Toro, il documentario firmato da Rocco Di Mento che racconta l’insolita amicizia tra il regista e Angelo Caruso, è stato presentato in anteprima italiana al Biografilm Festival. In occasione della proiezione, li abbiamo incontrati e intervistati: ecco cosa ci hanno raccontato.
Domanda: Come nasce l’idea di questo film?
Rocco Di Mento: In realtà tutto nasce da un’amicizia lunga, vera. Io e Angelo ci conosciamo da sempre, abbiamo condiviso tanto. A un certo punto ci siamo detti: raccontiamoci. E farlo con una telecamera è diventato un modo per guardarci davvero, per riflettere su chi siamo, sul contesto da cui veniamo, e su cosa significa essere uomini oggi.
Angelo Caruso: Sì, è venuto tutto in modo spontaneo. Quello che si vede nel film è reale al 95%. Poche volte abbiamo dovuto rifare delle scene, e solo per questioni tecniche. Ma quello che diciamo, quello che proviamo… era tutto autentico. Non recitavamo. Stavamo semplicemente vivendo.
Voi due siete persone molto diverse ma in realtà oltre alla superficie, oltre al costrutto sociale, c’è una profonda comprensione reciproca, e io credo che questo il film riesca ad illustrare molto bene, e riesce a farlo mantenendo un tono privo di retorica. Nella vita, che cosa avete preso l’uno dall’altro, quali sono gli elementi di personalità dell’altro che vi hanno aiutato nel comprendere voi stessi?
Angelo Caruso: Rocco mi ha insegnato a pensare. Io sono impulsivo, lui è uno che riflette. Mi ha aiutato a capire situazioni che da solo avrei solo vissuto di pancia. Mi ha spinto, motivato. Magari nel film sembro io quello “duro”, ma la verità è che è Rocco quello davvero tosto. Se oggi sono qui, è grazie a lui.
Rocco Di Mento: Da Angelo ho imparato che la fragilità non è una colpa. Nella nostra società, se sei uomo e fragile, devi vergognartene. E invece no. Il nostro rapporto, e il film, mostrano che è possibile un altro tipo di maschile, più vero, più vulnerabile, ma anche più libero.
Nel film si parla anche della paternità, del rapporto con il padre, della paura legata alla nascita di una figlia femmina. Puoi raccontarci di più?
Rocco Di Mento: Il film mi ha costretto a guardarmi dentro. A capire come tanti modelli tossici, legati alla mascolinità, mi hanno condizionato. Ho capito, ad esempio, che molti dei miei rapporti con le donne non nascevano dall’amore, ma dal bisogno di conferma della mia identità maschile. È una cosa che viene dalla cultura in cui siamo cresciuti. Non è una paura legata al genere, è una riflessione più profonda su come educhiamo, su quali modelli interiorizziamo.
Nel film c’è anche il judo. Una metafora?
Angelo Caruso: Per me il judo è fondamentale. È uno sport che ti insegna rispetto, disciplina, adattamento. E ti insegna il consenso, il rispetto del corpo dell’altro. Anche se è uno sport individuale, in palestra si è una famiglia.
Rocco Di Mento: Per me è stato un ritorno importante. Da ragazzino ne avevo un po’ paura, ma oggi lo vedo come un allenamento alla relazione. Il tatami è un luogo senza pregiudizi. C’è rispetto, ci si adatta all’altro, e si impara ogni volta. Questo è anche quello che cerchiamo nel film: imparare dall’altro, anche se è diverso da noi.
Come è stato il riscontro del pubblico?
Rocco Di Mento: A Londra la gente veniva dopo la proiezione a parlarmi e a condividere. Il film crea una connessione intima. E qui in Italia spero che accada lo stesso, che si possa iniziare a parlare di queste cose, anche con i ragazzi nelle scuole. Vorrei che questo film si vedesse lì: per dire che è normale avere paura, sentirsi inadeguati. Ma è anche possibile liberarsene.
Toro – Regia: Rocco Di Mento; fotografia: Rocco Di Mento, Sirio Magnabosco, Martin Langner; montaggio: Valentina Cicogna, Rocco Di Mento; musiche: Appaloosa, Daniel Freitag; interpreti: Rocco Di Mento, Angelo Caruso, Giulio Caruso, Tommaso Baiardi, Giovanni Scandella, Pietro Colletti; produzione: Inselfilm Produktion, 5e6; in collaborazione con ZDF/Das kleine Fernsehspiel con il sostegno di Documentary Campus e il contributo del Goethe-Institut; origine: Germania/Italia, 2025; durata: 93 minuti.
