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Voto
«Questo film voleva essere una ricerca antropologica sul mondo artigiano, ma nel tempo si è trasformato in una ricerca su cosa caratterizza l’essere umano, sul senso che l’uomo dà al suo passaggio sulla terra: il tempo che passa, la realizzazione di sé stessi, la propria eredità. Più che mettersi alla ricerca dei motivi e delle cause che determinano la scomparsa dei mastri, il film si interroga sulla possibilità e il senso di tramandare alle future generazioni, arti che la storia e l’economia fanno sì che non abbiano più ragione di esistere. Ciò che emergerà lungo il cammino è che questa ricchezza è prima di tutto una ricchezza di sguardi sul mondo» (Daniele de Michele).
Con I Mastri, Daniele De Michele continua a esplorare il patrimonio culturale italiano attraverso un approccio antropologico e sociale. il regista, detto “DonPasta”, dopo aver analizzato la cucina popolare e la vita degli artisti scossi dal lockdown, completa una sorta di trilogia di documentari sull’essenza del lavoro artigianale in Italia, in un momento storico in cui l’evoluzione dell’intelligenza artificiale sembra porre non poche sfide all’idea di conservare con orgoglio usanze e tradizioni culturali. Dopo aver diretto i Villani, che ha partecipato alla Biennale Cinema nel 2018 e Naviganti, presentato alle “Giornate degli Autori”di Venezia 2021, il regista pugliese attraversa quindi l’Italia alla ricerca di artigiani sparsi nella penisola, raccontando la loro strenua resistenza alla eccessiva modernizzazione che spingerebbe verso una loro progressiva estinzione. Al centro di una narrazione piuttosto realistica, sei Mastri, intrecciando tradizioni ed esperienza, costruiscono i loro manufatti partendo dalla materia bruta: il legno, il vetro, la pietra, la terra. I protagonisti di questo lavoro hanno deciso di incarnare a loro modo un presente che raccoglie i frutti della tradizione con innegabile autenticità. Nel viaggio di scoperta artigianale incontriamo le voci e i pensieri di diverse figure: due alabastrai di Volterra, alcuni fabbricanti di pentole di argilla in Romagna, un costruttore di tamburi alle pendici del Vesuvio, un ragazzo senegalese che impara a fare il vetro a Murano, un maestro d’ascia veneziano, una giovane liutaia napoletana intenta a costruire violini.

Il documentario, ricco di interviste ai protagonisti e racconti colloquiali, si svolge nei luoghi di lavoro e di creazione degli artigiani stessi: una bottega disordinata e piena di scartoffie, un laboratorio polveroso, ambienti dove viene mostrato allo spettatore il risultato dello sforzo, dell’impegno e dell’intelletto di questi artisti. Una storia che racconta più di quanto mostra perché è un viaggio esplorativo che raccoglie, attraversando la penisola, piccole realtà di identità culturale e artistica esistenti e resistenti: ci sono la terra, i volti, le testimonianze, le voci delle persone, i materiali grezzi che vengono trasformati tra le mani degli artigiani, il suono del lavoro che si mescola con sguardi umani, che tentano di conservare la loro specificità. Un racconto sincero che unisce volti e testimonianze di un’Italia che tenta di mostrare ancora la sua voce.
“L’unicità dei personaggi raccontati, infatti, risiede nella loro capacità di dare concretezza a quegli sguardi nell’incontro con la materia, che, prima ancora che da una tecnica, viene di fatto plasmata da una visione del mondo. Se scompaiono i mastri, non scompaiono prodotti, scompaiono mondi»
Dopo l’anteprima al Festival di Bari, in tour al “Cinema Farnese” di Roma martedì 1 aprile (ore 21.00), il 3 a Venezia (Multisala Rossini ore 19.00), il 4 Volterra (Cinema Multisala Centrale) ore 18.00, il 5 aprile a Sogliano al Rubicone (Teatro Comunale) ore 17.00, il 7 all’Odeon di Bologna (ore 19.30), il 9 allo Spazio Alfieri di Firenze (21.15), il 10 a Padova (Multi Astra ore 20.30), l’11 a Napoli all’ Astradoc (19.00), e il 16 aprile a Novoli-Lecce alle ore 21.00 (Saletta della Cultura).
I Mastri – Regia e sceneggiatura: Daniele De Michele; fotografia: Mario Bucci; montaggio: Paolo Turla; produzione: Colibrì Film, Roots Images, Audioimage; origine: Italia; durata: 64 minuti.
