-
Voto
La regista britannica Andrea Arnold (Fish Tank, American Honey) che era stata insignita a Cannes 2024 della Carosse D’Or da parte della Société des réalisatrices et réalisateurs de films (SRF) francese, ci regala, come nei suoi precedenti film, un altro, altrettanto valido, ritratto giovanile di una ragazzina alle porte della pubertà che malgrado la giovane età deve confrontarsi con dei conflitti familiari e delle responsabilità molto più grandi di lei.
Bailey (Nykiya Adams) vive in una famiglia patchwork alla periferia di una cittadina costiera nel Sud della Gran Bretagna con il fratello Hunter (Jason Buda) e il giovanissimo padre disoccupato Bug (Barry Keoghan). La madre (Jasmine Jobson), che sta in un’altra casa con altre tre fratelli piccoli di Bailey, l’ha praticamente abbandonata al padre, per iniziare una relazione con un compagno violento con cui Bailey continuamente si scontra. Bailey è una ragazzina difficile e solitaria tanto quanto la Mia di Fish Tank, che trova nell’osservare gli uccelli in volo un modo per distrarsi dalla sua cruda realtà. Quando il padre, con il quale sembra avere un rapporto, se non buono, per lo meno solido, le annuncia con sorpresa di volersi sposare con la nuova fidanzata conosciuta solo tre mesi prima, la ragazzina si oppone con tutte le sue forze. Come atto di rifiuto e rottura si taglia i capelli e non torna a casa la notte. In una sequenza quasi fra il sogno e la veglia, alla mattina, sul prato dove ha dormito, incontra Bird (Franz Rogowski), uno strano tipo spuntato, o meglio, volato dal nulla. Grazie a questo strano personaggio, lui stesso – non si capisce se abbandonato o perso in tenera età – alla ricerca delle sue origini, Bailey trova, da una parte la forza per imporsi e praticamente cambiare la situazione che le è stata imposta dagli adulti, dall’altra ad accettare il cambiamento che anche il suo corpo adolescente sta attraversando.

Sulla falsariga di altri Coming-of-age interessati alla critica situazione sociale delle periferie, quali Furore e grida (1988) diretto dal francese Jean-Claude Brisseau, ma anche d Kes (1969) di Ken Loach, Arnold crea una storia che pur nel crudo realismo dell’Inghilterra dei sobborghi poveri, si arricchisce di poesia e forti emozioni.
Nei suoi lavori la regista inglese ha sempre mostrato un particolare interesse per l’azione salvifica che la natura e in particolar modo il mondo animale (il suo precedente film, Cow, 2021, documenta la vita di una mucca) ha in situazioni di degrado e povertà sociale. Il realismo magico di Bird deve sicuramente molto alla bellissima fotografia del cameraman irlandese Robbie Ryan, che lavora non solo con la Arnold, ma anche con Yorgos Lanthimos, (con cui collabora da La favorita in poi). Grazie alla sua fotografia sembra tutto possibile. Inoltre, non possiamo dimenticare la straordinaria prestazione dell’attore tedesco Franz Rogowski, le cui qualità attoriali sono apprezzate da molti registi europei. La sua trasformazione fisica ha veramente del magico! Un’opera insomma da vedere, che sicuramente farà ancora parlare di sé.
In Concorso al Festival di Cannes 2024
In anteprima italiana alla Festa di Roma 2024 (Alice nella città – vincitore del Concorso)
In sala dall’8 maggio 2025.
Bird – Regia e sceneggiatura: Andrea Arnold; fotografia: Robbie Ryan; montaggio: Joe Bini; musica: Nicolas Becker; interpreti: Barry Keoghan, Franz Rogowski, Jason Buda, Jasmine Jobson, James Nelson Joyce, Frankie Box, Nykiya Adams; produzione: BBC Film, BFI, Access Entertainment, House Productions, Ad Vitam, Arte France Cinéma, FirstGen Content, Pinky Promise; origine: UK/Francia/Germania/Usa, 2024; durata: 119 minuti; distribuzione: Lucky Red.
