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Voto

Cai Shangjun è un regista e sceneggiatore cinese, per lo più conosciuto per essere il vincitore con People mountain People Sea (2011) del premio per la miglior regia, il Leone d’argento, alla 68ª Mostra del cinema.
Il regista è considerato fra gli autori della Sesta Generazione di cinema, che comprende per intenderci Jia Zhangke, Lou Ye e Wang Xiaoshuai, tutti registi dediti a temi fortemente urbani e influenzati al realismo del cinéma vérité e del Neorealismo italiano e i cui film, presentati ai festival, abbiamo spesso recensito sulla nostra rivista. A causa della censura cinese, che costantemente si accanisce sulle loro opere irrispettose e audaci, i loro nomi sono più apprezzati a livello internazionale che non in patria. Per quanto il titolo del nuovo film The sun rises on us all possa traci in inganno, la storia è un dramma, o meglio una tragedia.
Meiyun (Xin Zhilei), proprietaria di un negozio di abbigliamento, e Baoshu (Zhang Songwen) si ritrovano dopo sette anni in un corridoio d’ospedale. Lei, incinta di poche settimane, aspetta il figlio di un uomo sposato con il quale tiene una relazione segreta. Lui, operato ad un tumore allo stomaco, non ha una casa dove andare a stare. Veniamo a sapere che sono stati una coppia felice fino a che un incidente automobilistico ha distrutto la loro vita insieme. Baoshu ha scontato cinque anni di carcere per omicidio stradale al posto di Meiyun, sacrificandosi per lei che era al volante. L’inaspettato incontro lascia entrambi senza parole e la sofferenza che pensavano di essersi lasciati alle spalle torna ad assillarli. Tormentata dal rimorso per averlo abbandonato quando ancora era in carcere Meiyun ospita Baoshu in casa sua, e lentamente, con grande fatica, i due ricominciano a parlare del passato, che inevitabilmente non dà tregua. Il sacrificio nato dall’amore di Boshu si è trasformato in rancore, mentre il pentimento di Meiyun non raggiunge il perdono tanto atteso. Eppure, non si rendono conto di quanto l’odio che ormai li separa, sia solo una parte dello stesso sentimento che li tiene legati. Nemmeno una separazione, ora che si sono ritrovati, risulta più possibile. La mancata giustizia del passato si è trasformata in un laccio, un vincolo di interdipendenza che nessuno dei due ha più la forza di rompere. Solo un atto disperato, tanto inaspettato quanto estremo e violento, potrà riunire e salvare ciò che ormai è andato perduto per sempre.

Il regista cinese presenta in concorso una storia cupa, dove il passato pesa come una tenaglia sul presente e non concede redenzione. Vediamo fallire il tentativo della donna di ricostruirsi una vita e nemmeno il figlio tanto atteso riesce a salvare la relazione amorosa con l’amante. Il negozio di abbigliamento non rende come dovrebbe e, per quanto Meiyun si ingegni a presentare regolarmente la qualità dei suoi articoli in una vendita in diretta sui social media, le clienti sono rare e se entrano in negozio cercano lo sconto e i prezzi bassi. Con il fallimento della fabbrica di vestiti, dove la donna si reca per reclamare i soldi dei capi restituiti, il regista porta volutamente il discorso sulla produzione tessile cinese, un tema già caro al regista Wang Bing, che ne ha descritto gli iniqui ma tollerati meccanismi, in un trittico di tre film documentari Qīngchūn (2023) e Qīngchūn: Kǔ (2024) e Qīngchūn: Guī (2024).
L’attrice Xin Zhilei, vincitrice della Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, riesce senza dubbio a dare un’interpretazione particolarmente riuscita e struggente al suo ruolo di una donna carica di rimorso e in preda ai sensi di colpa, che a malapena e solo davanti alla telecamera del suo cellulare riesce a sorridere, ma nella vita quotidiana è affranta dall’incertezza sul suo futuro e quello del figlio che porta in grembo. Le drammatiche e lunghe sequenze finali, nelle quali la telecamera non la molla per un secondo, hanno sicuramente convinto la giuria del suo merito.
Ri gua zhong tian (The Sun Rises on Us All): – Regia: Cai Shangjun; sceneggiatura: Han Nianjin, Cai Shangjun; fotografia: Kim Hyunseok; montaggio: Matthieu Laclau, Yann-shan Tsai; musica: Guo Sida; scenografia: Zhai Tao; interpreti: Xin Zhilei, Zhang Songwen, Feng Shaofeng; produzione: Guangzhou Mint Pictures, Guangzhou Zizai Media; origine: Cina 2025; durata: 131 minuti; distribuzione: Wanted Cinema.
