Festival di Locarno 2024 (Piazza Grande, 13 agosto): Sauvages di Claude Barras

Prima della premiazione e della proiezione, la presentatrice del Festival, Sandy Altermatt, è salita sul palco accompagnata da quattro giovani dell’Atelier du Futur, un progetto rivolto ai giovani tra i 13 e i 15 anni. I ragazzi hanno raccontato, che per loro si tratta di un’opportunità unica di affrontare tematiche come la sostenibilità, il consumo, la diffusione della cultura e la digitalizzazione. Il progetto prevede che si debba scegliere di seguire un’attività fra moda, musica, espressione artistica, cinema, con svariati incontri con varie personalità svizzere ed internazionali, workshops con artisti professionisti, e ovviamente le proiezioni del Festival a Locarno. Eleonora, Massimo, Neva e Tecla (i quattro protagonisti dell’evento in Piazza Grande) hanno premiato il regista svizzero Claude Barras con il Locarno Kids Award La Mobiliare.

 Il direttore artistico Giona Nazzaro ha ringraziato Claude Barras che sogna come un adulto ma crea come un bambino, e non c’è un complimento più grande per un’artista. La sua creazione può unire la gente, piuttosto che separarla.

Barras ha risposto in questi termini: per me è un’emozione fantastica essere qui e ricevere questo premio. Sono timido, anche se ho già presentato il mio film ad altri festival, e anche se timido sono davvero contento di essere qui con il pubblico di Locarno. E voglio ringraziare soprattutto la squadra, che ha lavorato con me, trenta persone che hanno fatto le marionette e creato il resto della messa in scena.

Ha preso la parola anche il produttore Nicolas Burlet: Questo film svizzero ha beneficiato di una grande collaborazione internazionale. Tutto è partito dal progetto di Claude, e poi si è ingrandito, perché è un lungometraggio che parla di clima, sostenibilità, deforestazione…, ovvero di come possiamo salvare le foreste. Per ogni tappa abbiamo avuto degli aiuti, compreso quello del Borneo. Le persone del luogo non sono potute venire in Svizzera per ragioni politiche, ma ci hanno aiutato molto, ad esempio spiegandoci come andavano costruite le capanne o altri segreti della loro foresta. Indipendentemente dai nostri errori, sono rimasti commossi dal film.

Il nuovo film in stop-motion di Barras che era stato presentato in anteprima al Festival di Cannes, è girato in Borneo. Kéria, la protagonista, soccorre un cucciolo di orango trovato in una piantagione di palme da olio, dopo che la madre è stata uccisa dai taglialegna. Lo addotta e gli dà il nome Oshi. Nello stesso frangente, suo cugino Seläi si rifugia a casa di Kéria e suo padre, per sottrarsi al conflitto che oppone la sua famiglia nomade alle grandi compagnie forestali. La foresta è seriamente minacciata dalla attività di questi sfruttatori. Kéria, Selaï e Oshi, tornano nella foresta per combattere la distruzione programmata, e scoprire le radici della protagonista. Kéria fa un viaggio di liberazione; passa dalla vita che conosce per diventare una “selvaggia” a sua volta, scoprendo la libertà di questo stile di vita.

Si parla dunque dell’urgenza di salvare le foreste tropicali ed è pensato per aiutare raggiungere questo scopo, partendo dalle generazioni più giovani. Il titolo Sauvages (Selvaggi) ci faceva pensare alle tribù che popolano la foresta, ma andando avanti nella visione, scopriremo che i veri selvaggi siamo noi, o per meglio dire il capitalismo, che con il disboscamento e lo sfruttamento di quelle terre fa guadagnare miliardi alle grandi compagnie forestali.

È un film di animazione, che è un po’ un saggio sull’ecologia e che ci vuole aiutare a capire quali errori potremmo evitare di commettere in futuro. Sottolineando con enfasi l’estrema gravità della situazione, ci ricorda a futura memoria e per prossime generazioni, che attualmente, con il nostro modo di fare, stiamo sprecando troppe risorse della nostra povera terra violata.

Foto della serata di Stéphanie-Linda Maserin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *