Mata di Fábio Nascimento e Ingrid Fadnes al Festival “Cinema e Ambiente Avezzano”

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Mata, documentario  diretto da Fábio Nascimento e Ingrid Fadnes  e proposto in anteprima italiana alla sesta edizione di “Cinema e Ambiente Avezzano” nella categoria Earth’s Breath, è stato presentato in quasi trenta film festival di tutto il mondo. Questa sezione appunto Respiro del pianeta (letteralmente), raccoglie le opere che raccontano, ciascuna a suo modo, un rapporto simbiotico, personale e intimo con il pianeta regalandoci una nuova prospettiva nell’interazione con le forme di vita che popolano l’ambiente. 

L’uomo non è al centro dell’ambiente circostante  e in diritto quindi di sentirsi re e padrone di esso, ma è parte dell’intero pianeta, una parte naturale dell’intero ecosistema. Un tema da sempre dibattuto e certamente non nuovo ma che viene trattato qui, con delicatezza e onestà,  dai registi brasiliani Fábio Nascimento e Ingrid Fadnes .

Negli ultimi 75 anni il mondo ha perso più della metà delle foreste pluviali. Nell’estremo sud dello stato brasiliano di Bahia, solo il 4% della foresta atlantica è rimasto intatto. 

Comincia così Mata e continua mostrandoci, nei fotogrammi iniziali, immagini notturne di alberi che ondeggiano quasi come stessero danzando al ritmo del loro respiro. 

Poi, qualcosa sembra interrompersi…la danza non è più armonica e sinuosa, più di un albero sembra barcollare e infine lo vediamo cadere giù.  

In questo documentario che ci fa vedere un mondo quasi scomparso, due microcosmi, in antitesi tra di loro sembrano fronteggiarsi e faticano a trovare un dialogo: la comunità  Pataxó e le famiglie dell’estremo sud di Bahia, che lottano per mantenere lo status “naturale” delle loro terre e combattono per il diritto di coltivarle, e gli “invasori” responsabili dell’occupazione delle piantagioni in quei territori, a causa della crescente domanda di carta e di legno (che poi è una delle cause principali di deforestazione al mondo). 

Rodrigo Santana della comunità Pataxò sottolinea l’amore per le proprie radici e l’estrema cura e sacralità che la sua gente sente nei confronti del proprio ambiente ” Ogni vecchio albero di cocco, ogni vecchia casa in questa foresta, era della nostra gente, ogni albero di avocado, ogni albero di Mango.. è della nostra famiglia” 

Quello di Rodrigo e delle famiglie di quel territorio, è un sistema di vita intimamente connesso con il tutto: con il volo degli uccelli, con la morbidezza del terreno, e con la presenza o meno degli scarabei o dei lombrichi e dei vermi nella terra. Sembra un piccolo mondo antico, quasi scomparso appunto, che però difende e lotta per mantenere quello stile, che rispetta profondamente l’ambiente sentendosene parte. 

D’altra parte, “l’invasore” che tenta il dialogo prospettando un’occupazione dei territori, indossa una camicia bianca e parla di concretezza e collaborazione “ la terra che ci unisce non può dividerci” siamo venuti per collaborare in questo processo di sviluppo per cambiare questa terra in qualcosa di concreto per coloro che prenderanno decisioni a Brasilia. 

Scopriremo poi aspetti più tecnici,  le piantagioni di eucalipto, ad esempio,  seccano il terreno rendendo la terra meno fertile e meno viva e l’ambiente tende a seccarsi .

“ Qui la foresta sembra morta, un fantasma, non ci sono più vermi nel terreno” dice un indigeno mostrando i territori occupati. 

La ragione “logica” dell’occupazione  deve rispondere alle necessità di mercato e alla richiesta della domanda di consumo crescente e si scontra con le logiche degli indigeni che ci raccontano di un attaccamento forte e indissolubile alle proprie radici,  ci mostrano una comunità che prepara i medicinali con il contenuto della corteccia di alcuni alberi, di una famiglia che “sente” una risposta nel comportamento degli animali e che crede ancora con forza nelle leggi della natura. 

Mata, dandoci una prospettiva ampia della questione spinosa e certamente non nuova dell’invasione e dello sfruttamento di territori naturali, cattura lo sguardo dello spettatore perché si sofferma sui particolari “selvaggi” offrendoci una visione affascinante delle leggi naturali di Bahia e regalandoci lunghe immagini della foresta, che viene ripresa all’interno,  dall’alto, e in qualsiasi prospettiva. Come a volerci mostrare la vita e il respiro di questa natura. 

Un documentario che tratta una tematica da sempre battuta, e lo sa fare in modo coinvolgente e accattivante. 


Cast & Credits

Mata Regia e sceneggiatura: Fábio Nascimento & Ingrid Fadnes; musica: Fábio Nascimento; produzione: Boituí con il supporto di CineBrasilTV, LAG; origine: Brasile, 2021; durata: 88′.

 

 

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