San Damiano di Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes

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Dopo mesi trascorsi a distribuire pasti ai senzatetto, una sera Gregorio Sassoli e Alejandro Cifuentes, mossi dal desiderio di approfondire quella realtà, decidono di passare la notte alla Stazione Termini. Poco prima di addormentarsi, si avvicina a loro un ragazzo polacco con un’insolita cadenza calabrese, Damian. Con una battuta riesce subito a creare un clima di confidenza e, come fosse un incantatore, racconta di non dormire a terra come molti altri, ma di aver scoperto un riparo sopraelevato che chiama “la mia torre”.

È questa l’origine del bel documentario San Damiano, che ci porta dentro alla realtà mutevole, fuggevole, a tratti repulsiva, a tratti commovente, dei senzatetto che popolano e gravitano attorno alla maggiore stazione di Roma.

Di documentari sui senzatetto ne abbiamo visti diversi nel corso degli anni, di notevoli pochi: citiamo l’imprescindibile Anna di Alberto Grifi (1975) e Al di qua (2016) di Corrado Franco. Ci teniamo anche a includere il meraviglioso La bocca del lupo (2009) di Pietro Marcello, che, seppur non veda tra i protagonisti dei senzatetto nel vero senso della parola, volge comunque lo sguardo verso quell’universo di poesia e vitalità che non trova cittadinanza se non lungo le periferie desolate dell’esistenza e della società.

Damian è una mina vagante, un diamante grezzo, un convoglio di energia rabbiosa e creativa che vaga oscillando tra euforia e disperazione, è violento, gentile, delicato e divertente. I personaggi che incontra sono presentati in maniera vivace e partecipe, con un azzeccato rimando all’iconografia dei santini. Facciamo così la conoscenza di Sofia, Alessio, Constantino, che intrecciano le loro esistenze attraverso strane relazioni non convenzionali e non codificate. Stupisce l’elemento di straordinaria giocosità infantile che accomuna tutti i personaggi: anche gli occhi appannati e ottenebrati dall’alcol e dalla droga nascondono, in fondo alle pupille, un barlume impetuoso. Questi sono fantasmi che hanno abbracciato la fugacità della vita, quasi senza memoria del proprio passato, ma decisi a tenersi stretta un’esistenza che ora rappresenta un intero universo, e che abbraccia tutta la gamma delle sensazioni umane. Le relazioni si compongono, anche qui, di elementi primitivi quali l’affetto, la vicinanza, la consolazione, l’aggressività.

Damian ci parla di sé, ma soprattutto delle sue sensazioni, in maniera spesso sconnessa. E anche se intuiamo una certa lucidità mentale dietro alla sua confusione, percepiamo anche la sua emotività frammentaria e instabile. Lo vediamo vagare durante la sua giornata; tra lui e Sofia ci sono amore, tenerezza e violenza, come se dovessero rovesciare l’uno sull’altro tutto il magma di frustrazione che l’ingiustizia della loro vita ha generato.
Alcune immagini sono affidate direttamente al protagonista, che riprende e si riprende attraverso un cellulare, come accadeva in Selfie (2019) di Agostino Ferrente: in questo modo entriamo in una dimensione intima che approda all’autoritratto.

La musica è l’elemento cardine di questo lavoro: eleva i personaggi, li rende epici, rende i loro gesti grandiosi e potenti, coreografandoli a posteriori e donandogli un respiro emotivo unico. Damian, poi, è un aspirante artista cantautore hip hop, che vedremo alle prese con la registrazione di un brano, in cui mostrerà una profonda integrità artistica e intellettuale.

Il film stesso si chiude con un brano cantato da lui, straordinario, nel quale, forse per la prima volta, personalmente ho assistito all’utilizzo dell’autotune come strumento utilizzato in maniera artistica per sublimare un grido profondo, violento, ineludibile, magnifico.

In sala dal 10 aprile 2025.


San Damiano Regia: Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes; sceneggiatura: Gregorio Sassoli, Alejandro Cifuentes; fotografia: Gregorio Sassoli; montaggio: Alejandro Cifuentes, Gregorio Sassoli, Cecilia Zanuso; musiche: Damiano Colosimo; suono: Matteo Eusepi, Marco Falloni, Francesco Lilli; interpreti: Damian Eugeniusz Bielicki, Sofia Noviello; produzione: Red Sparrow; origine: Italia, 2025; durata: 86 minuti; distribuzione: Red Sparrow.

 

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