Agli “Incontri Ravvicinati” della Festa del Cinema di Roma, tra i primi protagonisti, si sono presentati i Manetti Bros.
“Dobbiamo fare una precisazione in via amichevole, perché il titolo dell’incontro è sbagliato: non siamo cresciuti a pane e B-Movies”: questo è ciò che hanno immediatamente specificato nel momento del loro arrivo in sala.
I due si son presentati nella loro semplicità, raccontando aneddoti dell’infanzia in merito alla loro volontà di fare i registi, come il gran tempo impiegato nel registrare e rivedere film in tv. Hanno inoltre snocciolato il loro rapporto sul set, tentando di definire il loro “metodo” di far cinema dove non esiste competizione, se non in brevi momenti passeggeri.
Nel loro sistema produttivo, la libertà, in generale, è sacra e imprescindibile. La libertà della camera in movimento nello spazio, sembra esserne poi il cardine. Quindi, è più importante seguire la luce o gli attori? Questa è la domanda con cui Marco Manetti ha indotto uno spunto di riflessione per nulla banale.
Per quanto riguarda gli autori che amano, hanno espresso la propria stima per Steven Spielberg e John Carpenter. Inoltre, i due hanno dichiarato il loro grande amore per Alfred Hitchcock, maestro indiscutibile per la loro maniera di concepire il cinema. Quando non sanno come girare una scena, si domandano inevitabilmente come l’avrebbe girata lui. Hanno, inoltre, raccontato il loro forte legame con la città di Napoli.
Per l’occasione, i registi hanno ripercorso col pubblico in sala i momenti più significativi della propria brillante carriera, sino alla presentazione dei primi minuti del loro ultimo film Diabolik, interpretato dall’attore Luca Marinelli, la cui data d’uscita è prevista per il 16 dicembre con 01 Distribution e dove spicca anche un talentuoso Valerio Mastrandrea.
Non sono mancati i lunghi applausi finali di un pubblico eccitato dalle scene avvincenti dell’inseguimento a bordo della Jaguar, e rapito da un personaggio talmente affascinante, ma anche complesso e dalle mille sfaccettature, come lo è il protagonista del rinomato fumetto delle sorelle Giussani.
Marco e Antonio son risultati agitati ed emozionati, attenti a centellinare anticipazioni. Antonio, in particolare, ha richiesto di poter guardare lo spezzone del film dalla platea nello spazio sottostante il palco per vivere la medesima emozione vissuta dal pubblico.
La loro carriera artistica è stata ripercorsa, non senza una punta di commozione dei due, tramite alcune clip dei loro film più significativi: Piano 17 (2005), L’arrivo di Wang” (2011), Song e’ Napule (2013) e l’ultino ad oggi Ammore e malavita” (2017). I Manetti Bros rappresentano un grande punto di riferimento per il cinema di genere in Italia, come è indicativo anche l’utilizzo del musical in lingua napoletana per raccontare una storia.
Anche stavolta, sono, senza dubbio, pronti a stupire e a fare centro nelle sale col loro Diabolik, emblema di una crescita artistica indiscutibile.