Un giovanissimo Roberto Benigni sul set di Tu mi Turbi, il suo esordio cinematografico da regista. L’attore toscano è immortalato, mani in tasca, occhi chiusi e schiena piegata all’indietro in una posa quasi innaturale, impreziosita dal bianco e nero sgranato dell’immagine. Un attimo reso eterno dallo scatto più famoso della fotografa Luciana Mulas, divenuto l’icona della XXII edizione del Festival del Cinema di Porretta Terme. Il legame tra Porretta Terme e Mulas è di lunga data: nei decenni passati Luciana era solita recarsi sull’Appennino per fotografare i protagonisti e gli ospiti della Mostra del cinema libero, gloriosa manifestazione cinematografica d’avanguardia che si è svolta fra il 1960 e il 1985 nel piccolo centro termale.
Proprio per omaggiarne la figura, l’organizzazione del festival ha allestito una mostra personale dedicata alla sua arte fotografica, in cui sono state esposte un’ottantina di immagini, quasi tutte scattate a Porretta Terme fra gli anni ‘70 e ‘80. La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione tra Luca Elmi, direttore artistico del festival del cinema, e Luisa Bondoni, curatrice del museo nazionale di fotografia di Brescia. Bondoni ha scritto nel materiale di accompagnamento della mostra: ≪Non ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Luciana Mulas. (…) Passo ore a visionare e guardare i suoi negativi e provini, ho ascoltato i racconti di chi le è stato accanto e l’ha conosciuta. E attraverso le sue fotografie siamo diventate amiche≫.
Luciana, figlia di un immigrato sardo, nasce a Bussolengo, in provincia di Brescia, nel 1930. La sua casa è frequentata da fotografi e artisti, a partire dal fratello maggiore Ugo, uno dei fotografi italiani più importanti del dopoguerra che inizia alla tecnica la stessa Luciana, il fratello Mario e la sorella Maria, rendendo la fotografia una vocazione familiare. Con Mario inizia a lavorare, sul principio degli anni Sessanta, come fotografa di scena al Piccolo Teatro di Milano diretto da Giorgio Strehler per poi aprire nel 1973, sempre nel capoluogo lombardo, uno studio personale che collabora con grandi riviste Italiane e internazionali, arrivando a fotografare per il “New York Times” il restauro del Cenacolo di Leonardo nel 1980.
La grande passione di Luciana Mulas sono però il cinema e i ritratti d’artista, a cui si dedica partecipando alle principali manifestazioni nazionali. Per molto tempo, ogni anno, all’inizio di settembre, Luciana corre a Venezia per immortalare le star del cinema presenti al Lido, intessendo relazioni professionali e rapporti d’amicizia. Mulas espone i suoi lavori partecipando a mostre collettive e personali, organizzate dalle principali gallerie d’arte nazionali e, per cinque anni, insegna fotografia all’Istituto Superiore di architettura e design di Milano. Gira il mondo per lavoro, frequenta Londra e New York, per poi stabilirsi, sul finire degli anni ‘90, a Castellaro Lagusello, nel mantovano, insieme al compagno Giorgio Matteotti, discendente del deputato Giacomo ucciso dai fascisti nel 1924.
Luciana Mulas è scomparsa il 12 luglio 2017, all’età di 87 anni. Il suo archivio fotografico è stato donato dalla famiglia al Museo nazionale di fotografia di Brescia ed è custodito in un fondo personale a lei dedicato.
La figlia Eva, in uno scritto dedicato alla madre, la ricorda così: ≪Attraverso la potenza di un’istantanea l’attore, il regista, lo scrittore, l’intellettuale e la ballerina, il pittore erano colti in un momento che rivela l’umanità della persona. Nessuna posa, nessun artificio, solo verità≫.
La stessa verità che si può cogliere incrociando i gesti, i volti e gli sguardi delle persone ritratte dall’occhio instancabile e sensibile della grande fotografa di scena, il cui lavoro merita di essere riscoperto.
In copertina Nanni Moretti giovane (Foto di Luciana Mulas, qui per gentile concessione del Museo Nazionale della Fotografia di Brescia)