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Voto
Presentato in anteprima all’ultimo IDFA di Amsterdam, dove ha vinto i premi per il Miglior Film e il Miglior Montaggio, Trains è un doc. di found footage la cui vocazione narrativa ed epica prende respiro interamente da filmati, provenienti da oltre quaranta archivi internazionali, in dialogo con il sound design, a partire dalla musica composta dal compositore polacco Pawel Szymanski.
Per tutta la durata del lavoro del regista polacco, noto per Abu Haraz (2013), girato nel Sudan del Nord, non si valica lo spazio-tempo costruito con sapienza dal montaggio, affascinante e avvolgente. Il documentario, come indicato dal titolo, si muove lungo le rotaie che animano vite, stazioni e viatici nell’Europa del XX secolo. Da una parte le speranze e aspettative di donne e uomini a contatto, e per la prima volta, con una mobilità che è prima di tutto pratica di libertà, oltre che transito e scambio di persone e merci; dall’altra il fallimento e la violenza della tecnica applicata a un’idea totalitaria di Storia, che a più riprese, con cinismo e coazione nichilista, ha violato le esistenze di milioni di persone stipandole in carrozze che partono per la guerra, o in stazioni dove ritornano da prigionie e campi di concentramento.
Il film inizia con un montaggio di footage splendidi, emotivamente ed esteticamente. Filmati girati nelle prime fabbriche europee specializzate nella produzione di treni. Grandi officine in cui si costruivano locomotive e rotaie e i cui resti, con un salto temporale, potremmo ritrovare oggi in uno dei tanti musei ferroviari che custodiscono tracce cruciali del dipanarsi della storia umana.
Nel viaggio senza parole di Trains, Drygas, oltre a raccontare le storie di uomini e donne mobilitati o travolti dalle scelte (il)logiche della grande storia, sembra voler anche raccogliere l’istanza rinnovata di tornare a un “cinema puro”, fatto di immagini e di durata che scorrono sullo schermo come fossero delle vedute. Attitudine tipica del cinema delle origini e, in tal modo, sguardo che si pone anche in quanto atto e dispositivo originario del vedere –e con la prospettiva rivolta verso scoperte e mondi nuovi.
Eppure, la storia si ripete e così la guerra, la cui portata distruttiva e pervasiva non cessa di mobilitare la tragedia dell’umanità. Ma la riparazione, che pure non smette di convocarci, richiede che la ricostruzione di una memoria collettiva, ponte e viatico per un’ipotesi di futuro, non sia lasciata al solo arbitrio, e alla sola cattura, della retorica dominante. Piuttosto che possa viaggiare ancora sugli snodi dei treni, di ogni treno, e sul senso di ogni montaggio che orienta i mille e più raccordi.
Trains (Pociągi) – Regia, sceneggiatura, montaggio: Maciej J. Drygas; musica: Pavel Szymanski; produzione: Vita Żelakeviciute, Rasa Miskinyte per Drygas Film Production, Era Film; origine: Polonia, 2024; durata: 81 minuti.
