Teatro: Riccardo III di William Shakespeare per la regia di Luca Ariano

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Nell’immaginario shakespeariano Riccardo III rappresenta da sempre l’opera che più incarna il binomio politica e strapotere, elementi che sembrano viaggiare paralleli come se imprescindibilmente una spirale avvolgesse il protagonista che si trovi a maneggiare un trono, un governo, una “leadership”.

La definizione non sembra appartenere alla fine del 1500 quando venne scritta l’opera, ma alla contemporaneità perché è proprio questo ciò che emerge con forza nelle drammaturgie shakespeariane: l’universalità delle tematiche delle opere del Bardo, che ancora oggi muovono gli animi e lo spirito dei popoli di tutto il mondo, come se fossero una lente attraverso la quale la società  viene osservata e penetrata.

Nella messa in scena dell’opera il potere è sviscerato e trasmutato nella sua accezione più corrosiva e folle, intesa come autodistruzione arrivando a toccare dei picchi di assoluto nichilismo.

Il Riccardo III diretto da Luca Ariano riesce perfettamente nell’intento di creare un collegamento con il pubblico, immergendolo nei significati più reconditi e al contempo palesi della storia. 

La regia dimostra una spiccata maturità stilistica e un’equilibrata attenzione all’interpretazione del testo, donando dei momenti di vera immersione nel mondo che Shakespeare aveva descritto senza mai distanziarsi dall’umanità più feroce e concreta.

Spicca il logorante desiderio del poter spazza via qualsiasi dignità e sentimento, accecando l’uomo, e conducendolo a una solitudine presagita da sempre: è ciò che meritano i tiranni.

Shakespeare riesce ad avere sempre un approccio politico delle proprie opere, avvicinando cosi il popolo ai regnanti e mostrandoli nelle loro debolezze e virtù, senza mai nessuna retorica demagogica o dall’atteggiamento superbo dell’ intellettuale pedante.

E’ proprio ciò che arriva attraverso la regia delle spettacolo che ha colpito il pubblico del Teatro India, grazie anche a un attore della levatura di Pietro Faiella,  che senza mai scadere nell’eccesso mimico, riesce a trasformare il proprio corpo in quello di Riccardo.

Di divertente impatto sono finalmente delle musiche contemporanee, tra cui Sympathy for the Devil, che donano un quid in più rispetto a inutili recuperi di melodie medievali, che non costituiscono nessun valore aggiunto rispetto a un testo che non ha bisogno di collegamenti musicali dell’epoca, perché già di per sé molto identitario.

Riccardo III si invera, la sua figura è davanti a noi: l’assassino del proprio nipote, dei suoi amici, arriva brancolando, mostrando la sua deformità e ci guarda, ci parla di sé e dell’ irresistibile seduzione del poter e del male, che da sempre assilla l’essere umano.

L’ultimo erede della dinastia non è più solo un re, ma potrebbe essere un leader politico, un presiedente, un magnate, un mafioso. 

Shakespeare è tra noi e continuerà ad esserci, ogni qualvolta la regia sarà portata avanti mutuando il vero significato della drammaturgia senza tempo e senza epoca.

Al Teatro India (Roma) dal 22 ottobre – 10 novembre 2024.


Riccardo III di William Shakespeare; progetto: Luca Ariano e Pietro Faiella; regia Luca Ariano; interpreti: Pietro Faiella, Roberto Baldassari, Gilda Deianira Ciao, Romina Delmonte, Luca Di Capua, Lucia Fiocco, Mirko Lorusso, Liliana Massari, Alessandro Moser; scene: Luca Ariano con la collaborazione di Alessandra Solimene; costumi: Elisa Leclè; produzione: Teatro di Roma – Teatro Nazionale in collaborazione con Lubox.

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