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Voto
Difficile trovare abbastanza contenuti di buon livello da riempire un’intera library, specie con l’eccesso di offerta cui le numerose piattaforme streaming ci hanno abituato e a maggior ragione se parliamo di contenuti originali. Replicando le strategie commerciali proprie della distribuzione cinematografica, capita che, sotto il periodo natalizio, i vari player tendano a concentrare i titoli di maggiore richiamo. Ed è da quest’ottica che dobbiamo guardare a Carry-On, action-thriller con ambientazione natalizia proposto da Netflix, prodotto da Dreamworks per la regia di Jaume Collet-Serra. A giudicare da alcuni degli ultimi titoli da lui diretti (vedasi per esempio, L’uomo sul treno del 2018), il regista spagnolo pare essersi specializzato nel genere action-thriller, in special modo in quelli ambientati su mezzi di trasporto: treni o aeroplani che siano, a patto che a bordo trovi posto Liam Neeson, suo personale feticcio e portafortuna. La rottura di questa formula alchemica, come testimoniato dall’exploit Supereroistico di Black Adam (2022), pare non portargli affatto bene. In mancanza di Neeson, dunque, è consigliabile volare bassi se non rimanere proprio con i piedi ben piantati a terra, al sicuro in aeroporto, come nel caso del film di cui scriviamo.
Ethan (Taron Egerton) e Nora (Sofia Carson: monocorde, irritante), hanno appena scoperto che lei è in dolce attesa. Il più bel regalo di Natale che ci si potrebbe attendere, se non fosse che, per la coppia, il periodo natalizio è anche il periodo lavorativo più stressante in assoluto, essendo loro impiegati presso il Lax – l’Aeroporto internazionale di Los Angeles- e chiamati a gestire la partenza e l’arrivo di centinaia di migliaia di passeggeri provenienti da tutto il mondo. Entrambi paiono piuttosto compassati, ma Nora, anche se non sprizza gioia da tutti i pori, si ritiene piuttosto soddisfatta della propria carriera lavorativa, a differenza del compagno, da diversi anni impiegato come agente per la sicurezza aeroportuale, senza però aver mai guadagnato un avanzamento di carriera. Il suo sogno era quello di diventare un agente del Los Angeles Police Department, ma dopo aver cannato clamorosamente il test di ammissione sembra non essersi più riavuto, svolgendo stancamente la routine quotidiana, familiare e lavorativa. Spronato e incitato da Nora a dare di più, a combattere per i propri sogni, Ethan decide di rimettersi finalmente in gioco e, in un giorno che si presenta come tutti gli altri, domanda al proprio responsabile Phil (Dean Norris) di essere assegnato al controllo dei bagagli a mano nei varchi. Mai tempismo fu così clamorosamente sbagliato. Proprio il varco presidiato dal futuro neo-papà è infatti stato scelto da uno sconosciuto terrorista (Jason Bateman, convincente anche nei ruoli da antagonista, con una prova decisamente al di sopra della media, in verità non altissima) per far transitare un’arma batteriologica destinata a essere imbarcata su uno dei voli in partenza e ad uccidere le centinaia di passeggeri ivi presenti. Per assicurarsi la collaborazione di Ethan, l’organizzazione si è inserita a livello capillare all’interno del sistema di videosorveglianza dell’aeroporto, controllando ogni singolo movimento del giovane addetto alla sicurezza, ma soprattutto tenendo un cecchino con il fucile puntato su Nora. Ethan si troverà, dunque, da solo, armi spuntate, a fronteggiare l’intera organizzazione criminale, salvo ricevere l’inaspettato aiuto che gli verrà offerto dall’agente Elena Cole (Danielle Deadwyler). Costei, dotata di buon fiuto ma non creduta dai colleghi, metterà insieme tasselli provenienti da indagini tra loro apparentemente slegate, giungendo a ricostruire l’inquietante quadro generale.

Sebbene lo script di T. J. Fixman (alla sua seconda sceneggiatura cinematografica, leggiamo su IMDb) presenti qualche evidente buco logico di troppo, Carry-On (nel suo complesso e perdonate alcune ingenuità) risulta un prodotto che, per lunghi tratti, si lascia guardare con piacere. Le sue circa due ore di durata volano via di filato, complice il ritmo serrato e una buona dose di suspense e pathos che Collett-Serra, con mestiere, riesce a imprimere alla pellicola. Non ci troviamo di fronte al nuovo Trappola di Cristallo (1988), cui, evidentemente, Carry-On strizza l’occhio (a partire appunto dall’ambientazione natalizia): Egerton non assomiglia lontanamente a Bruce Willis e nemmeno Collet-Serra a John McTiernan. Vanno segnalate però alcune sequenze d’azione, probabilmente penalizzate da penuria di budget e da una CGI appena sufficiente, come quella della sparatoria all’interno dell’abitacolo dove viaggia l’Agente Cole.
Dunque, anche in questa pellicola, Collett-Serra propone la vicenda, di stampo hitchcockiano, di un uomo comune chiamato dal caso a frapporsi, come unico argine, al caos che minaccia se stesso e i suoi cari, attraverso le macchinazioni di uomini spietati, animati da interessi massimamente economici.
Questa volta però la minaccia non è costituita dal classico McGuffin, ma dal tristemente famoso Novičok, l’agente patogeno di invenzione russa di cui le cronache degli ultimi anni ci hanno parlato. E forse non è un caso che il film rimandi a una contrapposizione tra blocchi di influenza, tra USA e URSS, che pensavamo relegati al passato di cui fanno parte pellicole come il sovracitato Die-Hard. Il clima mondiale è di nuovo caldo e anche un b-movie come questo non può non risentirne.
Da guardare, popcorn alla mano.
Su Netflix dal 13 dicembre 2024.
Carry-On – Regia: Jaume Collet-Serra; sceneggiatura: T.J. Fixman; fotografia: Lyle Vincent; montaggio: Elliot Greenberg, Krisztian Majdik, Fred Raskin; musica: Lorne Balfe; interpreti: Taron Egerton, Jason Bateman, Logan Marshall-Green, Sofia Carson, Danielle Deadwyler, Theo Rossi, Dean Norris, Sinqua Walls; produzione: DreamWorks, Dylan Clark Productions; origine: USA, 2024; durata: 119 minuti; distribuzione: Netflix.
