Festa di Roma: Shakespea Re di Napoli di Ruggero Cappuccio (Freestyle)

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Ruggero Cappuccio da anni mette in scena una piccola perla del teatro italiano Shakespea Re di Napoli, spettacolo che è riuscito a trasporre in versione cinematografica e che ritroviamo con gioia alla “Festa del cinema di Roma”.

Ciò che può spingere a una tale operazione artistica di tutto rispetto è indubbiamente l’impatto vincente che ha avuto la storia sugli spettatori e il desiderio di poter diffondere attraverso l’occhio della mdp un plot di tutto rispetto con o senza l’approvazione di un pubblico più o meno esperto di filologia shakespeariana, condivisibile o meno.

Tutto gira attorno al mistero dei Sonetti di William Shakespeare, che incarnano uno dei più affascinanti casi  della storia della letteratura mondiale. Il Leitmotiv del dramma, trasformato in pellicola, consiste nel voler indagare e svelare il destinatario a cui furono dedicati quei Sonetti, (e il perché), versi che il grande drammaturgo inglese aveva firmato con una dedica, la quale citava un  misterioso mister W.H.

A inizio Seicento, Desiderio (interpretato da un eccellente Alessandro Preziosi, ormai nel pieno della sua maturità artistica), torna a Napoli dopo un naufragio e riabbraccia il suo vecchio amico Zoroastro.  A lui racconta di aver vissuto a lungo a Londra e di essere diventato il più grande interprete dei personaggi femminili del drammaturgo inglese. Zoroastro, le cui forme vengono prese da Giuseppe Esposito e  che rende il personaggio una sorta di fool shakespeariano, non crede a questa storia e mette di continuo alla prova l’amico ritrovato.

I colori, le scenografie e la fotografia del film sono perfettamente adeguati al rendere reale ciò che sulla scena sarebbe solo suggerito e a creare quell’onirismo non eccessivo, tipico delle regie dei grandi interpreti del Bardo.

È grazie a questa capacità se Ruggero Cappucio riesce a rendere familiare un personaggio mai esistito, o forse sì, nella filologia shakespeariana – infatti la soavità della storia e la recitazione teatrale contenuta e ben dosata, rendono merito a chi l’attore lo fa in maniera trasversale e dopo anni di enorme studio ed esercizio, creando così una storia cinematografica solida e molto credibile.

Il giovane Desiderio, Emanuele Zappariello, è ben diretto e si inserisce perfettamente in un contesto di grandi professionisti, tra cui Jacopo Rampini, in grado di sostenere il suo ruolo anche in un perfetto inglese e in più somigliando in modo impressionante all’immagine di Shakespeare riportata in molte raffigurazioni storiche.

Secondo noi è commovente l’amore che trasuda da questo lavoro nonché l’impegno dimostrato da un cast d’eccellenza e da maestranze altrettanto brave, nell’essere stati in grado di trasporre anche qui da noi, in Italia, una fondamentale tematica shakespeariana in un film molto riuscito.

Inoltre va sottolineata l’importanza del messaggio di grande spessore e profondità che la storia ci riporta: si parla di passaggi e di evoluzione, dell’impossibilità dell’umano di essere eterno nell’arte, ma anche della possibilità dell’arte di rendere immortale un uomo.


Shakespea Re di NapoliRegia: Nadia Baldi, Ruggero Cappuccio; sceneggiatura: Ruggero Cappuccio; fotografia: Antonio Di Domenico; montaggio: Artemide Alfieri, Martina Galiè; interpreti: Alessandro Preziosi, Jacopo Rampini, Emanuele Zappariello, Giuseppe Esposito, Peppe Servillo, Elio De Capitàni, produzione: Artimagiche; origine: Italia, 2023; durata: 90 minuti.


 

 

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