Parte dal tragico epilogo, la morte del poeta Giacomo Leopardi (interpretato da Leonardo Maltese), la fiction Rai Leopardi il poeta dell’infinito, presentata in anteprima Fuori concorso alla Mostra di Venezia. Parte dalla sua morte e dal tentativo messo in atto dall’amico Antonio Ranieri (Cristiano Caccamo) di sottrarne la salma al triste destino di una sepoltura nelle fosse comuni, nella Napoli piagata dal colera nel 1836. Giunto furtivamente di notte nella Chiesa di Don Carmine (Alessandro Preziosi) ingaggia con questi un’aspra disputa su chi fosse stato realmente l’amico e poeta, ricostruendone, attraverso lunghi flashback, una vicenda umana fatta di vette poetiche altissime e tormenti interiori altrettanto profondi.
Ed è questa, in buona sostanza, la struttura narrativa di una serie divisa in due parti, quanti sono gli interlocutori cui il Ranieri si rivolge. Suo è il punto di vista e suoi sono – in parte – i ricordi, attraverso i quali si tenta di ricostruire la complessa e multiforme vita dell’amico. Un dialogo serrato che vede subentrare a Don Carmine, Fanny Targioni Tozzetti (Giusy Buscemi), la donna che è stata l’oggetto del desiderio, mai ricambiato, del Leopardi maturo.
Non è certo avara di dettagli, aneddoti biografici e storici, questa fiction, che parte narrando l’infanzia del protagonista passata assieme ai fratelli con cui condivide, almeno inizialmente, la formazione scolastica e la spensieratezza tipica dei bambini. Almeno fino a quando il padre Monaldo (Alessio Boni) non ne scopre le straordinarie doti intellettuali e gli permette l’accesso alla biblioteca di famiglia, preludio ai sette anni di “studio matto e disperatissimo”. Assieme all’impegno ossessivo e ai “desideri di gloria” iniziano a manifestarsi i primi segni di irrequietezza, anzitutto verso i genitori “ossessivi e bigotti” e una Recanati vista solo dalla finestra e vissuta come una prigione. Da qui le frequentazioni invise alla famiglia, prima tra tutte quella con lo scrittore Pietro Giordani (Fausto Russo Alesi), i ripetuti tentativi di fuga e i soggiorni a Roma, Bologna e Firenze (dove frequenta, sebbene tiepidamente, i circoli intellettuali vicini alle idee risorgimentali), sino all’epilogo napoletano.
Un impegno produttivo di tutto rispetto quello di Rai Fiction, con il quale si tenta di ricostruire con ambizioni quasi enciclopediche – complice anche un minutaggio più che adeguato – la vita e le opere di Giacomo Leopardi, illuminando le seconde sotto la luce della prima. E se proprio un difetto deve essere cercato, lo si può rinvenire nella volontà di spiegarne la complessa vicenda umana attraverso l’utilizzo di nessi causali, dati una volta per tutte. Sicché, se nel dialogo tra Antonio e Don Carmine il motivo principe del pessimismo e dei tormenti del poeta sembrano generarsi dal rapporto a dir poco conflittuale con i genitori Monaldo e Adelaide (Valentina Cervi – sua e quella di Boni le prove attoriali più solide), nella seconda parte, quando Ranieri dialoga con Fanny Targioni Tozzetti, pare essere l’amore non corrisposto di lei e il profondo senso di solitudine e inadeguatezza di cui soffre il poeta a delinearne la psicologia. Se l’intento era quello di presentarci il protagonista sotto una luce meno dolente, di vittima predestinata di fattori esterni, anzi più gaia e solare, soprattutto nel periodo fiorentino, il ricorso a questo tipo di struttura inficia in parte il risultato. Pare, infatti, non esserci spazio per incertezze, vuoti o di zone d’ombra inconoscibili dell’animo umano presenti in ciascuno di noi.
Ad ogni modo, si tratta di una fiction certamente meritevole di essere vista, anche nell’ottica di un percorso di maturazione che la Rai, tra le mille difficoltà del caso, ha intrapreso nel settore della fiction e che guarda a un pubblico non soltanto italiano.
In onda su Rai1 lunedì 16 dicembre e martedì 17 dicembre 2024
Leopardi il poeta dell’infinito – Regia: Sergio Rubini; sceneggiatura: Sergio Rubini, Carla Cavalluzzi, Angelo Pasquini; fotografia: Fabio Cianchetti; montaggio: Giogiò Franchini; suono: Mirko Guerra, Michele Gualdrini; scenografia: Francesco Frigeri; interpreti: Leonardo Maltese, Cristiano Caccamo, Giusy Buscemi, Valentina Cervi, Fausto Russo Alesi, Bruno Orlando, Serena Iansiti, Maria Vittoria Dallasta, Andrea Pennacchi, Roberta Lista, Alessandro Preziosi, Alessio Boni; produzione: IBC MOVIE (Beppe Caschetto), Rai Fiction (Alessandra Ottaviani, Valeria Lugaro), Rai Com; origine: Italia, 2024; durata: 245 minuti.