Intervista all’attore tunisino Ahmed Hefiane, interprete di Volare di Margherita Buy

Ahmed Hefiane, attore tunisino ormai pienamente inserito nella nostra produzione cinematografica nonché nella vita italiana, è nato nel villaggio di Salakta a Ksour Essef, nel Governatorato di Mahdia, ha frequentato l’Institut Supérieur d’Art Dramatique (ISAD) di Tunisi e ha poi recitato in molte opere, tra cui Caligola, realizzata da Hichem Rostom, fino al passaggio al cinema con Keswa, le fil perdu, (1997) per la regia di Kalthoum Bornaz. 
Chiamato in Italia da Carlo Mazzacurati per La giusta distanza (2007), da allora ha recitato anche in lingua italiana e interpretato diversi film tra l’Italia e il suo paese. Approfittiamo della sua presenza nel film Volare con la prima regia dell’attrice Margherita Buy per scoprire di più sulla sua visione del cinema e dell’arte.
Domanda: Cosa ne pensi di un film che parla di un microcosmo come quello del volo?
Risposta: un film è sempre una parola magica, umanità sogno e metafora soprattutto. Volare dà voce a coloro che finalmente possono vedersi riscattare in un film, in cui si racconta l’umano, la fragilità che ne deriva (ognuno di noi ha il suo punto debole), in tutto ciò, il sogno ha il ruolo di veicolare la nostra voglia di volare e di superare le insicurezze. Il film è un invito a volare con lo spettatore.Credi che la Buy abbia scelto questo mondo per esorcizzare le sue paure o per esprimersi meglio come prima regia?
Non penso, Margherita Buy ha da dire molto sia come autrice e regista, e come tanti altri artisti, ha voluto condividere un momento di sogno e d’umanità. Inoltre ha voluto dare voce a quelle persone che a prescindere dalla voglia o paura di volare o no, hanno visto condizionare le loro vite da un’Odissea di un viaggio o da un sogno. Margherita come dicevo ha invitato ognuno a rivivere la propria Odissea per cento minuti di narrazione su grande schermo, ma tutto ciò con gioia e allegria.È stato semplice lavorare con lei?
Margherita Buy conosce bene i suoi personaggi in questa storia, quindi sapeva cosa chiedere esattamente agli attori. Oltre alla grande professionalità ho potuto notare un rapporto tra lei e gli altri attori, in cui emerge ammirazione e amore nei loro confronti, quindi la collaborazione stata una gioia condivisa tra il cast e Margherita, e anche con tutti altri reparti del set: la mia impressione era che per lei non fosse la sua opera prima, ma che facesse la regista da tanto tempo e solo per umiltà non dirlo avesse dichiarato.Come hai sviluppato il tuo personaggio?
L’interattività tra il cast e Margherita, e i collaboratori sulla sceneggiatura, le letture le prove, tutto ciò rappresentano una buona preparazione per “volare”, per me il set diventava una piacevole ricreazione del mondo del volo, ben preparato. Arrivando sul set il primo giorno, sei già il personaggio.

Il mondo del volo spesso è vittima di stereotipi e racconti un po’ surreali. Come ha superato la regia i cliché?
Per ciò per cui il film è stato creato e girato, spero che Volare aiuti tanti a superare i pregiudizi e gli stereotipi sul volo: guardando le micro Odissea descritte, c’è tanto  da capire  e sognare.

Quali saranno i tuoi prossimi lavori?
Ora sto girando per la serie Blocco 181 ma ci sono tanti altri progetti in prospettiva, tra Roma Parigi…

 

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