Supersex di Francesca Manieri (Festival di Berlino – Berlinale Special) – I primi tre episodi

I punti sopra le i li ha messi già da tempo la nostra star Rocco – per esempio in una Intervista a “FqMagazine” – in cui ha detto con estrema chiarezza che si tratta di «“una serie ispirata a” e non “una serie su”». E d’altronde non poteva essere altrimenti, era assai difficile, se non impossibile, realizzare un serial televisivo “neorealista” su Rocco Siffredi, la pornostar più famosa al mondo. E in più ancor oggi vivo e vegeto (fa anche un piccolissimo cameo nella seconda puntata), con a produrre non dico HBO ma Netflix, tramite le nostre società The Apartment e Groenlandia.

Dunque, con qualche preconcetto e un certo sotterraneo scetticismo – lo confessiamo senza alcuna remora – che ci siamo apprestati a seguire questo assaggio delle prime tre puntate di Supersex (sulle sette totali) che la Berlinale ci ha offerto in attesa del prossimo start all’inizio di marzo. Ma, almeno in parte, siamo stati smentiti nei nostri preconcetti riguardo al progetto ideato da una sceneggiatrice come Francesca Manieri che da oltre dieci anni ha alle spalle una carriera di tutto rispetto e rilievo, avendo firmato, tra gli altri, film di Laura Bispuri, Matteo Rovere, Sidney Sibilia, Francesca Comencini o Emanuele Crialese.

Ma veniamo al dunque. Siamo a Parigi, (presumibilmente) nel maggio 2004, Rocco Antonio Tano in arte Rocco Siffredi (Alessandro Borghi) – pseudonimo per chi non lo sapesse derivato da Roch Siffredi, il protagonista del gangster movie Borsalino, (1970) diretto da Jacques Deray e interpretato da Alain Delon – annunzia, ad un Premio che doveva ricevere come star del Porno, il suo ritiro dalle scene: a quarant’anni appena compiuti ha alle spalle all’incirca 1.300 film a luci rosse con oltre quattromila partner diverse. Segue uno shock generale. Flash-back – tipica struttura coatta e ricorrente delle serie Netflix – torniamo indietro nel tempo a Ortona, la ridente località abruzzese sul mare Adriatico ribattezzata da Churchill la “Stalingrado d’Italia”, dove Rocco era nato nel 1964 e cresciuto in umili condizioni. A nove anni o giù di lì scopre i suoi due miti: il fratello maggiore Tommaso, che esce con Lucia la ragazza più bella e desiderata della cittadina, e Supersex, il supereroe di una omonima rivista di fotoromanzi pornografici nata nel 1967, incentrata sul personaggio interpretato quasi esclusivamente da Gabriel Pontello. Bene, si descrive il tutto con annessi e connessi, illuminazioni spirituali e passioni erotiche (maluccio direi in questa prima puntata, firmata da Matteo Rovere) e poi si arriva alla seconda per la regia di Francesca Mazzoleni.

Parigi di inizio anni Ottanta, Tano lavora al ristorante del fratello che ha qualche losco giro con annessi casini. Senza tirarla troppo per le lunghe: Siffredi conosce il regista Gabriel Pontello, lascia il ristorante di Tommaso (Adriano Giannini), rompe o quasi i rapporti con l’amato fratello che lo accusa di aver provato a sedurre la moglie Lucia (Jasmine Trinca), la ragazza da lui sempre ammirata e amata ad Ortona e che è ora costretta a “fare la vita”; ormai è entrato sempre più nella vita fosca di Pigalle, nel commercio ed esibizione del sesso, a latere di un amore lasciato a metà con Sylvie (Jade Pedri).

Terza parte (diretta da Francesco Carrozzini): siamo nel 1987 quando tramite un pigmalionico Riccardo Schicchi, il nostro protagonista incontra la grande Moana Pozzi (Gaia Messerklinger) che con lei poi girerà Fantastica Moana, il suo primo film italiano. Scena madre: in una grande sala di un ristorante, ad una tavolata collettiva Rocco si alza in piedi e davanti agli astanti compresa una coppia di allibiti, attempati clienti che battono subito in ritirata, lo caccia fuori e si fa una sega a tempo di record (sono celebri le dimensioni giant del suo ninnolo: 24 cm di lunghezza e 16 cm di circonferenza, ma questo nel serial non lo si dice). È nato, d’incanto, Rocco Siffredi supereroe e superstar del porno. Qui più o meno finisce, in bellezza, quanto ci è stato fatto vedere nella preview berlinese.

Moana Pozzi alias Gaia Messerklinger 

A leggere le note di produzione, il serial intende descrivere “una vita nell’industria del porno, fatta di sesso, passione e morte. Esamina come viene costruita la mascolinità e quali questioni di desiderio e potere dominano ancora oggi il rapporto tra uomini e donne.” Provando ora a tirare un sommario bilancio di questo “aperitivo” di 145 minuti, che non può non essere che assolutamente parziale, dovendo parlare di meno della metà di un tutto, possiamo abbozzare un giudizio sostanzialmente positivo. A differenza del più “autoriale” Dostoevskij dei Fratelli D’Innocenzo, in Supersex abbiamo a che fare con un prodotto molto più tradizionale sia nella struttura del racconto (qui le puntate sono puntate) sia nell’impatto visivo molto pop e molto colorato. Il mix tra realismo e melodramma spesso è bilanciato e, come si sarà capito da quanto scriviamo, accade di tutto e di più, con una sovrabbondanza di romanzesco. La partenza è, ad essere generosi, abbastanza stentata – anche Dostoevskij, comunque non partiva alla grande -, poi, via via, la narrazione scorre più fluida e la vicenda riesce ad acchiappa lo spettatore – o almeno così è accaduto con me a cui sarebbe piaciuto andare avanti. La recitazione in queste tre puntate, soprattutto quella del duo Alessandro Borghi e Adriano Giannini, funziona molto bene con degli ottimi momenti di spettacolo.

E quindi attendiamo fiduciosi il resto del serial, tra qualche settimana per completarne la visione e darne una valutazione definitiva.

Su Netflix dal 6 marzo 2024.


Supersex – Ideazione:  Francesca Manieri  – Regia: Matteo Rovere, Francesco Carrozzini, Francesca Mazzoleni; sceneggiatura: Francesca Manieri; fotografia: Daria D’Antonio; montaggio: Gianni Vezzosi, Marcello Saurino, Giuseppe Trepiccione, Michele Gallone; musica: Ralf Hildenbeutel; scenografia: Veronica Rosafio;  interpreti: Alessandro Borghi (Rocco), Jasmine Trinca (Lucia), Adriano Giannini (Tommaso), Jade Pedri (Sylvie), Linda Caridi (Tina), Saul Nanni (Rocco a 19 anni), Enrico Borello (Gabriele), Vincenzo Nemolato (Riccardo Schicchi), Gaia Messerklinger (Moana), Nutsa Khubulava (Rozsa), Marco Fiore (Rocco a 9 anni), Francesco Pellegrino (Tommaso a 21 anni), Eva Cela (Lucia a 17 anni), Tania Garribba (Carmela), Pietro Faiella (Gennaro), Mario Pirrello (Franco Caracciolo), David Kammenos (Jean Claude), Johann Dionnet (Pontello), Giulio Greco (Christoph),  Clémence Thioly (Julienne); produzione: Lorenzo Mieli, Matteo Rovere, Lorenzo Sportiello per Netflix, The Apartment, Groenlandia; origine: Italia, 2024; durata: 7 puntate di 50 minuti (circa); distribuzione: Netflix.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *