Becoming Led Zeppelin

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Bisogna subito premettere che un documentario su una band incommensurabile come i Led Zeppelin presuppone una grande ricerca delle immagini più significative e una cura maniacale nel costruire le interviste, recuperando foto d’archivio inedite e testimonianze di collaborazioni iniziali con altri gruppi in cui hanno esordito – grazie a tutto ciò questo Becoming Led Zeppelin  è risultato un lavoro pienamente riuscito.
Robert Plant (Voce, armonica), Jimmy Page (Chitarre), John Paul Jones (basso, tastiere) John Bonham (batteria), questi i nomi della storica formazione, hanno percorso una strada piuttosto movimentata e frastagliata prima di giungere a unirsi in modo definitivo. Tutti provenienti dalla classe media inglese, si sono distinti per avere sentito durante la loro infanzia e adolescenza un forte attaccamento alla musica e al mondo che la riguardasse.

Il documentario, diretto dal regista inglese Bernard MacMahon,  si basa su delle interviste uniche nel loro genere, in cui i divi appaiono, nonostante l’età in forma smagliante – sono rimasti in tre, vista purtroppo  la morte di John Bohnam nel 1980.
La storia del gruppo è complessa: dopo un inizio di attività artistica che lo fece conoscere come uno dei migliori session man britannici, Page si unì nel 1966 agli Yardbirds. In un primo momento assunse il ruolo di bassista, sostituendo Paul Samwell-Smith, per poi prendere il ruolo di seconda chitarrista solista, al fianco Jeff Beck.
A seguito dell’abbandono di Beck nell’ottobre dello stesso anno, Page volle proporre a grande chitarrista rock la creazione di un nuovo gruppo, formato, oltre che da loro due, da Keith Moon e John Entwistle, rispettivamente batterista e bassista degli Who. Insieme registrarono un primo pezzo dal titolo “Beck’s Bolero”, a cui partecipò anche John Paul Jones, bassista e batterista.

Nel 1968 gli Yardbirds decisero di sciogliersi per formare temporaneamente i New Yardbirds, anche se fecero un ultimo tour in Scandinavia e da quel momento iniziò una nuova era per il rock mondiale, perché in prospettiva era già programmata una neo grande band che includesse anche Jeff Beck, Keith Moon e John Entwistle.

Page chiese a Teddy Reid di diventare il nuovo cantante ma questi rifiutò, suggerendo Robert Plant. Che invece accettò il posto, e consigliò a sua volta il batterista John Bonham, conosciuto durante una precedente esperienza musicale. Nel frattempo Chris Dreja si  tirò fuori dal progetto per potersi dedicare alla sua passione per la fotografia, e John Paul Jones, su consiglio della moglie, contattò Page per proporsi come sostituto.

L’ascesa dei Led Zeppelin fu inarrestabile, immediatamente le loro differenti provenienze musicali si unirono donando forza alla peculiarità del gruppo, Page e Plant iniziarono una solida collaborazione della scrittura dei testi.

La parte più bella della loro storia iniziale è però concentrata sia in immagini, che racconti nel loro primo tour americano e nella loro vittoria per ottenere un mega contratto esclusivo con l’Atlantic Records, che lasciava alla band inglese la totale libertà creativa .

E’ dirompente la forza delle loro canzoni, dei loro sound e della musica scritta per raggiungere livelli altissimi, senza sporcature, permettendo grandi performance frutto di tecnica e al contempo intuizioni musicali geniali.
I Led Zeppelin non rappresentano solo un gruppo degno di questo nome bizzarro, ma una parte della storia sociale e culturale della vita occidentale e in particolare modo delle tendenze della scena musicale inglese, la quale vantava già artisti come i Beatles, i Rolling Stones e i Pink Floyd. Hanno incarnato perfettamente il loro impegno a più livelli, attraverso canzoni belle e hard-rock come Black Dog e Good Times Bad Times, canzoni  profonde e uniche come The Rain Song o Over The Hills And Far Away, epiche come In My Time Of Dying o Since I’ve Been Loving You o le loro preferite come Celebration Day o The Ocean.
Non ci stancheremmo mai di ascoltarle o di vedere la band in azione con una vitalità talmente accesa, che – ci sarebbe da pensare –  potesse essere collegata alla loro età e ai fatti politici…

Invece guardando il documentario e intervista di oggi, sappiamo che non esiste più la guerra in Vietnam, che la discriminazione razziale non è più quella drastica di un tempo e che i movimenti politici di liberazione delle masse non hanno così tanta urgenza, ma loro sono sempre lì granitici, ancora belli nella loro senilità, sorridenti, forti e pronti a ricordare tutti i  particolari di un lavoro, che li ha resi una delle rock band più importanti del mondo. Perché come diceva Jimmy Page: Avremmo potuto chiamarci Carote e non sarebbe stato diverso. Avremmo comunque fatto ciò che abbiamo fatto.


Becoming Led Zeppelin  – Regia: Bernard MacMahon; sceneggiatura: Bernard MacMahon, Allison McGourty; fotografia: Vern Moen; montaggio: Dan Gitlin; interpreti: Jimmy Page, John Paul Jones, John Bonham, Robert Plant; produzione: Paradise Pictures (Allison McGourty, Bernard MacMahon); origine: Inghilterra, USA;  durata: 137’,





1 thought on “Becoming Led Zeppelin

  1. Si, la realizzazione di un docufilm come questo ha richiesto una faticosa e lunga raccolta di dati originali. Certo ci sarà stato un minuzioso lavoro di catalogazione di filmati realizzati in un epoca in cui non esisteva, se non in forma sperimentale, la digitalizzazione. Complimenti, un buon prodotto finale. Certo non suscita le emozioni di un concerto dal vivo. Tuttavia, per le più giovani generazioni costituisce un eccellente riferimento.

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