Longlegs di Osgood Perkins

  • Voto
3.5

Preceduto da una campagna marketing martellante (“svelare il finale è il primo passo verso il male”), scandita da video inquietanti e misteriosi messaggi da decifrare, e presentato come uno tra i migliori horror dell’anno, Longlegs mantiene le alte aspettative, rivelandosi un thriller psicologico complesso, ansiogeno e disturbante. A metà tra il poliziesco e il thriller psicologico, il film introduce un “entità” horror tra le più spaventose degli ultimi decenni. Longlegs è infatti un entità terrificante più che un individuo in carne ed ossa che terrorizza con la sua sola presenza le vittime, spesso bambine, o “ angeli del cielo”. Come ogni entità mostruosa che si rispetti, non ha una storia, non sembra avere un’anima, ma scompare e ritorna dalle sue vittime innocenti quando vuole.

Interpretato da un irriconoscibile Nicolas Cage, che compare solo inizialmente per poi riemergere nella seconda parte del film, vediamo il vampiresco Longlegs per la prima volta dalla prospettiva di una bambina, con il cerone bianco, gli occhi nascosti dalle sue grandi mani mentre dalla sua bocca deformata fuoriesce una voce spettrale e inquetante.

Mefistofelico, disturbante e disturbato, Cage ( protagonista, recentemente di un altro film inquietante, Dream Scenario- Hai mai sognato quest’ uomo? di Kristoffer Borgli, sempre passato alla Festa di Roma del 2023) interpreta qui, un diabolico artigiano del male, pronto a sacrificare anime innocenti pur di placare la sua sete di morte.

Il primo inquietantissimo fotogramma, ambientato in un paesaggio desolato e totalmente innevato è l’origine del male e la causa del trauma che vive la protagonista (un’intensa Maika Monroe, volto ormai noto nei film di genere horror ).

Osgood (Oz) Perkins (figlio di Anthony Perkins, il celeberrimo Norman Bates di Psycho di Alfred Hitchcock, 1960) già regista di opere come February: l’innocenza del male e Gretel e Hansel, prosegue con successo il suo viaggio nel mondo del thriller/horror psicologico e confeziona un film capace di tenere il pubblico con il fiato sospeso lasciandolo con una fastidiosa sensazione di disgusto fin dalla prima sequenza. Longlegs stermina intere famiglie eppure è inafferrabile da 30 anni. Compie delitti terribili da solo o qualcuno lo aiuta e/o fa al suo posto?

Tra Seven (David Fincher, 1995) e soprattutto Il Silenzio degli innocenti (Jonathan Demme, 1991), l’ultima opera di Perkins jr  è “un’esperienza intensa e visivamente disturbante” che prende avvio da un classico caso di indagini su omicidi- suicidi che insanguinano l’Oregon da 30 anni.

Nicolas Cage

Nel dettaglio: anni ’90, Lee Harker è una giovane agente dell’FBI poco esperta, che viene coinvolta per le sue capacità intuitive e sensitive nell’interminabile indagine su una serie di efferati omicidi firmati con biglietti apparentemente indecifrabili lasciati sul luogo del delitto da un misterioso assassino chiamato Longlegs. A lui sono collegati i massacri di dieci famiglie, uccise dentro la propria casa dal padre di turno, dominato da un’ inspiegabile forza oscura capace di renderlo un terribile, cinico sterminatore. La donna, sola e poco socievole, tenta di decrittare i messaggi del killer per risolvere il mistero e chiudere, dopo diversi anni, il caso. Ogni tanto compare sulla scena il killer, urla in macchina, spaventa  giovani donne, cuce bambole diaboliche con estrema cura e dedizione.

Sono, come già accennato, tante le citazioni di noti film horror, i cui dettagli vengono rielaborati per costruirne un plot riuscito e pieno di tensione.

L’ efferatezza degli omicidi suicidi ricorda, come accennato,  Seven ma l’ approfondimento psicologico qui è ancora più spiccato e trova la sua forza nei complessi rapporti che caratterizzano l’ intera narrazione. Su tutti, il legame tra Lee e l’assassino. C’è un’ alchimia perversa e quasi morbosa tra lei, l’ agente dell’FBI e l’ inafferrabile serial-killer. Sono, in modi completamente differenti, due esseri fuori dal comune, fuori dal mondo, incompresi ed emarginati.

Lui, Longlegs, la conosce, pensa di dominarla mentalmente e lei lo insegue pericolosamente, proprio come Clarice Starling e Hannibal Lecter nel Silenzio degli innocenti. La mamma di Lee, invece, è una sorta di Margaret White, madre della celebre Carrie (Brian De Palma, 1976) dell’ Oregon, con cui è difficile stabilire un dialogo profondo, personale e intimo. Lei colleziona oggetti, ha lo sguardo fisso nel vuoto, e suggerisce a Lee di pregare, sempre e poi sempre. Sullo sfondo, una provincia americana tra gli anni Settanta e la metà degli anni novanta spaventata dall’ onda di sangue causata dalle stragi dell’ondata satanica.

Ossessivo, morboso, provocatorio. Per un pubblico di appassionati del genere ma non solo.

Presentato in anteprima alla Festa di Roma (sezione Grand Public)
In sala dal 31 ottobre 2024.


Longlegs  – Regia: Oz Perkins; Sceneggiatura: Oz Perkins; Fotografia: Andres Arochi; Montaggio: Graham Fortin, Musiche: Elvis Perkins; interpreti: Nicolas Cage, Alicia Witt, Maika Monroe, Blair Underwood, Micehelle Choi-Lee, Dakota Daulby, Lauren Acala, Kiernan Shipka, Maila Hosie, Jason William Day, Lisa Chandler, Rryla McIntosh, Carmel Amit, Charles Jarman, Erin Boyes; Produzione: Automatik Entertainment, C2 Motion Picture Group, Neon, Saturn Films; Paese: USA; Durata: 101 min; Distribuzione: Be Water Film in collaborazione con Medusa Film

 

 

 

 

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