The Honeymoon. Come ti rovino il viaggio di nozze di Dean Craig

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Due novelli sposini in Luna di miele, ed il migliore amico dello sposo, a fare da terzo incomodo.

La commedia romantica del londinese Dean Craig (The Estate, Un amore e mille matrimoni) si presenta con una formula ben collaudata, proprio per questo in grado di garantire una certa gamma di gag quasi “obbligate” e telefonate. Considerata la prevedibilità del canovaccio dunque, il successo di un film del genere non può che risiedere nella qualità intrinseca dei singoli sketch.
Il film si rifà all’esperienza della commedia romantica, un filone che – dagli anni 2000 in poi, postNotting Hill, tanto per intenderci – ha subito una mutazione particolare, facendosi più triviale, ma anche più creativo, e che comprende una quantità sterminata di pellicole. Netflix si è sempre mostrato molto ricettivo nei confronti di questa tipologia di film, le cui produzioni hanno dato alla luce, inevitabilmente, anche prodotti completamente superflui. Vediamo quindi come si comporta The Honeymoon in questo panorama.
Adam e Sarah, (Pico Alexander, Maria Bakalova) dicevamo, si sono appena sposati e stanno per partire in luna di miele. Bav (Asim Chaudhry), migliore amico dello sposo, testimone di nozze, ed autore sin da subito di una serie di disastri, è depresso perché ha perso il lavoro. Adam decide dunque di portarlo con sé. Il viaggio si rivela, prevedibilmente, un disastro, a causa dell’invadenza dell’amico. La vicenda si complica con l’ingresso in scena di un ricco ed affascinante malavitoso italiano (Lucas Bravo), che coinvolgerà i nostri tre in un losco affare e, invaghitosi di Sarah, cercherà di mettere i bastoni tra le ruote ai due novelli sposini.

Il viaggio di nozze si svolge in una Venezia luminosa, la carrellata di momenti romantici tra i due sposi, però, è ideata con pigrizia e modesto sforzo creativo, lo sviluppo della trama procede forzatamente e senza convinzione, in maniera sfilacciata, tra situazioni scarsamente amalgamate e poco plausibili. La seconda parte del film funziona meglio, parzialmente grazie al cambio di registro: svolgendosi on the road, le gag non sono più incentrate sulla luna di miele ma su una serie di goffaggini che vedono i due protagonisti inguaiarsi sempre più, tra poliziotti, gangster ed individui poco raccomandabili.
Alla fine giungono inevitabili i momenti di litigio e riconciliazione tra i due amici, che, una volta riappacificati, si apprestano a salvare la donzella caduta nella trappola seduttiva dell’elegante malavitoso italiano; quest’ultimo verrà poi liquidato, redento e reso inoffensivo con quattro parole dalla stessa sposina, in una sbrigativa scena ad alto tasso di inverosimiglianza.
La musica utilizzata nei momenti romantici ricorda quella una pubblicità di un profumo low cost, mentre nei momenti concitati si fa generica ed abbozzata, ma rimane sempre e comunque un commento in superficie. I movimenti sempre morbidi di camera riflettono invece un lavoro tecnico impeccabile, la fotografia nitida e talvolta troppo luminosa restituisce comunque la giusta atmosfera ed il brio necessario senza risultare troppo patinata.

Asim Chaudhry

Un plauso va sicuramente agli attori, in particolare a Asim Chaudhry, che ha già dimostrato in passato il suo talento con la serie tv mockumentary People Just Do Nothing, grazie alla sua fisicità ed espressività è in grado di offrire una comicità in grado di trascendere un copione fatto di battute non esaltanti.
E veniamo al vero punto debole del film: era legittimo e doveroso aspettarsi qualcosa in più dallo sceneggiatore di Funeral Party e Moonwalkers, considerato il discreto cast (Pico Alexander, Maria Bakalova, Lucas Bravo ed il già citato Asim Chaudhry), l’ottima produzione ed un meccanismo ben oliato che richiedeva semplicemente qualche tocco brillante per ingranare – l’evidenza dell’occasione sprecata emerge proprio in quei due o tre momenti che riescono a strappare una risata. È un film che sembra non accontentare nessuno e non essere fatto per nessun tipo di pubblico in particolare, se non il più generalista e meno ricettivo possibile,  quello che non considera il cinema una cosa seria, ma neppure un intrattenimento, lo vede a malapena come un riempitivo di tempi morti.

La comicità illustrata si mostra carente di originalità: gag di basso livello, brutte copie senza anima di sketch presi da altri film, largo uso di umorismo scurrile, con riferimenti a flatulenze, inserimento di oggetti nel retto, vomito. La presenza di battute a sfondo genitale e sessuale oscilla costantemente ad un passo dall’autoaffermazione, come se la volgarità in sé fosse requisito sufficiente a far ridere (Ricordate il triste refrain “E’ troppo grosso non ci entra” di La cosa più Dolce con Cameron Diaz? Siamo da quelle parti). Sarebbe facile portare degli esempi ma ce li risparmiamo per carità.
Sia chiaro, non ci scandalizziamo di certo davanti a volgarità o scurrilità, a patto che questi elementi vadano a trovare una giustificazione e diano valore aggiunto all’originalità, la qualità, e la comicità di un film. Purtroppo non è questo il caso. La sensazione è che l’impalcatura alla base potesse reggere tranquillamente il senso una buona commedia, sono, invece, gli arredi e le finiture a rivelarsi di scarsa fattura, rendendo il risultato complessivo ben poco appetibile. Eppure sarebbe bastato poco.
Peccato.

In sala dal 16 marzo 2023


The HoneyMoon: Come ti rovino il viaggio di nozze  – Regia: Dean Craig; Sceneggiatura: Dean Craig; Fotografia: Mike Stern Sterzynski; Montaggio Stefano Petrucci; Scenografia: Francesco Scandale; Costumi: Uliva Pizzetti; Musiche: Andrea Guerra; Cast: Maria Bakalova, Pico Alexander, Asim Chaudhry, Lucas Bravo. Produzione: Notorious Pictures, Tempo Productions, WME Independent; Distribuzione: Notorius Pictures; Origine: Inghilterra, Durata: 97 minuti; distribuzione: Notorious Pictures.

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