Riprendiamo da questa settimana la nostra rubrica con questo pezzo di Alessandro Ricci. (G.Sp.)
La filosofia è la passione della ragione. Questo divertente gioco di parole vuole trasmettere la difficoltà e l’anelito della filosofia alla ricerca della Verità attraverso la ragione.
Il calcio è fede. Gramsci scriveva che il comunismo era la religione che avrebbe ucciso il cristianesimo. Invece è il calcio che ha sostituito, se non proprio ucciso, la fede religiosa. Basta osservare uno stadio durante qualsiasi partita, basta considerare quante televisioni si sintonizzino tutti i giorni su partite di ogni campionato. Non è più solo sport e divertimento, è una fede cui le persone affidano tanto della loro vita.
I sistemi filosofici non sono ingenui tentativi di riduzione del fenomeno mondo a un insieme di regole cui attenersi per capirlo, sono fatiche vere, tra logica, astrazione, creatività, che cercano di interpretare il mistero del mondo e dell’uomo.
La fede calcistica non è una ingenua appartenenza a dei colori, è una scelta di vita, una presa di posizione, che vuole dire molto di se stessi, delle proprie idee, delle proprie ambizioni, delle proprie aspettative e della propria personalità.
Come gli studiosi si dividevano e si dividono nel sostenere questo oppure un altro dei filosofi, i tifosi si dividono, combattono tra loro, nel sostenere la propria squadra e il proprio stile di vita, sempre superiore e elegante rispetto a quello degli altri. La competizione e la rivalità tra Juventus e Inter ricordano quelle tra Hegel e Schopenhauer, e tra i rispettivi sostenitori. Ma forse ciò che rende evidente il rapporto tra queste due passioni è la relazione di somiglianza tra il sistema filosofico e il modulo tattico, o, meglio, tra l’adesione e la credenza a uno di questi. Ci sono dei momenti, nella vita di un grande filosofo, in cui si rende conto, anche grazie ai contributi critici di altri filosofi, che il suo sistema contiene delle aporie, delle contraddizioni che, se approfondite, farebbero vacillare la logica dell’intero sistema. Lo stesso accade agli allenatori che nel corso della loro carriera si confrontano prima o poi con le debolezze del loro sistema di gioco.
Kant è stato sviscerato e esaltato, Guardiola è stato studiato e celebrato. Entrambi hanno scritto la storia, ma coloro che li seguono hanno due possibilità: una adesione incondizionata e acritica, o un amore vero e consapevole della inevitabile imperfezione dei loro sistemi. I sistemi filosofici e i moduli tattici si danno regole, schemi logici, ma è la creatività che li rende unici. Ed unica è una fede sincera e autoironica che li sostiene.
Zeman ha fatto divertire tante persone, ha lanciato tanti giocatori, ma era necessario capire che il suo gioco prometteva e in effetti garantiva grande spettacolo, dando però poca attenzione alla fase difensiva e alla possibilità di prendere tanti gol nelle giornate storte. Ma Zeman resta molto amato e rispettato, e i suoi tifosi forse sono i più felici, perché è una persona vera, con dei veri valori sportivi. E con tanta ironia, che riporta il calcio alla sua dimensione di sport e di gioco.
La filosofia ha messo in crisi la teologia, la fede calcistica quella religiosa. In entrambi i campi si rischia il fanatismo; è come se dal fanatismo religioso, almeno in occidente, si sia passati al fanatismo del pensiero e dello sport. Solo l’empatia e l’autoironia, e un umile riconoscimento del mistero della vita e di Dio, possono ridimensionare questi fanatismi e proporre una felice sobrietà. La cultura e lo sport sono meravigliosi aspetti della vita dell’uomo, devono nobilitarlo e non renderlo schiavo.
La flessibilità, in un’accezione solo positiva, non sta nel cedere alle motivazioni degli altri, ma nel capire che qualsiasi sistema si adotti, in filosofia come nel calcio, non sarà mai perfetto e sarà solo un piccolo contributo alla cultura e allo sport, ma che rende molto felici se così considerato.
Mourinho è carismatico, forte, vincente, e un po’ casinista, ma ciò che nel calcio è impagabile è la felicità di un bambino che, accompagnato dal padre, ammira i suoi eroi. Gli intellettuali e i filosofi esposti sono bravi e autorevoli, ma ciò che in filosofia è impagabile è leggere e condividere il viaggio nel tempo del pensiero.
Filosofia e calcio, pensiero e creatività, che si fondino su un amore appassionato e gratuito è la nostra speranza e il nostro augurio, perché tutti i filosofi e i bambini si meraviglino ancora e ancora.
