Festival di Venezia (27 agosto – 6 settembre 2025): Un anno di scuola di Laura Samani (Orizzonti – Concorso)

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Chiariamo subito: non è la prima volta che è stato trasposto sullo schermo l’omonimo racconto dello scrittore triestino Giani Stuparich (1891-1961), uscito per la prima volta nel 1929 nel volume dei Racconti. Ci aveva già pensato nel 1977, in una bella miniserie tv in due puntate, Franco Giraldi per raccontare di Edda Marty, una ragazza ribelle, libera e anticonformista che entra (unica e sola) a far parte di una classe maschile, per frequentare l’ultimo anno di un liceo classico – Giraldi aveva ambientato nel 1913 la vicenda mentre il racconto si svolge nel 1910, quando a Trieste l’iscrizione alla scuola pubblica era stata aperta anche alle donne.

Che cosa ha cambiato ora un’altra triestina, la regista Laura Samani insieme alla sua co-sceneggiatrice Elisa Dondi, per attualizzare al giorno d’oggi (o quasi) il nucleo centrale, il “sale” del racconto stupariciano? Hanno trasformato la ragazza in una svedese diciottenne, esuberante e piena di vita, che si trasferisce in Italia a seguito del padre, manager tagliateste spedito a ristrutturare una fabbrica  n crisi della zona.

Settembre del 2007, l’anno, tra l’altro, in cui la Slovenia entra in Europa e a Trieste, città di confine, sparisce la necessità di usare il passaporto – cosa che è, per altro, raccontata in una sequenza semi-buffa del film. Fred (Stella Wendick), appena arrivata dalla Svezia con qualche rudimento d’italiano, si ritrova, un po’ spaesata ma attenta e curiosa, a frequentare l’ultimo anno di un Istituto Tecnico, e anche questa volta è l’unica ragazza in una classe di soli maschi. La cosa ovviamente non può che scatenare l’attenzione  di tutta la scolaresca e, in particolare quella di tre allievi che sono amici da sempre ma dal carattere e dall’aspetto fisico molto diverso: Giorgio Antero (Giacomo Covi) è un bravo, riservato studente sottilmente affascinante, la cui natura, però, lo porta sempre a mettersi in disparte, mentre Aldo Pasini (Pietro Giustolisi), viceversa, è un po’ sbruffone e si atteggia a bel seduttore; Mitis (Samuel Volturno), infine, ha il carattere del bonaccione protettivo ma combina casini volentieri. Stanno comunque sempre insieme e si sostengono a vicenda.

Stella Wendick

La presenza della ragazza – facile, facilissimo da prevedere – scombina l’equilibrio amicale del terzetto dove ognuno desidera in segreto la bella nordica mentre Fred vorrebbe solo far parte, essere ammessa nel gruppo, anche se ciò significherebbe rinunziare a qualcosa, sacrificare se stessa per essere accettata – cosa che lei con sana caparbietà non accetta. A un certo momento sboccia un tenero ma fuggevole amore tra Giorgio e Fred, prima tenuto segreto ma che poi si interrompe bruscamente – ma non sta qui il vero nocciolo del film. Un anno di scuola ci vuole raccontare soprattutto, con grande forza e altrettanta sottigliezza psicologica, gli spostamenti progressivi, passo dopo passo, dei sentimenti della ragazza, il suo particolare Coming of Age, sino al momento in cui la situazione sembra precipitare e giungere ad un momento di rottura. Con pochi ma molto efficaci turning points, come un bel dialogo dove, in una scena-madre, la figlia confessa al padre le sue ambasce, il desiderio di mollare e ritornare in patria. Ma poi …

Secondo film italiano nel Concorso di “Orizzonti” a seguire il più debole Il rapimento di Annabella, questa nuova versione di Un anno di scuola ci appare come una delle opere più riuscite nella grande, eccedente, messe di produzione Made in Italy proposta alla Mostra veneziana di quest’anno. Abbandonati i temi cupi, quasi stregoneschi e sostanzialmente onirici da fiaba nera del suo lungometraggio di debutto – quell’interessante, molto riuscito Piccolo corpo presentato alla “Semaine de la Critique” di Cannes 2021 – Laura Samani ci consegna qui un’ennesima, ottima prova delle sue doti registiche in una chiave realistica, molto diversa. E si dimostra insieme sia una eccellente direttrice del suo quartetto di attori (tutti per la prima volta davanti alla cinepresa, bravi e molto credibili) sia dosando con rapidi tocchi di cesello stilistico la storia sentimentale che ci va a narrare.

A quanto ha dichiarato la stessa autrice, il suo film che alterna l’inglese, lo svedese, l’italiano e il dialetto triestino, nasce da una esperienza personale vissuta in gioventù: “Da adolescente, ho trascorso la maggior parte del tempo con un gruppo di tre maschi. Essere l’unica femmina mi sembrava un privilegio, ma comportava anche pressioni invisibili: loro potevano dire tutto ciò che volevano, mentre i miei desideri venivano percepiti come una minaccia. Mi trovavo di fronte a una scelta difficile: esprimere ciò che sentivo, rischiando l’esclusione, oppure tacere per essere accettata”. Proprio tale sentimento chiave, è stato piantato e profuso con grande abilità filmica ed estrema sensibilità stilistica, nel cuore del racconto di Giani Stuparich. Complimenti! Il film uscirà nelle sale solo l’anno prossimo – ma perché attendere tanto?


Un anno di scuola – Regia: Laura Samani; sceneggiatura: Laura Samani, Elisa Dondi dal racconto omonimo di Giani Stuparich; fotografia: Inès Tabarin; montaggio: Chiara Dainese; scenografia:  Federica Bologna; interpreti: Stella Wendick, Giacomo Covi, Pietro Giustolisi, Samuel Volturno, Magnus Krepper, Silvia Gallerano, Maurizio Zacchigna, Paolo Fagiolo, Sofia Mercandel, Luna Isabel Perosa Perez, Aurora Fabris, Stefano Attruia, Giorgia Gregori, Paola Bonesi, Cristina Rolli; produzione: Nadia Trevisan, Alberto Fasulo, Thomas Lambert per Nefertiti Film, Tomsa Films, Rai Cinema, Arte France Cinéma; origine: Italia /Francia, 2025; durata: 102 minuti; distribuzione: Lucky Red.

 

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