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Questo Casa in Fiamme del regista catalano Dani de la Orden rischia di essere la variante spagnola di un certo cinema drammatico italiano, ovvero quel filone che da anni vede protagonisti i registi Ferzan Ozpetek insieme a Gabriele Muccino. Stiamo parlando di un cinema di stampo drammatico che fa da sempre delle famiglie disfunzionali il proprio teatro più congeniale.
Il film di De La Orden – fatta eccezione per l’escamotage/gioco finale della ‘casa in fiamme’ – ripercorre e stereotipa molti dei percorsi e dei dialoghi propri dei film che hanno reso famoso Ozpetek, molto più di quanto non sia vicino, invece, al proprio connazionale Pedro Almodovar.
Quello del giovane filmmaker spagnolo è perciò un tentativo di fare un cinema che vuole giocare sul sicuro, ammiccando a un target e ad una fetta di mercato cinematografico già definita e per lo più di matrice commerciale piuttosto che autoriale, nonostante il tono drammatico della pellicola. Infatti, le riflessioni, i dialoghi e i personaggi qui rappresentati – pur nella bravura degli interpreti – ricalcano mondi già conosciuti ed esplorati in lungo e in largo dal cinema europeo, senza aggiungervi alcuna particolare nota di originalità, né dal punto di vista della sceneggiatura, né tantomeno per quanto riguarda altri aspetti.
La storia è quella tipica di molte famiglie disfunzionali: una coppia separata con due figli ormai adulti fa i conti con i segreti e i drammi di famiglia in un weekend in una splendida villa al mare dove succede di tutto. All’interno del quadro raffigurato dettagliatamente da De La Orden spicca soprattutto il ruolo dei due genitori, entrambi invischiati reciprocamente in meccanismi di manipolazione: da un lato quella psicologica e il ricatto emotivo, dall’altro quella economica e la menzogna.

In questo senso entrambi i sessantenni ex coniugi Montse (Emma Vilarasu) e Carlos (Alberto San Juan) sono complici inconsapevoli delle reciproche manipolazioni, anche ai danni dei due figli adulti Julia (Maria Rodríguez Soto) e David (Enric Auquer), compresi fidanzati, mariti, nipoti e amanti vari.
Oltre alla sicura bravura degli attori (su cui risalta l’attrice Emma Vilarasu, vera leonessa della casa), l’unico motivo di interesse per un’opera che ripercorre sentieri abbastanza conosciuti, sta nella dialettica tra i genitori manipolatori e i figli, i quali – nonostante l’età adulta – non riescono ad emanciparsi da un rapporto di co-dipendenza ormai tossico.
A loro volta i due ex coniugi – seppur consapevoli delle loro reciproche manipolazioni – non riescono a rinunciare ad un atteggiamento tattico e strategico del quale sembrano essi stessi vittime e prigionieri.
Casa in fiamme, come da titolo, è dunque una storia (per la sceneggiatura di Eduard Sola) in cui nessun personaggio può salvarsi o trovare rifugio: gli unici ad apparire ‘sani’ ed estranei alle dinamiche familiari sono i rispettivi partner di figli e coniugi. Tuttavia, anche loro, nel corso dei litigi e dello svelamento progressivo dei segreti familiari, finiranno con l’allontanarsi sempre più e a estraniarsi per mettersi in salvo.
Seppur ben recitato, in parte ben scritto e con un certo ritmo incalzante, Casa in fiamme, solo di rado ci consegna qualche reale guizzo di originalità, restando nell’alveo di un filone cinematografico già visto e ancorato a immagini proprie di un certo ‘realismo drammatico’ un po’ di maniera. Con il risultato di offrirci un quadro piatto e inerte della famiglia e di una società senza speranza alcuna di cambiamento o rinnovamento.
Ciò che avrebbe potuto rendere, a nostro avviso, questo film più interessante e meno scontato malgrado i vari detour della vicenda, sarebbe stata una maggiore attenzione all’elemento del grottesco e dell’assurdo, che però vengono sacrificati ad una più classica e tradizionale rappresentazione delle dinamiche familiari.
In sala dal 17 Luglio 2025.
Casa in fiamme (Casa en Flames) – Regia: Dani de la Orden; sceneggiatura: Dani de la Orden, Eduard Sola; fotografia: Pepe Gay de Liébana; montaggio: Alberto Gutiérrez; scenografia: Núria Guardia; musiche: Maria Chiara Casà; interpreti: Emma Vilarasau, Enric Auquer, Maria Rodríguez Soto, Alberto San Juan, Clara Segura, Jose Pérez-Ocaña, Macarena García, Zöe Millán, Filippo Contri; produzione: 3Cat, Atresmedia, Eliofilm, Generalitat de Catalunya – Departament de Cultura, ICEC, ICAA, Netflix, Playtime Movies, Playtime-Sábado, Sábado Películas, Triodos Bank; origine: Spagna, 2024; durata: 105 minuti; distribuzione: Movies Inspired.
