Francesca e Giovanni di Simona Izzo, Ricky Tognazzi

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Tra le grandi virtù del cinema, una delle principali, non certo l’unica per carità, mi sembra che sia quella di preservare la memoria storica di un paese. Soprattutto se come il nostro tende facilmente a eccedere nel dimenticare, a non fare i conti con il proprio passato – tipico a tale riguardo il rapporto mai veramente risolto con il Fascismo di Mussolini e dei suoi eredi. Perciò quando esce un film che ci aiuta a rimembrare le grandi svolte ed eventi dell’Italia contemporanea credo sia sempre utile, soprattutto se serve ai più giovani che determinati eventi non li hanno mai vissuti o seguiti di persona. Il ragionamento di chi sostiene che tanto i giovani questo tipo di film non li vanno vedere, mi convince sino ad un certo punto, forse perché, da inguaribile idealista, mantengo sempre un pizzico di speranza, continuando a considerare fondamentale la massima gramsciana secondo cui “nella vita bisogna avere il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà”.

Mi si perdonerà questo “pippone” iniziale per introdurre Francesca e Giovanni diretto da Simona Izzo e Ricky Tognazzi, tratto dal recente romanzo di Felice CavallaroFrancesca. Storia di un amore in tempo di guerra (Solferino Editore, 2022), ora in sala.

La Francesca del titolo è Francesca Morvillo, Giovanni è Giovanni Falcone, la storia è quella delle loro vite e del loro rapporto in un lasso di tempo che parte dal 1979 per arrivare al 1992, anno del massacro di Capaci dove entrambi trovarono la morte a seguito del celebre criminoso attentato. Non è certo la prima volta che il cinema italiano affronta la malapianta della mafia e dei suoi orribili delitti, a partire perlomeno dall’antesignano Nel nome della legge (1949) di Pietro Germi o dal meraviglioso Salvatore Giuliano (1961) di Francesco Rosi, per snocciolare tanti altri titoli via via sino ad oggi. Lo stesso Ricky Tognazzi (e Simona Izzo) non sono certo nuovi a questi argomenti, avendo dimostrato negli anni una particolare sensibilità al tema: da La scorta (1993), «liberamente ispirato ai fatti accaduti al giudice Francesco Taurisano e agli uomini della sua scorta», al tv movie HBO I giudici – Excellent Cadavers (1999) oppure alla miniserie in due puntate Boris Giuliano – Un poliziotto a Palermo (2016).

Nella Palermo sconvolta dagli attentati di mafia alla fine degli anni Settanta il sostituto procuratore al Tribunale dei minori Francesca Morvillo (Ester Pantano) conduce una serena esistenza con il marito Giuseppe (Claudio Crisafulli) da cui successivamente divorzierà.  Incaricata di seguire un caso di omicidio in cui il quindicenne Dino, cresciuto in un contesto mafioso, ha ucciso in barca il padre pescatore, offre al giovane l’opportunità di riscattarsi opponendosi a un sistema giudiziario ottuso, che mira alla punizione del colpevole piuttosto di indicargli una possibile via di redenzione. Nel momento in cui la carriera professionale di Francesca sembra entrare in crisi, avviene l’incontro più importante della sua vita, quello con Giovanni Falcone (Primo Reggiani). Trai due scatta una scintilla fatale dettata da valori morali comuni estremamente forti, che li porteranno, anche se tra alti e bassi, a condurre una vita in comune, non certo facile e piena di rischi mortali. I rapporti personali e familiari si alterano e si inanellano, allora, ai fatti storici e al susseguirsi delle varie uccisioni di poliziotti (Boris Giuliano, Ninni Cassarà, Carlo Alberto dalla Chiesa), di magistrati (Rocco Chinnici, Cesare Terranova) o di politici (Piersanti Mattarella e Pio La Torre), alla nascita della Superprocura e alla svolta del Maxiprocesso di Palermo, sino ad una certa crisi trai due protagonisti e alla loro tragica fine.

L’aspetto più interessante e nuovo del film di Simona Izzo e Ricky Tognazzi sta proprio nel peso specifico conferito al personaggio di Francesca Morvillo che era sino ad oggi restata molto in ombra rispetto a tutto il contesto maschile e al coté dei delitti di mafia. Francesca e Giovanni è così un’opera onesta, ben recitata e a tratti avvincente, anche se risente non poco di un imprinting da sceneggiato televisivo pop che la porta a rischiare poco dal punto estetico della messa in scena. Non è un film di fioretto ma di sciabola, comunque, che ci ricorda un’Italia morale e coraggiosa in guerra contro il crimine organizzato. Oggi della mafia si parla poco ma non è detto affatto che la piovra abbia mollato i suoi tentacoli dalla preda – un film così serve anche a ricordarci questo.

In sala dal 15 maggio 2025.


Francesca e Giovanni Regia: Simona Izzo, Ricky Tognazzi; sceneggiatura: Simona Izzo, Felice Cavallaro, Domitilla Shaula Di Pietro; fotografia: Marco Pieroni; montaggio: Tiziana Bartolini; musica: Serena Menarini, Alessandro Branca; scenografia: Nino Formica; interpreti: Ester Pantano, Primo Reggiani, Anna Ferruzzo, Giovanni Arezzo, Simona Taormina; produzione: Andrea Maffini, Marco Colombo, Francesco Di Silvio per Adler Entertainment, Orange Media, Oscar Generale Productions, con il contributo del Ministero della Cultura; origine: Italia, 2025; durata: 110 Minuti; distribuzione: Adler Entertainment.

 

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