
“Passo dopo passo”, e soprattutto “tra una film e l’altra”, il Cinema Ritrovato è giunto alla sua trentanovesima edizione… Per chi scrive è davvero emozionante volgere attenzione a questo Festival che, insieme a quello di Pordenone-Sacile-Pordenone, è tra quelli italiani da sempre più formativi per tutti gli ricercatori e gli appassionati di cinema, in particolare per un giovane studente universitario che “si affaccia” agli studi storico-critici intorno alla settima arte. Anche il programma di quest’anno è ricco e multiforme, e prevede spettacoli e incontri da non dimenticare. A partire dai cine-concerti, più di 60 per la precisione. Tra i tanti film accompagnati musicalmente dal vivo, si evidenziano Die Rose von Stambul, esordio di von Sternberg, il grande classico L’uomo con la macchina da presa e un programma di film di Méliès del 1905.
Inoltre, nello scenario magnifico di Piazza Maggiore, si potranno vedere due capolavori del 1925: Sciopero di Ėjzenštejn, musicato dal gruppo coordinato da Stefano Pilia e Laura Agnusdei, e La febbre dell’oro di Chaplin che sarà “sonorizzato” dell’Orchestra del Teatro Comunale diretta da Timothy Brock. Tra i ritrovati e restaurati, vedremo opere “giovanili” di Ford, Ophüls, Truffaut, Roeg, Tavernier, Burnett, Mann. Ma anche “della maturità” di Lubitsch, Hitchcock, Wilder, Naruse, Kubrick, Cronenberg. Esordi d’attrici e attori che hanno segnato la storia del cinema, come l’esordio di Jean Seberg in Santa Giovanna di Otto Preminger, la prova di Danielle Darrieux in La verità su Bébé Donge di Henri Decoin oppure quelle dell’immenso Jack Nicholson in Qualcuno volò sul nido del cuculo e Cinque pezzi facili. Come sempre, sarà possibile essere spettatori di film “quasi” sconosciuti, come il sovietico Moi syn di Evgenij Červjakov, Strongroom di Vernon Sewell o i film di Franciszka e Stefan Themerson, coppia di artisti di visionaria modernità; o ancora i film messicani riportati alla luce dalla Filmoteca UNAM. Non poteva mancare il Technicolor, come quello di Duello al sole di King Vidor e di Artisti e modelle di Frank Tashlin, fino ai colori di Sholay di Ramesh Sippy come a quelli di La clessidra di Wojciech Has. Come non segnalare i restauri di Arrapaho e di Non si sevizia un paperino! Poi una chicca imperdibile in Piazza Maggiore: la proiezione in 70mm (offerta da Sony Columbia) della versione restaurata di Incontri ravvicinati del terzo tipo ovviamente di Steven Spielberg in serata d’apertura.
Una delle rassegne “monografiche” di quest’anno viene dedicata al grande Lewis Milestone. Si potranno vedere o rivedere il suo capolavoro pacifista All’Ovest niente di nuovo e il musical progressista Hallelujah, I’m a Bum. Verranno inoltre presentati nuovi restauri e copie d’archivio che coprono la sua produzione dal muto al periodo del Maccartismo. Anche alla grande Katharine Hepburn, candidata come migliore attrice 12 volte agli Oscar per aggiudicarsene ben 4, viene offerto un focus tutto suo. C’è spazio anche per uno dei punti di riferimento del cinema italiano come Luigi Comencini. Di lui, verranno proiettati: La finestra sul Luna Park, Infanzia, vocazione e prime esperienze di Giacomo Casanova veneziano, Incompreso, Le avventure di Pinocchio, Voltati Eugenio. Ma anche i suoi lavori “più maturi”, da Delitto d’amore a Lo scopone scientifico e a L’ingorgo. Dell’attrice e regista francese Coline Serreau vedremo film come Caos e Pourquoi pas!, Trois hommes et un couffin e Mais qu’est-ce qu’elles veulent?. Tra le cose “da un altro mondo” della “macchina del tempo”, saranno rispettivamente viste quelle del 1905 come del 1925. Del primo, sarà presentata una proiezione speciale delle opere di Méliès (commentate dal vivo) per una rassegna all’aperto di comiche Pathé riprodotte manualmente con apparecchi dell’epoca. Del secondo, invece, vedremo una selezione di classici e rarità.
Il 1925 fu l’anno del 30° anniversario della nascita del cinema e che “battezzò” quelli che sarebbero diventati tra gli autori più influenti della storia del cinema come Alfred Hitchcock, Jean Renoir e Josef von Sternberg, di cui verranno proiettati i film d’esordio. Poi, oltre ai capolavori indiscussi come il già ricordato Sciopero o L’angelo del focolare di Dreyer, la rassegna introdurrà opere relativamente poco note, tutte con accompagnamento musicale dal vivo. Questo “spazio” per il Cinema Ritrovato significa continuare a mettere in risalto soprattutto il lavoro delle registe, volgendo particolare attenzione alle pioniere del cinema afroamericano. A loro volta, la “storica” rassegna relativa ai documentari resta una pietra miliare del Festival. La selezione di quest’anno presenta: The Invisible Man, inedito ritratto di Kubrick, e Merchant Ivory, storia di una coppia di artisti che ha dato vita a un irripetibile corpus di film, capace di raccontare la cultura britannica e quella indiana. Accanto a questi film, si vedranno i ritratti di Rohmer, di Katharine Hepburn, di Gene Kelly, di David Lynch, di Sergej Paradžanov e di Buster Keaton. Quello familiare realizzato dai figli e nipoti di Charlie Chaplin e l’intervista-lezione di cinema a Scorsese. Grazie all’indefesso lavoro degli archivi sarà possibile essere spettatori, tra gli altri, di alcuni documentari che hanno fatto la storia del cinema, come Heart of Darkness: A Filmmaker’s Apocalypse e i Sopralluoghi in Palestina per il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini.
All’URSS degli anni ’20 è dedicata la sezione dal titolo: Isaak Babel’ – I racconti di Odessa. Mettendo a fuoco l’amicizia tra Isaak Babel’ e Sergej Ėjzenštejn e a partire da questo sodalizio, la sezione propone importanti opere e piccole scoperte (dalla rivoluzione del 1905 al regime stalinista) che vedono intrecciare i destini di grandissimi artisti ucraini e russi come Vertov e Michoêls, o come Grossman e Askol’dov. Al centro la città di Odessa, famosissimo topos cinematografico, e la produzione ucraina Vufku attiva dal 1924 al 1929. Anche a Mikio Naruse, noto come uno dei quattro maestri del cinema classico giapponese (insieme a Ozu, Mizoguchi e Kurosawa), è offerta una rassegna dal titolo Dolore e passione: il cinema di Mikio Naruse prima della guerra. Verranno proiettati i suoi film prebellici pressoché ancora oggi ignorati. Ci si concentrerà su cinque anni cruciali della sua carriera, dal 1935 al 1939, quando Naruse lavoro presso l’appena nata casa di produzione cinematografica P.C.L., che poi si sarebbe trasformata nella Toho. Maschere e Musica: i film di Willi Forst è invece l’omaggio a un grande attore austriaco, poi passato alla regia. Willi Forst fu un regista poliedrico che si distingueva sia nel genere drammatico che in quello comico. I suoi film degli anni ’30 e ’40 in fondo riuscirono a non farsi contaminare in modo evidente dall’ideologia nazionalsocialista, rimanendo più legati all’humus culturale della tarda Repubblica di Weimar. Per lo “spazio” del Cinemalibero verranno esplorate quelle che vengono definite le “periferie” del sistema produttivo e distributivo dominanti. Tra le scoperte di quest’anno: Gehenu Lamai della poetessa del cinema singalese Sumitra Peries. Due opere della nouvelle vague iraniana, Postchi e Safar, rispettivamente dei maestri Dariush Mehrjui e Bahram Beyzaï. La paga (film d’esordio e ritenuto perduto) di Ciro Durán, figura emblematica del cinema colombiano a partire dagli anni Sessanta e il restauro della versione originale e inedita di Ghazl el-Banat di Jocelyne Saab. Inoltre, del maestro tunisino Nouri Bouzid, vedremo L’Homme de cendre. Dagli archivi della Danimarca, della Norvegia e della Svezia vedremo invece i film che hanno inaugurato la stagione dei noir nordici, predecessori filmici delle popolari serie TV scandinave di oggi. Per concludere, come non dare notizia delle suggestive e sempre proficue “Lezioni di cinema”. Anche quest’anno si tornerà a dialogare di film e di prospettive sul cinema con Coline Serreau, Alice Rohrwacher, Francesca e Paola Comencini, Terry Gilliam, Asghar Farhadi, Jonathan Glazer, Jim Jarmusch, Robert Wilson, Brady Corbet, Peter Suschitzki, Nicolas Seydoux, John Simenon (figlio di Georges), Thierry Fremaux, e con tante altre e tanti altri che hanno reso fantastica la storia del cinema.
