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Sprofondare giù nell’abisso marino, giù nell’inconscio, pescare nella sconosciuta voragine del mare e risalire con i tesori: scendere nell’inconscio! Un mondo che da sempre affascina coloro che amano Federico Fellini, si mostra in un racconto fatto di immagini di repertorio e bozzetti, versanti animati e brevi frame di un regista che tutto il mondo ci invidia. L’ombra, archetipo stesso del mito Fellini, si muove all’interno di un racconto che resta in superficie, che intrattiene ma non fornisce un reale slancio di profondità.
Claudia Teixera è una documentarista portoghese che, ovviamente, ama Fellini e la sua cinematografia. La sua ricerca sul regista riminese, romano d’adozione, poggia tuttavia non sui grandi successi cinematografici viceversa sulla grande passione, dipendenza di Fellini nei confronti della terapia analitica e, in particolar modo, del metodo junghiano.
Una serie di interviste a coloro i quali hanno indagato questa sfera affascinante dell’autore di 8½, fa da propulsore narrativo a tutto il racconto e, nello specifico, siamo testimoni della grande amicizia/dipendenza di Fellini con lo psicanalista Ernst Bernhard, quest’ultimo capace di seguire, nel suo studio romano a via Gregoriana 12, personaggi di spicco della cultura italiana anni Sessanta. Alternando docu-fiction e immagini di repertorio, l’opera sovrappone il percorso e la ricerca di Claudia alle nevrosi, caratterizzate dalla terapia analitica junghiana e dall’ossessione per il sogno, del regista.
Raccontare il mondo del maestro riminese, la sua “parte oscura”, in circa sessanta minuti è impresa ardua, sarebbe come voler racchiudere la Divina Commedia di Dante in un film o la politica di Napoleone in un saggio breve. Detto ciò, Fellini e l’ombra (nella “Selezione Ufficiale” delle Giornate) tenta di proporre l’argomento sotto una chiave originale ma resta infilzata tra i versanti gradevoli delle sequenze animate, dove osserviamo i disegni dei sogni di Fellini, e l’incedere di Claudia nella sua ricerca della “verità”. Tale doppio binario molto spesso abbassa il ritmo narrativo e crea un effetto straniante che non giova all’opera. Il respiro dunque diventa divulgativo, i contenuti delle interviste fanno emergere episodi, situazioni ma non hanno il tempo materiale per andare in profondità, nel derma dell’archetipo ombra felliniano.
L’ombra, il sogno, la nevrosi in Fellini vivono di un retrobottega in cui vanno a innestarsi i film, il periodo storico in cui ha lavorato Fellini, la natura umana di Fellini, i personaggi che hanno incrociato il suo passaggio e tutto ciò sfugge all’opera. Nel momento in cui abbiamo un elemento ecco che lo osserviamo abbandonarci. Restano le immagini e i versanti colorati, frutto della fantasia di un genio dell’immagine in movimento.
Fellini e l’ombra – Regia: Catherine McGilvray; sceneggiatura: Caterina Cardona, Catherine McGilvray, Bruno Roberti; fotografia: Henry Guereschi; montaggio: Silvia Di Domenico; animazione: Gisella Penazzi; interpreti: Claudia Teixera, Gianfranco Angelucci, Diletta Laezza, Peter Ammann, Caterina Cardona, Christian Gaillard; produzione: Verdiana, Célestes Images; origine: Italia 2021; durata: 64.
