È morto a 92 anni, oggi nel pomeriggio del 29 febbraio a Roma, dopo una breve malattia, Paolo Taviani (San Miniato, 1931), fratello di Vittorio, scomparso a 88 anni il 15 aprile 2018. I due, che si completavano perfettamente a vicenda, sono gli storici fratelli del cinema italiano classico che, così, può ormai definitivamente considerarsi chiuso.
Folgorati dalla 7 Arte vedendo Paisà, i Fratelli Taviani avevano esordito in terzetto nel 1962 con Un uomo da bruciare realizzato insieme a Valentino Orsini (1927-2001). Poi sono seguiti sessant’anni di intenso lavoro scanditi da 20 lungometraggi per il grande schermo di cui 19 firmati insieme, in cui sono confluite ascendenze cinematografiche molto diverse, dalla psicanalisi al marxismo, dall’esistenzialismo alla musica e alle arti figurative sotto l’egida di altrettanti numi tutelari: da Rosselini a Visconti, da Brecht a Ejzenstein. Per non parlare poi della preponderante importanza della letteratura, a partire dal grande maestro russo Lev Tolstoj dalla cui opera hanno tratto il formidabile San Michele aveva un gallo (1972), Sole anche di notte (1990) e più di recente Resurrezione (2001), una miniserie televisiva in due parti. Ma non dimentichiamo anche Wolfgang Goethe (Le affinità elettive, 1996) e soprattutto Luigi Pirandello con lo splendido Kaos (1984) e Tu ridi (1998). Inoltre, Paolo dopo la morte di Vittorio aveva girato, oltre ad Una questione privata (2018), anche il suo bel canto del cigno, Leonora addio (2022), ispirato al mondo e alla biografia del massimo drammaturgo siciliano.
Tra le loro opere principali, oltre ad alcune già citate in precedenza, dobbiamo ricordare quelle che a me, personalmente, sono tra le più care del loro filmografia, almeno Allonsanfàn (1974), Padre padrone (1977, Palma d’oro al Festival di Cannes), La notte di San Lorenzo (Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes del 1982) e Cesare deve morire con cui vinsero a Berlino l’Orso d’oro nel 2012. Nel 1986 avevano ricevuto il Leone d’Oro alla carriera a Venezia.
Paolo stava preparando un nuovo, ultimo film di cui aveva concluso la sceneggiatura dal titolo (provvisorio) Il canto delle sirene. Dire che mi dispiace della sua morte è molto poco, alla moglie Lina Nerli, ai figli e ai nipoti le mie più sentite condoglianze, anche a nome di tutta la redazione di Close-Up. Seguirà pezzo di approfondimento.