la sua malattia e il fatto che non potrà mai diventare il virtuoso concertista che avrebbe voluto e potuto essere.

Come si accennava, per gran parte del film, la trama che si basa su un intreccio tra rapine, storia d’amore e il tema del genio che lotta per la normalità – potremmo definirlo una sorta di Will Hunting – Genio ribelle – procede con ritmo spedito e accattivante. I tre elementi si rafforzano a vicenda con leggerezza e suspense, accompagnati da una fantastica colonna sonora composta dal compositore Marius de Vries (autore della musica di Moulin Rouge! e del più recente The End). Tuttavia, quando si arriva al finale, Roher sembra incerto se orientarsi verso il lato oscuro e violento della storia, quello sdolcinato e frivolo o invece quello intellettualmente serio, e così va in tutte e tre le direzioni in modo piuttosto disordinato. Inoltre, gli improbabili colpi di scena finali ne mettono a dura prova la credulità, minando la godibilità raggiunta fin a quel momento dal thriller.

Il regista ha comunque selezionato e utilizzato un cast stellare: Leo Woodall porta avanti il film in modo sobrio, l’anziano newyorkese interpretato da un ottimo Dustin Hoffman brilla (come altro non potrebbe essere!)  con le sue battute e quasi illumina lo schermo, mentre il teppista, interpretato da Lior Raz, è spaventosamente credibile nel suo ruolo mefistofelico. Jean Reno, il sobrio duro degli anni ’80 e ’90, è divertente e affettato nel ruolo di un celebre compositore. L’ unico difetto del casting, probabilmente, sta nel fatto che entrambi i protagonisti, sia Woodall, sia la sua partner Havana Rose Liu, siano troppo attraenti per sembrare dei prodigi musicali, e per giunta dal cuore gentile –  così riesce difficile prendere sul serio le loro sfide personali, per quanto continuiamo a tifare per loro finché ne seguiamo le vicende sullo schermo. Dunque in conclusione: pur lontano dalla perfezione, l’esordio nel cinema di fiction di Daniel Roher ne dimostra chiaramente, come si diceva, il talento e l’abilità registica.


Tunerregia: Daniel Roher; sceneggiatura: Robert Ramsey, Daniel Roher; fotografia: Lowell Meyer; montaggio: Greg O’Bryant; musica: Will Bates; interpreti: Leo Woodall, Dustin Hoffman, Havana Rose Liu, Lior Raz, Tovah Feldshuh, Jean Reno; produzione: Black Bear and Elevation Pictures; origine: United States, Canada; durata: 107 minuti.

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