Stephen King e 1922 di Zak Hilditch

  • Voto
3.5

Stephen King è un autore molto prolifico, ma, a nostro avviso, sarà letto e studiato come un classico per la sua scrittura, la sua creatività e la sua originalità. Quando leggiamo un suo romanzo o quando vediamo un film tratto da una sua opera, abbiamo la certezza di imparare sempre molto su come si scrive e si narra, su come si dirige, sebbene tutto ciò in modo indiretto – per creare paura e anche senso di appartenenza, di lealtà, di amicizia. Lo abbiamo già definito in queste pagine web simpatico e questa sua qualità la può capire solo chi conosce bene le sue storie. Piene di giustizia, ironia e macabra comicità. Del valore di essere un uomo che non scappa di fronte alla paura, perché non si tratta di eliminarla ma di affrontarla. Lo ammettiamo, per onestà intellettuale, King è lo scrittore che più amiamo, e, essendo più spettatori che veri lettori, dobbiamo ammettere anche che i film da lui tratti ci divertono moltissimo.

Non fa eccezione questo 1922, prodotto nel 2017 e disponibile su Netflix, dal racconto omonimo compreso nella raccolta Notte buia, niente stelle (2010), un film che con qualche accorgimento, sarebbe potuto essere eccellente, essendo comunque riuscito a creare un certo mistero e suspense. L’accompagnamento della musica, di per sé andrebbe bene, non lo è, però, nella scelta delle scene da motivare; a volte il suono è ridondante e non esalta situazioni, in realtà promettenti.

Il film racconta di un ottuso agricoltore (Thomas Jane) che, per rimanere legato alla sua terra, progetta l’omicidio della moglie (Molly Parker), costringendo il figlio minorenne (Dylan Schmid) a esserne complice; in questo contesto forse la colonna sonora doveva solo gestire l’azione, non suggerirla, doveva essere più semplice. Per il resto la regia e il racconto non annoiano mai. Nel cinema, solo Tarantino è altrettanto imprevedibile come King lo è nella letteratura, e non è un caso che i due maestri non si siano mai incontrati, ma, trattandosi di loro, potrebbero sorprenderci.

La pellicola proposta da Netflix è sceneggiata e diretta da Zak Hilditch, regista australiano di Serpente a Sonagli (Rattlesnake, 2019), un horror con la stessa ricerca morale di questo 1922 e anch’esso visibile su Netflix. Che intrattiene e fa paura soprattutto per le scelte che i personaggi si trovano costretti a prendere. Sono storie queste molto interessanti con dilemmi che richiamano alla lontana il cinema di Woody Allen – come questo a tratti è orrorifico, così i racconti di King a volte sono delle commedie e dei drammi sofisticati. Alla fine, siamo sicuri, c’è sempre da fidarsi di quell’autore americano, riservato, simpatico ed eccellente narratore di storie universali. Leggendo la sua autobiografia che è insieme anche un manuale di scrittura, On Writing: Autobiografia di un mestiere (2001, uscito in Italia da Sperling & Kupfer nel 2015) e che consigliamo tanto a chi ama scrivere oltre che a chi ama King, si fanno nostri molti sentimenti dell’autore, prima tra tutti, una sensibilità con cui ci avvicina a tutti gli scrittori.

E comunque consigliamo anche il bel 1922, che, con qualche maledetto ratto in più, con una musica meno invasiva e qualche altra scena delirante, avrebbe uguagliato la parola scritta di Stephen King, mattatore sornione della letteratura contemporanea, complice di cinema altrettanto interessante e – va detto e scritto -, molto divertente, nonostante le storiacce che descrive.

Su Netflix


1922 Regia e sceneggiatura: Zak Hilditch; fotografia: Ben Richardson; montaggio: Merlin Eden; musica: Mike Patton; scenografia: Page Buckner interpreti: Thomas Jane; Molly Parker, Dylan Schmid; produzione: Ross M. Dinerstein; origine: Usa, 2017; durata: 101 minuti; distribuzione: Netflix.

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