Sly di Thom Zimny

  • Voto
4

Sylvester Stallone  – in una di quelle sere in cui si decide di guardare le vecchie foto. In una di queste ci siamo noi in posa sdraiati sul letto con alle spalle un poster di Stallone in primo piano. Ecco, questa sera è utile, abbiamo capito perché seguiamo Sly da quasi quaranta anni con una indulgenza che in effetti sembrava un po’ sospetta. Ha interpretato due personaggi bigger than life, Rocky e Rambo, ma ha anche recitato in film un po’ discutibili, ma chi non lo ha fatto, pensavamo, e allora lo amavamo sempre. Il bellissimo documentario Netflix, Sly, testimonia il carattere schietto e sincero di un uomo che sente il peso del tempo che passa inesorabile, che tenta di svalutare quanto di buono fatto nella sua vita. Ma anche disilluso e relativamente solo, Sly è fortissimo, la sua fisicità è riconoscibile e ineguagliabile, da come muove le mani, da come cammina, al suo volto così asimmetrico e deciso. È ancora un duro dal cuore vero e incorrotto. Il rapporto con il padre, basato sull’aggressività e su una assurda invidia, è alla base del documentario e l’incarnazione del sogno americano, Stallone stesso, si rivela essere una seconda possibilità di essere amato. Stallone voleva il successo, il riconoscimento, ma sopra ogni cosa voleva essere amato dal padre e questo desiderio inappagato lo ha in qualche modo formato e forgiato, avrebbe cercato la sua realizzazione a qualunque costo, capendo però alla fine che essa passa proprio dall’amore.

Sly si racconta e la sua lezione è semplice, rialzarsi sempre e lottare, per amore. I soldi e il successo sono una bella illusione di una vita irreale, la vita vera una realtà da affrontare ogni giorno. Qualche volta ce la facciamo, qualche altra no, ma dobbiamo provarci sempre.

Il processo creativo di Sly, ben descritto da lui stesso e da alcune star amiche, come Quentin Tarantino Arnold Schwarzenegger, evidenzia una innata capacità di sentire il percorso dell’eroe, di trasmetterlo al pubblico, ma non è questa, sebbene interessante, la storia importante raccontata dal documentario. Del resto la maggior parte di noi conosce questo aspetto della personalità poliedrica di Stallone, ciò che colpisce al cuore è il non nascondersi dietro al personaggio da parte di Stallone stesso. Cosa che a dire la verità sembrava ovvia per lui, vista l’aderenza con la vita di Rocky e Rambo.

I premi sono passati, il successo è passato, i figli sono cresciuti, il lavoro diminuito se non finito del tutto. Già, così stanno le cose. Ma io non mi arrendo, e non fatelo nemmeno voi. La sensazione è di vedere la solitudine di un uomo che ha reso meno sole tantissime persone, per questo è divenuto celebre, per questo ha avuto e ha un prezzo da pagare. Di certo Stallone non può essere ricordato solo come una star di film d’azione, ma come un grandissimo attore capace di scrivere e di narrare la sua stessa storia, paradossalmente una semplice e irripetibile storia d’amore.

Su Netflix


Sly – Regia: Thom Zimny; fotografia: Justin Kane; montaggio: Annie Salsich, Thom Zimny; musica: Tyler Strickland; interpreti: Sylvester Stallone, Quentin Tarantino, Arnold Schwarzenegger; produzione: Braden Aftergood; origine: Usa, 2023; durata: 95 minuti; distribuzione: Netflix.

 

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