Si chiude una intensa 21esima Edizione dell’Asian Film Festival che quest’anno ha premiato i film delle varie categorie con le seguenti motivazioni:
Film più originale:
• WOMEN FROM THE ROTE ISLAND
Potente e inatteso nel raccontare una storia vera tanto violenta quanto comune ad ogni latitudine, quella della violenza di genere. Si esprime attraverso uno sguardo originale capace di restituirci la dimensione locale della fiducia tradita, dello spazio violato, dell’orrore svelato. Un manifesto per il movimento femminista indonesiano.
Ex aequo:
• MARYAM
MARIAM è un originale e coraggioso ritratto del complesso di regole dettate dalla sharia, capaci di condizionare la libera scelta delle donne. Una giornata fatta di tappe irrinunciabili che conduce gli spettatori e la protagonista verso una forzata presa di coscienza e inaspettata scelta di autodeterminazione, attraverso dialoghi originali, intrepidi, violenti come armi da taglio.
Miglior Attore:
• FREDERICK MING ZHONG LEE
Frederick Ming Zhong Lee stupisce per la versatilità e la capacità di donare al protagonista di FISH MEMORIES un fascino insolito. Elegante ed empatico, presenta la sua chiave interpretativa nel ruolo di amico, amante, fratello, nemico. Una performance senza enfasi eppure capace di esprimersi con la più ampia gamma di emozioni sul filo dell’ambiguità tra bene e male, attività e passività, bellezza e orrore.
Miglior Attrice:
• SOFIA JANE
Sofia Jane è MARYAM. Prova estenuante per un personaggio che alterna insofferenza a sopportazione, frustrazione a coraggio, sfida ad autodeterminazione. Sofia Jane non ha altra sponda che il confronto dialettico con l’altro da sé: sorridere è impossibile, rilassarsi è vietato; una interpretazione intensa capace di esprimere insieme l’ineluttabilità del presente e la sfida del futuro.
Miglior Regia:
• NAOKO OGIGAMI
Con la sua sensibilità Naoko Ogigami è riuscita ad orchestrare con RIPPLES un racconto equilibrato, credibile ed efficace, Iyashi-kei eiga: “capace di guarigione emotiva”. Il film restituisce al pubblico, attraverso un personaggio ossessivo compulsivo, il fantasma delle nostre paure. Grandi temi come l’abbandono, il rancore, la malattia, la morte si trasformano con sguardo impietoso, surreale, e con tagliente ironia. La volontà di vendetta lascia il posto ad una liberatoria danza sotto la pioggia, apoteosi di un’opera dalla mirabile regia.
Miglior Film
• INSIDE THE YELLOW COCOON SHEEL
Un film audace che pone al centro il tema della spiritualità quale rapporto tra fede ed esperienza terrena. Il piano sequenza perde i connotati puramente narrativi per farsi espressione metafisica del presente. Il fuori campo esprime in sé il delicato confine tra immanente e trascendente, accompagnando il pubblico verso un necessario ritorno alla specificità documentaria del linguaggio filmico. Eccezionale sintesi di profondità e controllo registico per un’opera prima.
Premio Newcomers
• THE CORD OF LIFE
Gli studenti del Master in Traduzione Audiovisiva, come parte della giuria per la sezione Newcomers, hanno deciso di premiare The Cord of Life. La regista Sixue Qiao, attraverso l’uso della musica e della fotografia, riesce a trasmettere al pubblico emozioni profonde. Man mano che la storia procede, la musica ”pop” di Alus lascia il posto a melodie ”folk”. Il cielo nuvoloso, che incombe sulla città e sulla tragica situazione dei personaggi, si apre con colori vivaci che si manifestano con un’immagine suggestiva alla fine della storia. La regista ci fa viaggiare nelle vaste e affascinanti lande della sua terra d’origine, la Mongolia, raccontandoci la storia di un amore che trascende la memoria, sconfigge il tempo e si nutre della forza della natura, che come un flusso inarrestabile scorre nel cordone ombelicale tra madre e figlio, quel filo di vita che nessuna mano potrà mai davvero spezzare e nessuna malattia dimenticare. Per la complessità dell’argomento, la delicatezza della narrazione, la bellezza contenuta nella semplicità del racconto, mai banale, mai scontato. Per la cura nella scelta delle melodie che catturano lo spettatore, già rapito dai paesaggi mozzafiato e dalla verità ricercata nell’interpretazione degli attori, gli stessi che lo prendono per mano verso una struggente, ma necessaria, pausa emotiva che scalda il cuore e inonda gli occhi.
