MedFilm Festival – XXXI° Edizione (Roma 6-16 novembre 2025): Château La Belle di Simona Nobile e Gianmarco Serra

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Ambientato negli anni 60 sulle Alpi, Château La Belle racconta una realtà atroce: una struttura un manicomio/asilo in cui donne vengono lobotomizzate, violentate e impregnate per dar vita a un affare di vendita di bambini. È un corto danimazione di impegno civile che mette al centro labuso istituzionale, la violenza di genere e la mercificazione dei figli. Questo sfondo fortemente drammatico e politico definisce immediatamente lintento del film: non solo intrattenere, ma denunciare, scuotere, far riflettere.

Il fatto che si tratti di animazione dà al film un doppio livello di lettura: da un lato la leggerezza visiva implicita del mezzo animato, dallaltro la durezza del tema. Questa tensione tra forma e contenuto risulta particolarmente efficace: lanimazione consente distanziamento visivo, stilizzazione e simbolismo, e ciò può dare forza alla rappresentazione di violenze e abusi che, in un linguaggio realistico, rischierebbero di risultare eccessivamente crudi. Tuttavia, questa scelta comporta anche una sfida: la stilizzazione non deve indebolire limpatto etico dellopera. Se lanimazione diventa troppo astratta, si rischia di perdere la dimensione fisica e concreta della violenza istituzionale che il soggetto richiede.

Il contesto storico gli anni 60 sulle Alpi evoca un luogo isolato, fuori dal tempo e dalle reti di controllo moderne: perfetto per rappresentare lintimità dellabuso nascosto e limpunità che lo accompagna. La scelta del setting rafforza latmosfera di clandestinità sociale e morale. Il soggetto condiviso tra i due autori suggerisce una visione collettiva e partecipata: il trauma narrato non è solo personale, ma appartiene a un tempo storico, a una collettività.

È raro, nel panorama dei cortometraggi italiani soprattutto danimazione affrontare con tanta nettezza una vicenda di abuso istituzionale, lobotomia e mercificazione dei figli. Questo da solo merita rispetto: lopera non cerca la facile astrazione, ma affronta un passato oscuro. Sul piano simbolico e metaforico, la struttura-manicomio, la vendita dei bambinie la lobotomia come strumento di cancellazione della soggettività femminile assumono un valore allegorico potente: rappresentano il potere che anestetizza, sfrutta e fa tacere.

Il progetto funziona anche come strumento di memoria e denuncia, e forse di educazione: la sua efficacia dipende da quanto riesce a spingere lo spettatore a riflettere, non solo a subire emotivamente. La scelta del mezzo animato permette unelaborazione visiva più libera e simbolica, che un live-action realistico non sempre consente.

Con un soggetto così forte, esiste il rischio della didattica esplicita: lopera potrebbe diventare spiegativao sloganistica, anziché lasciare spazio alla complessità emotiva e allimmaginazione dello spettatore. Unaltra sfida è il bilanciamento tra violenza rappresentata e violenza evocata. Rappresentare abusi, lobotomie e sopraffazione richiede una misura sottile: troppo crudo rischia di diventare scioccante, troppo edulcorato rischia di banalizzare.

Il film assume un valore culturale rilevante, perché illumina storie dimenticate e istituti rimossi dalla memoria collettiva: luoghi che hanno sfruttato donne e bambini ai margini della società. Il richiamo al passato non è retorico: suggerisce che le tracce di questi abusi persistono e che la memoria ha un compito etico. In termini estetici e simbolici, lopera può essere letta come metafora delloppressione patriarcale, della cancellazione della soggettività femminile e della mercificazione del corpo della donna e del bambino come oggetto di scambio. In questo senso, Château La Belle funziona anche come poesia dellangoscia: il castelloevoca potere e prigionia; la belle, la bella, diventa corpo sfruttato, privata della sua umanità.

Château La Belle è un progetto ambizioso e necessario: un cortometraggio animato italiano che non teme di indagare la violenza, il silenzio e labuso, e di farlo attraverso un linguaggio visivo simbolico e potente. Pur senza poter visionare lopera completa, il materiale disponibile suggerisce un lavoro di grande forza etica ed espressiva. È consigliato a chi ama il cinema danimazione impegnato, le riletture storiche degli abusi istituzionali e chi crede nel potenziale del cortometraggio come forma darte civile e politica. Si auspica che lopera trovi ampia circolazione nei festival e negli spazi di dibattito, perché un tema così importante merita di essere visto, discusso e condiviso.


Château La BelleRegia e sceneggiatura: Simona Nobile, Gianmarco Serra; animazione: Isabel Herguera; montaggio e musica: Gianmarco Serra; effetti visivi: Ane Ibargoyen, Laida Ruiz, Maider Fidalgo, José David Portales; produzione: Diego Herguera Acosta per Sultana Films; origine: Spagna/Italia, 2025; durata: 15 minuti.

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