
Si fa fatica a ricordare una partita dell’Italia più deprimente di quella giocata la sera del 1 giugno a Wembley contro l’Argentina. Un 3:0 che poteva essere molto più largo, senza che l’Italia abbia mai creato non dico un’occasione da goal ma le lontane premesse per un’azione pericolosa. Il confronto fra la vincente del campionato europeo e la vincente della Coppa America è parso impietoso. Proviamo a elencare le ragioni, strutturali e non, che possono aver condotto a un risultato così diverso rispetto all’anno scorso, quando l’Italia in quello stesso stadio si laureò campione d’Europa.
Il Campionato Europeo
Partiamo con l’analisi di quella vittoria risalente all’11 luglio del 2021. Nella fase a gruppi l’Italia incontrò nell’ordine la Turchia, la Svizzera e il Galles, segnando 7 goal senza subirne nemmeno uno. Segnarono due goal Ciro Immobile e Manuel Locatelli, uno ciascuno Lorenzo Insigne e Matteo Pessina e in più ci fu un autogoal di Merih Demiral. Senza entrare nel merito del valore degli avversari, l’Italia colpì per una condizione fisica decisamente straripante, per una difesa attentissima, un importante lavoro sulle fasce con Leonardo Spinazzola su tutti. Nella fase a gironi l’Italia tirò 60 volte (una media di 20 tiri a partita), di cui 17 nello specchio. Il caso più vistoso fu quello contro la Svizzera in cui l’Italia fece 3 tiri nello specchio che fruttarono tre goal.
Veniamo agli ottavi di finale: l’Italia, prima del gruppo A, gioca contro la seconda del gruppo C, ovvero l’Austria. Finisce 0:0 nei tempi regolamentari. La sblocca Federico Chiesa nei supplementari, raddoppia Matteo Pessina e l’Austria accorcia le distanze a cinque minuti dalla fine. Al più tardi a valle di questa partita si capisce che l’Italia ha un solo grande talento capace di far girare la partita e questo talento si chiama Federico Chiesa, ventiquattro anni ancora da compiere. Contro l’Austria il totale dei tiri in porta è ancora altissimo, 27 in tutto di cui 6 nello specchio, con due goal (l’Austria al confronto: 16 tiri, 3 nello specchio, 1 goal).
Passiamo alla partita più bella giocata dall’Italia di quell’Europeo, ossia quella col Belgio nei quarti di finale. Risultato 2: 1 per l’Italia, segnano due goal molto belli Lorenzo Insigne e Nicolò Barella, Romelu Lukaku accorcia sul finire del primo tempo su rigore. L’Italia tira 14 volte, 3 tiri finiscono nello specchio, 2 dei quali in porta. Il Belgio, che si è trovato ben presto a dover rimontare, riesce a tirare solo 10 volte, 3 tiri nello specchio, uno solo (un rigore, appunto) in porta. Grande merito della difesa che ha lasciato tirare “solo” 10 volte una squadra molto forte. Al termine di questa partita sono già 6 i giocatori ad aver segnato.
I dati della semifinale con la Spagna, vinta ai rigori dopo che i tempi regolamentari e quelli supplementari erano finiti 1:1 sono un po’ diversi. L’Italia tira solo 7 volte, di cui 4 nello specchio e, come detto, un goal; la Spagna tira ben 16 volte, di cui, anche qui, 4 nello specchio e un goal. Ancora una volta l’eroe è Federico Chiesa che fa un goal pazzesco al minuto 60, pareggiato venti minuti dopo da Alvaro Morata. Poi la vittoria ai rigori.
La finale finisce, lo si ricorderà, 1:1 con goal subito all’inizio di Luke Shaw e pareggio di Leonardo Bonucci a metà del secondo tempo. Anche qua ecco la statistica sui tiri: l’Italia tira ben 20 volte, di cui 6 nello specchio e un goal, a fronte dell’Inghilterra che tira solo 6 volte, di cui una sola nello specchio, quella del goal iniziale. Italia: campione d’Europa, con un po’ di fortuna, due partite finite ai rigori, una ai supplementari, ma senza nulla rubare, anzi battendo tre squadre di cui una, nel complesso, più forte, ossia il Belgio, una shooting star come la Spagna, e l’Inghilterra, nell’insieme, forse più scarsa ma che comunque godeva del privilegio di giocare la finale in casa a Wembley.
L’entusiasmo dilagante giunse addirittura a far sì che venisse proposto Jorginho (che insieme al Chelsea aveva vinto la Champions League contro il Manchester City) come vincitore del Pallone d’Oro. A noi la proposta era parsa irricevibile.
Qualificazione ai Mondiali e Nations League
Prima della conquista dell’Europeo l’Italia aveva già disputato tre partite per le Qualificazioni ai Mondiali in Qatar. Tre vittorie per 2:0, per un totale di 9 punti, una partita in casa contro l’Irlanda del Nord, due partite fuori casa contro la Bulgaria e la Lituania. Nel settembre del 2021, un mese e mezzo dopo la conclusione vittoriosa degli Europei, riprendono le qualificazioni. Mancano ancora 5 partite. Si comincia con la partita interna con la Bulgaria a Firenze, segna Chiesa piuttosto presto, pareggia Atanas Iliev. I dati sono ancora molto confortanti: 27 tiri, 8 nello specchio, purtroppo un solo goal. Manca fra i giocatori che hanno vinto l’Europeo il solo Leonardo Spinazzola, che si era rotto il tendine di Achille nei quarti di finale contro il Belgio. La Bulgaria tira 4 volte, 2 nello specchio, 1 goal. Possiamo chiamarla sfiga perché l’Italia è ancora sostanzialmente quella che avevamo ammirato poche settimane prima.
La quinta partita si gioca tre giorni dopo a Basilea contro la Svizzera. Finisce 0:0. L’Italia stavolta tira solo 11 volte, abbassando sensibilmente la media, 7 di questi tiri finiscono tuttavia nello specchio. La Svizzera tira meno (8 volte), solo 2 tiri finiscono nello specchio. Ciò che pesantemente condiziona il risultato è il primo errore dagli 11 metri di Jorginho. A rivedere gli highlights di quella partita si capisce che non tanto la partita con la Bulgaria quanto questa è stata la svolta involutiva dell’Italia. Roberto Mancini ci ha messo del suo perché ha concesso all’unico giocatore davvero talentuoso, capace di cambiare la partita solamente mezz’ora di gioco. Parlo di Federico Chiesa, ovviamente. La prestazione non brillantissima viene “nascosta” dal fatto che l’Italia a quella data ha ancora 4 punti di vantaggio sulla Svizzera.
La sesta partita, sempre a settembre, scorre liscia: l’Italia batte la Lituania 5:0 a Reggio Emilia. Approfittando del contemporaneo pareggio della Svizzera a Belfast, il vantaggio dell’Italia sale a ben 6 punti. Fra le statistiche colpisce stavolta la capacità dell’Italia di capitalizzare i tiri in porta: 5 tiri, 5 goal. Ma la Lituania fa poco testo.
L’Italia salta il turno di ottobre. Essendo composto di 5 squadre, il girone C prevede che a ogni giornata una squadra salti un turno. La Svizzera batte l’Irlanda del Nord 2:0 a Ginevra e riduce a soli tre punti il distacco. La Svizzera batte la Lituania 0:4 a Vilnius e appaia l’Italia in cima alla classifica. Ma…
Ma…nel mese di ottobre l’Italia, campione di Europa, gioca in Italia (!) la semifinale di Nations League, ed è qui che avviene il primo grande crollo, forse solo simbolico, poiché l’Italia dopo essere stata imbattuta per 37 partite, perde in semifinale con la Spagna per 1-2, giocando in 10 per metà partita perché Leonardo Bonucci si fa espellere a causa di una gomitata, assai simile a quella di ieri sera ai danni di Lionel Messi. Il goal dell’Italia arriva a pochi minuti dalla fine per merito di Luca Pellegrini, anzi per merito di Chiesa che scavalla per 50 metri e serve un assist al bacio al compagno. Statistiche: l’Italia tira solo 8 volte, di cui 5 nello specchio, segnando appunto un goal; la Spagna tira 13 volte, di cui 4 nello specchio, segnando due goal. L’Italia giocherà con il Belgio la finale di consolazione, vincendo come già poche settimane prima per 2-1. Partita molto equilibrata: 12 tiri contro 13, 5 nello specchio contro 4 e appunto 2 goal a 1. Segnano Nicolò Barella e Domenico Berardi, su rigore.
E veniamo al fatidico mese di novembre. Nona giornata delle 10 previste. Partita di ritorno a Roma contro la Svizzera, risultato finale 1:1. Continua il trend dei pochi tiri: 11 in tutto (10 la Svizzera), di cui 4 nello specchio (2 la Svizzera), un solo goal quello di Giovanni Di Lorenzo che pareggia il vantaggio di Silvan Widmer. Al 90esimo Jorginho sbaglia il secondo rigore. L’Italia resta in vantaggio come differenza reti (+11 contro +9)., ma deve vincere a Belfast e magari non solo 0:1 nell’ultima partita, altrimenti rischia di arrivare seconda.
Ultima giornata: l’Italia gioca a Belfast contro l’Irlanda del Nord, la Svizzera a Lucerna contro la Bulgaria. L’Italia – lo si sa – pareggia 0:0, la Svizzera vince 4:0 e si qualifica come prima del girone. Statistiche dell’Italia: 13 tiri, di cui 7 nello specchio e 0 goal. Occasioni pulite da goal, parate importanti del portiere: 0.
Perché l’Italia non si è qualificata per i mondiali? Scartando la tesi della “pancia piena” (si trattava di tornare ai Mondiali dopo aver saltato un’edizione, vivaddio, se non basta questo…), perché, fatta salva la goleada con la Lituania a Reggio Emilia, nelle altre 4 partite post-Europei ha segnato 2 soli goal (Chiesa contro la Bulgaria, Di Lorenzo contro la Svizzera), una media di 0,5 a partita, frutto di un isterilimento progressivo, subendone altrettanti, la difesa è divenuta meno impenetrabile, il centrocampo ha perso sempre più vigoria fisica, il pressing asfissiante che aveva contraddistinto la prestazione dell’Italia agli Europei è venuto meno, lo stesso Gianluigi Donnarumma, che aveva giocato un ottimo campionato europeo venendo eletto miglior giocatore di quella manifestazione, non è più quella certezza che era stata, (forse paga le turbolenze del trasferimento al PSG, il Real Madrid deve a Donnarumma prima che a chiunque altro di aver vinto la Champions League), Jorginho ha sbagliato due rigori decisivi, Inoltre: a causa della sconfitta in Nations League si è avuta come la sensazione che la squadra fosse anche psicologicamente all’improvviso divenuta un po’ fragile.
L’infortunio di Chiesa
Il 9 gennaio, nel corso della rocambolesca partita fra la Roma e la Juventus, conclusasi 3:4, s’infortuna Federico Chiesa, la diagnosi è di quelle brutte, rottura del crociato, Chiesa ai playoff non ci sarà, non ci sarà con la Macedonia del Nord, non ci sarà nella finale con la vincente fra Portogallo e Turchia, quindi verosimilmente col Portogallo. Ma alla finale l’Italia non arriverà.

Il play-off.
Tutte le tendenze negative dell’autunno 2021 si ripresentano nella semifinale playoff Italia-Macedonia del Nord che si gioca a Palermo il 24 marzo del 2022. Anche qui le statistiche: 32 tiri, di cui 5 soli nello specchio, 0 goal. La Macedonia del Nord tira 4 volte di cui 2 nello specchio segnando un goal. Risultato finale, com’è noto, 0:1. L’Italia è fuori dai mondiali. A riguardare gli highlights (highlights?) di quella partita, di occasioni pulite da goal l’Italia ne ha avute diverse, ma ora Ciro Immobile, ora Domenico Berardi sbagliano goal piuttosto clamorosi. Fino alla beffa finale con il goal di Aleksandar Trajkowski.

Conclusioni in forma di decalogo
- La vittoria ai Campionati Europei è stata la sommatoria di una condizione fisica, tecnica, psicologica irripetibile che ha prodotto una notevole, eccessiva illusione;
- Il talento medio del calcio italiano è piuttosto basso;
- L’attacco è decisamente il settore più scadente, dove siamo in presenza di un innegabile deficit di talenti: nessun attaccante delle quattro squadre che si sono guadagnate la Champions League (Milan, Inter, Napoli, Juventus) è un titolare o anche solo una riserva della Nazionale. Sono tutti stranieri. L’unico sarebbe Chiesa, ma nell’ultimissima fase (e anche ieri sera) non c’era. Ciro Immobile, centravanti della squadra arrivata quinta, ossia la Lazio ha segnato dal marzo del 2021 al marzo del 2022 (Europei, Qualificazioni Mondiali, Finali Nation League) 5 soli goal in 13 partite, l’ultimo goal lo ha segnato contro la Svizzera a giugno del 2021. Gli attaccanti della sesta, della settima, dell’ottava e della nona squadra del campionato italiano 2021-2022 ossia Roma, Fiorentina, Atalanta, Verona danno alla nazionale solamente Nicolò Zaniolo (31 minuti contro la Svizzera a settembre 2021) e Matteo Pessina che è tecnicamente un centrocampista, che agli Europei segnò comunque due goal. Per trovare attaccanti dobbiamo arrivare alla decima squadra in classifica, al Torino, che fornisce alla Nazionale, Andrea Belotti il quale vanta da marzo 2021 a oggi 12 presenze e ha segnato due goal, uno con la Bulgaria e uno nell’amichevole con San Marino, finita 7:0. Per trovare un bel po’ di attaccanti in nazionale, occorre arrivare all’undicesima squadra, ovvero il Sassuolo che in nazionale presenta tre attaccanti Domenico Berardi che fra marzo 2021 e la partita di ieri sera vanta ben 15 presenze e 3 goal di cui uno in amichevole; Giacomo Raspadori 8 presenze 3 goal, uno con la Lituania (5:0) e due nell’amichevole post eliminazione con la Turchia, a fine marzo; infine Gianluca Scamacca 4 presenze (frammenti di presenze) e 0 goal. Da notare infine: nessuno nell’Italia segna di testa, fatto salvo qualche goal di difensori (Bonucci, Di Lorenzo) su palle da fermo. E dire che nella classifica dei goal di testa del campionato 2021-2022 Ciro Immobile (6 goal) è secondo solo a Victor Oshimen (7 goal), gli italiani a seguire sono Mattia Destro del Genoa con 5, poi Moise Kean della Juventus, Antonio Sanabria del Torino e Gianluca Scamacca del Sassuolo con 3. Ma fra Destro e i 3 ci sono ben 11 giocatori stranieri;
- Il centrocampo è forse il settore più sorprendente, soprattutto dopo le prestazioni notevolissime agli Europei, anche perché è un settore che negli ultimi anni qualche talento lo ha prodotto (da Nicolò Barella a Sandro Tonali, da Manuel Locatelli a Marco Verratti) ma che risulta vittima di una involuzione tecnica e fisica, difficile da spiegarsi. Di Jorginho, giocatore molto sopravvalutato, si è già detto.
- Assai scadente appare l’Italia, in termini di talento, sulle fasce laterali. Mi pare che Emerson e Di Lorenzo siano giocatori mediocri, che in altre nazionali non verrebbero mai convocati, vediamo a che livello tornerà Spinazzola, una volta riavutosi dall’incidente. Manuel Lazzari non è mai veramente decollato, dopo che alla Spal era sembrato un giocatore dall’avvenire radioso. Giocatori promettenti se ne vedono pochi.
- La difesa è un settore completamente da rifondare, dato l’invecchiamento di Giorgio Chiellini e Leonardo Bonucci, un invecchiamento che ha impattato anche sulle prestazioni della Juventus di quest’anno. Qualche talento in difesa nelle squadre minori si è intravisto, ma anche lì, le posizioni chiave all’interno del campionato italiano le ricoprono giocatori stranieri: Stefan De Vrij, Milan Skriniar, Fikayo Tomori, Pierre Kalulu, Matthijs De Ligt, Kalidou Koulibaly, Amir Rrahmani etc.
- Mi pare sia entrato in crisi anche il modello del collettivo che sembrava la formula vincente di Roberto Mancini, quello spirito di aiuto reciproco che presuppone comunque una condizione fisica buona o forse addirittura ottima.
- Approfittando del fatto che, a parte la Nations League, l’Italia dovrà tornare a competere per qualcosa solo in vista degli Europei in Germania del 2024, bisognerebbe rifondare creando una sorta di barriera alla presenza di stranieri nelle squadre italiane. Un’operazione che abbisogna della collaborazione dei club che però, a loro volta, sono in mani straniere e che quindi se ne fregano altamente delle prospettive della nazionale italiana sul medio-lungo periodo.
- Credo che Roberto Mancini dovrebbe dimettersi. Quel che poteva raggiungere lo ha raggiunto. Il modo in cui gioca (?) la Nazionale da lui diretta lo si conosce, ci vuole qualcun altro con nuove idee.
- Rivolgiamoci alla serie B, di solito completamente ignorata. Talento e modestia forse li troviamo anche lì.
