Ennio Flaiano, straniero in patria di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi

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Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso

Impresa complessa e necessaria, quella in cui si sono cimentati Fabrizio Corallo e Valeria Parisi: realizzare un documentario su Ennio Flaiano, a mezzo secolo dalla scomparsa, per raccontarlo nella sua interezza. Personalità sfuggente e di difficile inquadramento, Ennio Flaiano ha ricoperto un ruolo fondamentale nella storia del Cinema Italiano, oltre 60 le sceneggiature da lui firmate, fra cui I vitelloniLa stradaLa dolce vita e , scritte a quattro mani con Federico FelliniLa notte, scritta con Antonioni. I film per il grande Totò (fra cui Guardie e ladriTotò e Carolina) e tantissimi altri, Germi, Zampa, Monicelli, Lattuada, Petri. L’elenco delle collaborazioni è veramente lungo e l’influenza trasversale del suo lavoro è di un’importanza tale da arrivare a definire lo spirito stesso dell’epoca. 

Ma il contributo al cinema di Flaiano non è sufficiente a comprendere la personalità eclettica ed insofferente di un uomo che ha esplorato la scrittura in ogni sua declinazione, aforismi, articoli, romanzi, racconti, diari, critiche, opere teatrali, alla ricerca continua di un contenitore la cui forma si adattasse al suo pensiero. 

L’impostazione scelta dall’opera di Fabrizio Corallo e Valeria Parisi è tra le più rigorose, perché si prefigge il difficile compito di illustrare cronologicamente il percorso di Flaiano, come uomo, scrittore, padre, intellettuale, tantissimi aspetti che si traducono in una gran mole di elementi da disporre ed organizzare a livello narrativo.  

Il documentario sceglie di aprire su una spiaggia: un bambino con un binocolo osserva l’orizzonte, la soggettiva del binocolo si tramuta in filmati d’archivio che ci fiondano dentro ad un Italia diversa e lontana, in cui prende il via il nostro racconto. 

Si parte, dunque, dalle origini: l’infanzia “dickensiana”- non per nulla si firmava “Pickwick” in certi suoi scritti. Il rapporto con i luoghi che ha frequentato, Camerino, Roma, ma in particolare l’Abruzzo, in cui è cresciuto, e che utilizzerà come unità di misura per definire ogni altro spazio (disse poi del Canada che era come l’Abruzzo, soltanto un po’ più grande). E ancora, l’armonia con i Classici (Giovenale, Catullo, Marziale). Il premio Strega vinto grazie al suo primo ed unico romanzo Tempo di Uccidere (da cui Giuliano Montaldo trasse un film, che fece soffrire entrambi). L’incontro con Gian Gaspare Napolitano e la sua militanza nell’INDEX RERUM VIRORUMQUE PROHIBITORUM, la rivista di aforismi satirici di Anton Giulio Bragaglia. Il caffè letterario Aragno, che frequentava assieme ad altri intellettuali. L’amico Mario Pannunzio, che gli fece scrivere il primo articolo per la rivista “Oggi”. L’amore per Totò, per cui scrisse uno dei suoi film più belli (appunto il già citato Guardie e Ladri). La collaborazione con Suso Cecchi D’Amico, con la quale dette inizio alla Commedia all’Italiana. La scoperta di Sofia Loren. E, ovviamente, il lungo sodalizio con Federico Fellini, interrotto bruscamente a causa di una apparente incomprensione: il misterioso incidente, le cui implicazioni, che comprendono il tormentato rapporto tra Flaiano e Fellini, viene analizzato e approfondito in un altro interessante documentario: Il meglio è passato  (2010) di Giancarlo Rolando e Steve Della Casa, che ricordiamo con piacere. 

Con Federico Fellini

Grande cura nell’includere tutti i dettagli e nel raccogliere interventi di tantissimi personaggi, del passato e del presente, le cui testimonianze ci forniscono piccoli tasselli utili a comporre il quadro: la moglie Rosetta Rota, Goffredo Fofi, Cesare Garboli, Francesco Piccolo, Valerio Rivosecchi, Suso Cecchi D’Amico, Anna Longoni, Francesco Filippi, Masolino D’Amico, Annalena Benini, Alessandro Gassman, Andrea Andermann, interviste radiofoniche dello stesso Flaiano, e da interventi di Neri Marcorè, che presta la voce ad alcuni dei suoi aforismi più famosi. 

Attraverso i tanti filmati d’archivio provenienti dall’Istituto Luce e Rai Teche, Il racconto riesce a far procedere di pari passo vita privata, carriera da intellettuale, mestiere di scrittore, e a portarci verso gli ultimi bagliori di un’esistenza che è riuscita a sfuggire ad ogni ambiente. Un inconscio istinto di autoconservazione ha preservato Flaiano dal successo, quello che abbaglia ed ottunde, e gli ha permesso di mantenere una purezza individuale ed intellettuale rara. Ad un certo punto sentiamo Federico Fellini sostenere che il cinema va vissuto completamente in maniera totale, avventurosa, se invece si ha un approccio selettivo, come faceva Flaiano, si diventa infelici e diffidenti, ci piace però, che il lavoro di Corallo e Parisi, attraverso le parole di Cecilia Dazzi, parafrasa quanto detto da Fellini, e ci suggerisce subito dopo una prospettiva differente: Flaiano non è definibile all’interno di un ambiente, e non può appartenere in modo esclusivo a nulla, è “un cittadino del mondo, non della provincia Italia” E se l’immagine astratta e sognante di Fellini è riuscita ad elevarsi nella sintesi perfetta di un racconto coerente e completo, è proprio grazie al sodalizio tra i due. 

Il film si chiude con le immagini di Oceano Canada (1971), opera che Ennio Flaiano stava realizzando assieme ad Andrea Andermann, in cui ci sembra finalmente di intravedere un artista che aveva trovato la dimensione giusta della sua essenza: “un taccuino di viaggio, alla giornata, in cui tutto è casuale, quello che ci interessa davvero è il rapporto uomo e natura in un paese enorme, dove la solitudine può essere la condizione normale, la chiave dell’esistenza” 

Flaiano morì mentre quel documentario era ancora in fase di montaggio, ma è di grande consolazione che se ne sia andato lavorando ad un’opera dallo spirito così libero ed indipendente, nella quale, finalmente, era arrivato quasi a riconoscersi. 

Su Raiplay


Ennio Flaiano, straniero in patria – Regia: Fabrizio Corallo, Valeria Parisi; sceneggiatura: Fabrizio Corallo, Valeria Parisi; musica: flippermusic; interpreti: Cecilia Dazzi, Neri Marcorè; interventi: Goffredo Fofi, Gianfranco Angelucci, Maria Rossana Dedola, Paolodi Paolo, Gabriella Ghermandi, Maurizio Mastino, Giovanna Napolitano Morelli, Cesare Garboli, Francesco Piccolo, Valerio Rivosecchi, Suso Cecchi D’Amico, Anna Longoni, Francesco Filippi, Masolino D’Amico, Annalena Benini, Alessandro Gassman, Andrea Andermann; produzione: 3D Produzioni, Rai Documentari; origine: Italia, 2022; durata: 88 minuti. 

 

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