Festa di Roma: La solitudine è questa di Andrea Adriatico (Freestyle)

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La storia della letteratura italiana del secondo dopoguerra è costellata di tragici e prematuri  lutti: il suicidio di Cesare Pavese nel 1950, la morte di Pier Paolo Pasolini nel 1975, il suicidio di Primo Levi nel 1987, venendo al nuovo millennio penso ancora a Tommaso Labranca, a Vitaliano Trevisan e recentemente a Michela Murgia.

Non meno importante all’alba degli anni ’90 è la morte, per AIDS, di un autore che come pochi altri ha saputo raccontare una generazione, quella a cavallo fra il post-sessantotto e lo spaesamento degli anni ’80, da una prospettiva a un tempo provinciale ed europea. Sto parlando di Pier Vittorio Tondelli (1955-1991), un autore assai presto entrato nel ristretto novero di coloro che hanno davvero saputo fare scuola, un autore che ha dato vita, pur al netto della vaghezza di questo termine, a un autentico mito. Al mito di Tondelli, ma se vogliamo essere più precisi, alla sua importanza nella letteratura italiana contemporanea è riferito il film del regista di origine aquilana Andrea Adriatico (1966) che non da oggi rivolge la propria attenzione allo scrittore di Correggio, se è vero che già nel 2011 nella sua città di adozione, ovvero Bologna, dedicò a Tondelli un importante spettacolo teatrale tratto dall’ultimo romanzo ovvero Camere separate (1989).

Stavolta invece Adriatico gira sullo scrittore emiliano un lavoro che è sicuramente un omaggio a uno scrittore amato ma che è al contempo una preziosa testimonianza, oltreché cinematografica, storico-letteraria della permanenza di Tondelli nell’immaginario di alcuni noti esponenti under 40 della letteratura italiana contemporanea. Di seguito i nomi: Viola di Grado, Alcide Pierantozzi, Alessio Forgione, Paolo di Paolo, Angela Bubba, Claudia Durastanti, Jonathan Bazzi.

Pier Vittorio Tondelli

Per fare questo il regista costruisce un film dalla struttura molto rigorosa, anche se, alla fine, forse, un po’ ripetitiva. Sceglie uno scrittore che parla di un romanzo o comunque di un testo di Tondelli, ciò avviene in una location che è stata nella vita di Tondelli (o almeno in un caso, forse, nella vita del regista) particolarmente significativa: Correggio, Roma, Milano, Firenze, Orvieto e Berlino fino a L’Aquila, sicuramente significativa per Adriatico, non sappiamo fino a che punto significativa per Tondelli. I “medaglioni” che gli scrittori italiani contemporanei dedicano al singolo libro loro assegnato vengono intervallati dalla lettura scenica di alcuni brani tratti proprio da quello specifico libro, recitati da due attori che si spostano dunque nelle varie location in cui il film è girato, attori di forte impianto teatrale che rispondono al nome di Lorenzo Balducci e Tobia de Angelis. Sul piano cinematografico il film, va detto, non è particolarmente significativo, il tentativo di creare complessità visiva attraverso dei carrelli laterali che intendono di volta in volta frammentare le immagini in riquadri fotografici stranianti perché circondati di un mascherino nero risulta alla lunga un po’ faticoso e anche stucchevole. Ma, lo ripetiamo, è da elogiare questo tributo a uno scrittore importante della letteratura italiana capace di intercettare le incertezze e le ansie di una generazione, fra i primi in Italia a praticare un genere, quello dell’autofiction, che solo successivamente si sarebbe diffuso nel nostro paese, fino a diventare, forse, il genere dominante, come dimostra la cinquina dell’ultimo Premio Strega. Tondelli ha saputo farlo appropriandosi di una modalità di scrittura capace di guardare oltre: oltre confine, alle altre arti, al pop, e fuori dalla piccola città, bastardo posto, come diceva il suo conterraneo Guccini. A proposito di musica: da elogiare l’ottimo soundtrack di un altro illustre emiliano ovvero Massimo Zamboni, ex CCCP etc.


La solitudine è questa: regia: Andrea Aronico; sceneggiatura: Andrea Adriatico, Stefano Casi, Grazia Verasani; fotografia: Ali Beidoun; montaggio: Roberto Passuti; interpreti: Lorenzo Balducci, Tobia de Angelis; produzione: Cinemare, Pavarotti International 23 srl; origine: Italia 2023; durata: 99′.

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