Senza Sangue di Angelina Jolie

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Ci sono film il cui destino viene condizionato dall’accoglienza della critica, una ricezione alle volte in bianco e nero, senza sfumature di grigio; è il caso dell’ultimo lavoro di Angelina Jolie da regista, un film che presenta sicuramente delle imperfezioni e non verrà ricordato tra i più brillanti dell’ultimo anno, ma che ha degli spunti interessanti.

Senza Sangue (Without Blood) è stato infatti presentato in anteprima al Festival di Toronto nel 2024, ricevendo davvero un’accoglienza negativa; qui proveremo a darne una visuale completa, che tenga conto sia dei suoi punti di forza che dei punti deboli.

L’ultima fatica della poliedrica autrice losangelina è la trasposizione letteraria dell’omonimo romanzo di Alessandro Baricco, pubblicato nel 2002. Non è la prima volta che dei registi si ispirano a Baricco, ma in questo caso il tema al centro della narrazione è quello della guerra.

Una guerra che nel dramma della Jolie ha dei contorni temporali e spaziali volutamente indeterminati e sfumati, come a voler dare un messaggio universale sull’ uguaglianza di tutte le guerre e, soprattutto, su alcune costanti antropologiche, culturali e politiche che vi si riverberano.

Ma quali sono queste costanti? La prima risposta banale sarebbe quella della violenza, ma il punto sta proprio nel rendere comprensibile come la violenza nasca molto prima di arrivare allo sparo di una pistola o ad un coltello infilzato nel costato.

Salma Hayek

Nonostante il lungometraggio parta con una lunga scena iniziale in cui è la violenza bruta a fare da padrona, il resto del film sarà un unico e lungo dialogo tra i due protagonisti, senza violenza e senza sangue, anzi. Questa struttura molto particolare ha un suo perché: l’inizio è già la fine e viceversa. Vediamo meglio.

La Jolie ci mette da subito davanti al fatto nudo e crudo della violenza e della guerra, in medias res per così dire: all’inizio nulla è spiegato, ma in seguito, attraverso il dialogo ‘pacifico’ tra i due protagonisti – lentamente – le fila del racconto e delle motivazioni dietro le azioni  di tutti i personaggi verranno comprese. In questo lungo dialogo che – temporalmente – costituisce la maggior parte del film, Nina (Salma Hayek) e Tito (Demian Bichìr) possono ricordare quanto accaduto e lo fanno alternando la prospettiva dell’una a quella dell’altro, in un gioco di prospettive a incastro sulla ‘stessa storia’.

E qui veniamo alla prima costante nelle guerre e nei confitti: quando la violenza arriva è già sintomo del fatto che le differenti prospettive non sono state integrate tra loro. In parole semplici: prima di arrivare alla violenza c’è sempre la prevaricazione politica, sociale, culturale e, naturalmente, economica.

I due protagonisti ripercorrono le motivazioni di tutti i personaggi coinvolti nella vita di Nina in seguito all’assassinio del padre e del fratello maggiore davanti ai suoi occhi: la storia di Nina diviene così l’esemplificazione dei crimini di guerra sugli innocenti per antonomasia, ovvero i bambini, ma anche l’esplicitazione di come la guerra renda ancora più sofferto e presente un altro fenomeno che, pure, attraversa lo spazio e il tempo, quello della violenza di genere.

I temi a questo Senza Sangue non mancano di certo. I contenuti sono infatti densi e importanti, supportati dalla penna di uno scrittore noto quale è Baricco. Quello che perciò si può rimproverare, semmai, al lavoro della Jolie è una certa ‘fretta’ nella parte conclusiva del dialogo e della vicenda, che chiude troppo velocemente le premesse e le riflessioni portate avanti dai due interpreti.

Non è infatti semplice incentrare la quasi totalità di un lungometraggio su un dialogo a due e questo è rivelatore sia del fatto che i dialoghi funzionino agevolmente, che del buon lavoro dei due interpreti; sicuramente non tutti hanno apprezzato (o apprezzeranno) questa scelta molto più vicina alla recitazione e alla modalità del teatro, che del cinema.

Da parte nostra non riteniamo affatto che un approccio più dialogico e meno commerciale sia un punto a sfavore, anzi.

Tuttavia, come accennavamo poc’anzi – senza voler fare spoiler – è la parte finale del lungometraggio ad apparire lacunosa, sia per le tempistiche, che per contenuto e forma.

Senza Sangue resta un buon esempio di come il cinema possa portare sullo schermo modalità dialogiche più vicine al teatro, ma anche di come ci si possa interrogare sulle costanti antropologiche della guerra, a prescindere dalla latitudine geografica e dall’epoca storica. 

Presentato in anteprima  al Festival di Torino 2024.
In sala dal 10 aprile 2025.


Senza Sangue (Without Blood) – Regia e sceneggiatura: Angelina Jolie dal romanzo di Alessandro Baricco Senza sangue; fotografia: Seamus McGarvey; montaggio: Xavier Box; musica: Rutger Hoedemaekers; scenografia: Jon Hutman;  interpreti: Salma Hayek, Demián Bichir, Juan Minujín, Andrés Delgado, Nika Perrone, Simon Rizzoni, Jorge Antonio Guerrero, Alfredo Herrera, Bernardo Tuccillo, Patricio José, Juan Carlos Huguenin, Nicolas Exequiel, Ariel Perez, Benjamin Jr. Vasquez; produzione: Lorenzo De Maio, Angelina Jolie per De Maio Entertainment, The Apartment Pictures, Jolie Productions; origine: Usa, 2024; durata: 91 minuti; distribuzione: Vision Distribution.

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