Per i quaranta anni dalla morte: Il nostro Eduardo di Didi Gnocchi

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Eduardo piange scrivendo le sue commedie

Le voci dei nipoti – Matteo, Tommaso e Luisella –, le interviste, le riprese d’epoca, la lettura delle lettere, un coro polifonico racconta le quinte della vita dell’uomo teatrante e commediografo. Gli amori, i figli, i momenti di difficoltà, la costruzione del San Ferdinando e la morte della nipote, una somma di avvenimenti che attraversa la Storia del Teatro, ma non solo, pure quella generale perché

Scrivere una commedia impegnata non è difficile.

Difficile è impegnare il pubblico ad ascoltarla.

Nato nell’anno 1900 dopo cristo a Napoli, Eduardo era figlio illegittimo di Luisa De Filippo, sarta teatrale, avuto con Eduardo Scarpetta, importante attore del panorama partenopeo, marito della zia di Luisa. Il padre naturale teneva l’altra famiglia in una casa prossima alla sua, a portata di carrozza dentro alla quale viaggiava il pranzo quotidiano, ma soprattutto cresceva Eduardo nell’ambiente teatrale. Illegittimo figlio per l’anagrafe, legittimo figlio del teatro, entra nella compagnia del fratellastro Vincenzo in tenera età, a vent’anni esordisce con la sua opera prima Farmacia di turno e nel ’31 scrive Natale in casa Cupiello, la sua commedia più nota. Gli anni corrono e nel 1948 acquista il distrutto teatro San Ferdinando riportandolo a nuova vita, poi la tournée in Unione Sovietica e la scrittura delle Cantate dei giorni dispari, le commedie ideate dopo la Seconda Guerra Mondiale. Il suo teatro prima sottoposto a critiche e poi elogiato, descritto come “anticipo del neorealismo cinematografico”. Una vita che corre, ma un sottofondo continuo, la famiglia.

È Miseria e Nobilità la prima commedia che Eduardo interpreta accompagnato dal figlio Luca, e il teatro sarà per sempre il terreno d’incontro tra i due, un luogo nel quale Eduardo potrà crescere e stare con i figli, coniugando così passione e lavoro:

Fare teatro sul serio vuol dire sacrificare una vita.

Sono cresciuti i figli e non me ne sono accorto.

Meno male che mio figlio è cresciuto bene.

Alternato al successo teatrale e ai nuovi incontri, da quello con Pirandello – ne nasce L’abito nuovo – a quello con PPP, alla cui morte Eduardo rivolgerà tenere parole di affetto, alternato a tutto ciò, gli accadimenti della vita – tra amore e morte – che incisero il suo viso ancor più di quanto la natura avesse fatto, anzitutto la morte della figlia Luisella, in un tragico incidente sulla neve. Incidente che non gli toglie il sorriso, in quel misto di comicità e dramma che è il suo parlare:

è maggio per un anno, per quelli che lo sanno.

Per chi non vuole bene, questo mese non viene.

L’amore è un forte dolore che sembra una cosa che odora di rosa.

Ricostruzione affettuosa della vita di un uomo, Il nostro Eduardo è un buon lavoro per scoprire chi fosse l’uomo dietro al commediografo e quali tappe sono stati fondanti la sua vita. Gli spunti sono molteplici, gli aneddoti pure, e le interviste d’epoca nonché quelle attuali tratteggiano un quadro di chi fosse il vero Eduardo, al di là del carattere schivo e burbero passato alla vulgata.

è stata tutta una vita di sacrifici e di gelo! Così si fa il teatro. Così ho fatto!

Ma il cuore ha tremato sempre tutte le sere!

E l’ho pagato, anche stasera mi batte il cuore e continuerà a battere anche quando si sarà fermato.

 

Proiezione speciale a quarant’anni dalla scomparsa di Edoardo 31 ottobre Cinema Farnese di Roma ore 18.30
Al Cinema Delle Provincie di Roma il 1° novembre – ore 18:30; 2 novembre ore 20:30; 3 novembre ore 16:00.
Su Raiplay


Il nostro Eduardoregia: Didi Gnocchi, Michele Mally; sceneggiatura: Didi Gnocchi; interpreti principali: testimonianze dei nipoti di Eduardo, Matteo, Tommaso e Luisella De Filippo; produzione: Co-produzione tra 3D Produzioni, Andiamo Avanti Productions e Sky Arte, con il sostegno della Fondazione Eduardo De Filippo e del MiBACT; origine: Italia, 2021; durata: 138 minuti.

 

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