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Avete presente, ricordate più o meno 9 settimane e mezzo, il celebre film diretto da Adrian Lyne ed interpretato da Mickey Rourke e Kim Basinger che nel 1986 fece grande scandalo? Con Babygirl dovremmo o meglio vorremmo essere da quelle parti ma purtroppo non è così, anche perché i tempi sono tanto cambiati. L’opera hot era stata presentata in Concorso della Mostra di Venezia 2024 e aveva fatto parlare molto di sé per i fremiti erotici della brava Nicole Kidman che comunque si era portata a casa la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Ma passato il momentaneo scandalo della presenza al Lido e a prescindere dall’ottima prova di recitazione non solo della Kidman, la pellicola di Halina Reijn resta, a nostro avviso, quello che in effetti è: un film piccolo, piccolo, al di là di temi, certo importanti, che però abbiamo visti rappresentare al cinema centinaia se non migliaia di volte.
Il plot di base è svelabile in poche righe: la protagonista è Romy (appunto Nicole Kidman), una valente amministratrice delegata di una grande azienda di robotica nel campo delle spedizioni & distribuzione, la donna è sempre molto bella e sicura di sé, è sposata con un compagno amorevole, Jacob (Antonio Banderas), regista teatrale di successo da cui ha avuto due figlie, ma comincia ad avvertire il peso e le insidie dell’età, a sentirsi come si dice in gergo una Milf. Inoltre, ha anche un segreto svelatoci dalla regista olandese già a partire dalla sequenza iniziale: vediamo Romy fare l’amore calorosamente con il marito ma immediatamente dopo scopriamo che ha simulato l’orgasmo che con l’uomo non ha mai avuto da sempre.

In tale condizione di fragilità emotiva, comincia a perdere la testa per un assistente stagista appena arrivato a lavorare nella ditta, il giovane, prestante e seducente Samuel (Harris Dickinson) che la colpisce subito, proprio ad inizio film, come riesce ad ammansire un cane arrabbiato. Trai due comincia a svilupparsi una relazione altamente pericolosa: il ragazzo sfida da subito la posizione di dominio del capo, vuole che lei diventi il suo mentore ufficiale e sembra che sappia della donna più di quanto lei voglia rivelare al mondo. Dopo qualche ripetuta schermaglia di prammatica, la Ceo finisce a letto con l’affascinante ragazzo cosa che non si arresta, come sarebbe almeno augurabile, ad una botta unica e sola. Il loro diventa un rapporto segreto, appassionato dove Samuel si diverte a controllare la sua capo e le ricorda, tra l’altro, che le potrebbe distruggere la vita privata e professionale con un solo colpo di telefono. Il tutto poi viene complicato dalla presenza dell’assistente di Romy, Esme (Sophie Wilde) che si frappone, in modo ambiguo e personale, nella vicenda.

Insomma, ci siamo capiti senza entrare troppo nei vari detour e nei piccoli colpi di scena di cui il plot si arricchisce: il tema, anzi i temi affrontati, se non nuovi, restano comunque interessanti. Ci sarebbe piaciuto, però, che i moduli di messa in scena del soggetto narrato non fossero soltanto – a larghi tratti – quelli vetusti, da film medio americano tradizionale o peggio da operina standard per le piattaforme in streaming.
Quanto ci sembra veramente mancare a Babygirl è dunque una maggiore originalità stilistica nell’affrontare argomenti come il problema dell’invecchiamento e della grande vulnerabilità dell’essere umano, in questo caso di una donna di successo che conoscendo il suo lato oscuro finalmente lo metto in gioco, in maniera prorompente e rischiosa. Alla sua terza regia e anche autrice della sceneggiatura, Halina Reijn si dimostra capace di governare l’ottima qualità attoriale del cast a sua disposizione – a partire dall’eccellente prova di Nicole Kidman – ma, poi in definitiva, ben poco di più. E quel poco di più avrebbe potuto fare la vera differenza per un film audace qua e là ma nel complesso abbastanza banale e prevedibile.
In sala dal 30 gennaio 2025.
Babygirl – Regia e sceneggiatura: Halina Reijn; fotografia: Jasper Wolf; montaggio: Matthew Hannam; musica: Cristobal Tapia de Veer; scenografia: Stephen H. Carter; interpreti: Nicole Kidman, Harris Dickinson, Antonio Banderas, Sophie Wilde, Esther McGregor, Vaughan Reilly, Victor Slezak, Anoop Desai, Bartley Booz, Maxwell Whittington-Cooper, Leslie Silva, Dolly Wells; produzione: Halina Reijn, David Hinojosa per 2AM, A24, Man Up Film; origine: Usa/Olanda, 2024; durata: 114 minuti; distribuzione: Eagle Pictures.
